mercoledì, marzo 06, 2024

L’8 marzo sta arrivando… Giornata delle Donne… perché solo un giorno?

Un solo giorno per le Donne è un po' poco, non vi pare? Detto tra noi, penso sia doveroso dedicare molto più tempo a tematiche che riguardano le donne...

Negli ultimi anni ci siamo rese conto che, se vogliamo migliorare la condizione delle Donne, anche gli Uomini devo essere coinvolti e convinti che è necessario rispettare molto di più anche i diritti delle Donne, oltre a quello degli Uomini naturalmente, perché è l’unico modo per vivere meglio tutti. 
Iniziamo quindi questo ampio angolo dedicato alle Donne in modo un po' soft, ma anche con un poco di Storia.

Iniziamo con un articolo che riprendo dal sito Piante in Viaggio che parla di mimosa, fiore che riscopriamo tutti gli anni solo in occasione dell’ 8 Marzo, ma che forse non tutte/i sanno perché proprio la mimosa è diventata il simbolo della Giornata delle Donne.

La Mimosa, la Giornata delle Donne e la Resistenza
Nella ricorrenza dell’8 marzo, la Giornata delle Donne, il fiore da dedicare alle rappresentanti del gentil sesso è oggi quasi universalmente la mimosa. 
È stata certamente una buona idea, perché si accorda con l’aspetto delicato, il colore luminoso della sua infiorescenza, e con il suo profumo intenso, (n.d.r.: anche se forse il profumo non è tra i migliori...).
 
Ma forse, tutti noi abbiamo notato anche qualche incongruenza, sia storica che geografica: 
L’episodio che si ricollega all’8 marzo è avvenuto a New York (tra l’altro non l’8 marzo del 1908, ma il 25 marzo 1911); 
La scelta di celebrare la Giornata Internazionale della Donna fu fatta indicando inizialmente l’ultima domenica di febbraio, e la prima celebrazione, con la dicitura completa di “Giornata Internazionale della Donna operaia”, si tenne in Russia. 
E allora cosa c’entra la mimosa? 

Chi ha deciso che il fiore delle donne fosse la Mimosa, e non ad esempio la rosa, la camelia, la violetta, il non-ti-scordar-di-me? 
La Mimosa della Festa delle Donne è la Acacia dealbata, una delle tante Acacie che popolano la fascia intertropicale del pianeta. Originaria della Tasmania e del sud-est dell’Australia, la mimosa è stata introdotta in Europa all’inizio del secolo scorso. Quindi la Mimosa era già molto diffusa in Italia negli anni della Seconda Guerra Mondiale. 

Durante la Resistenza, una giovane staffetta, soprannominata Chicchi, rischiava la vita fra le strade di Firenze, portando i messaggi ai partigiani; alla fine di una missione, le fu regalato un rametto di mimosa. 

Quella giovane donna era Teresa Mattei, nata a Genova nel 1921, futura dirigente dell’UDI (Unione Donne Italiane); fu anche la più giovane deputata al Parlamento, eletta nella Costituente. 

Teresa si ricordò di quell’episodio quando, ai lavori dell’Assemblea Costituente, seppe che si stava cercando un fiore come simbolo per la Giornata delle Donne. 
Pietro Longo, ad esempio, aveva proposto la violetta, e le partigiane francesi premevano per il mughetto, tuttora usato oltralpe come simbolo della Giornata delle Donne. 
Ma Lei pensò che la Mimosa fosse una pianta ben acclimatata da noi, facilmente reperibile, molto meno costosa di una orchidea, o di una rosa; 
e se ne poteva staccare un rametto senza danneggiare troppo la pianta. 
La storia della Mimosa come fiore delle donne è nata così.

Teresa_Mattei si è spenta nel 2013, il 12 marzo, comunque in tempo per vedere, ancora una volta, tante Mimose intorno a lei. 

Grazie Teresa!
 

Ricordiamoci sempre l’ Articolo 3 della Costituzione Italiana:

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»


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