lunedì, febbraio 27, 2012

NOVELLARA 2012 XX NOMADINCONTRO



Ieri sono andato a Novellara, non potevo mancare, ero curioso di vedere, ma soprattutto sentire il nuovo cantante dei Nomadi, visto che Danilo Sacco li ha lasciati il 31 dicembre per intraprendere la carriera solista. A dire il vero non ho resistito e sabato sera mi sono collegato al sito e da li su video Roxi bar che trasmetteva in diretta il concerto, ho dato una sbirciatina e ho sentito la prima canzone che ha cantato, a parte la qualità del collegamento, ma era un mio problema, devo dire che mi ha fatto un’ottima impressione, ma veniamo al resoconto di ieri. Per chi non lo sapesse il raduno si svolge in una due giorni molto ricca di avvenimenti con due concerti dei Nomadi, uno al sabato sera e l’altro la domenica pomeriggio con annesso un premio al Nomade dell’anno e quest’anno è stato dato a Franco Battiato. Il premio consiste in un assegno di € 1000,00 che viene devoluto in beneficenza ad un progetto proposto dal vincitore ed una targa ricordo. Il tributo si svolge dall’anno successivo alla morte di Augusto (7 ottobre ’92), ma nel periodo della sua nascita 18 febbraio. Partenza alle 14 e arrivo a Novellara fuori dal tendone alle 16 perfettamente in tempo per il concerto ma non per poter fare un giro al cimitero per un saluto alla sua tomba, se per caso passate da quelle parti fateci un giretto è molto particolare, sommersa di pupazzi, di biglietti, di magliette, scarpe e tanto altro. Ma dicevo del concerto. Il tendone, come al solito gremito di gente, abbiamo fatto fatica ad entrare e posizionarci in mezzo anche perché abbiamo portato, come altre volte, la figlia down di una nostra amica. E’ stato anche molto bello vederla ballare contenta e battere a ritmo le mani insieme a tutto il popolo nomade. Prima del concerto un filmato con il grande Augusto, poi l’inizio vero e proprio con la storica formazione con il grande mastro Beppe Carletti alle tastiere, Daniele Campani alla batteria, Cico Falzone alle chitarre, Massimo Vecchi al basso e Sergio Reggioli al violino nonché alla chitarra e percussioni, per l’occasione c’erano anche due bravissime coriste. Dopodiché Cico ha chiamato sul palco il nuovo cantante Cristiano Turani, il più giovane del gruppo classe 1973 che è partito alla grande con un’ottima “Sangue al cuore” molto rock e già subito un bis, insomma è stato acconto alla grande dal popolo nomade, è già diventato uno dei nostri, bella la dedica di Cico a Cristiano sulle note di “Crescerai”. Sarà stato il cambio di cantante ma è stata una sorpresa sentire cantare qualche canzone in più sia Massimo (alcuni pezzi che prima faceva Danilo li ha fatti lui e molto bene), Sergio e Cico, molto bella “Ricordati di Chico ( Mendez) fatta a 3 voci, particolare la versione "Il paese delle favole" cantato dalle coriste e suonato anche da Daniele alla chitarra, evento avvenuto solo una volta 20 anni fa l'ultimo anno di Augusto. Bellissimi i nuovi arrangiamenti adatti a Cristiano per la sua vena rock, diversi bis e tris si sono succeduti sulle canzoni storiche, un concerto bellissimo e come sempre a Novellara un’atmosfera molto particolare. Per chi vuole vedere le foto e tutto il programma rimando al sito ufficale: www.nomadi.org .
Ciao a tutti e …… SEMPRE NOMADI!!

venerdì, febbraio 24, 2012

Parole e linguaggio


Meri Gorni è un'artista padernese che da anni svolge una sua intensa ricerca sul linguaggio, la parola e l'immagine. Proprio in questi giorni partecipa, insieme ad altri artisti contamporanei, a due rassegne importanti che voglio segnalare.


Voglio soltanto essere amato. Firenze, 18 febbraio-8 aprile



Verbum parola mot word.Brescia, 25 febbraio-10 aprile



Voglio soltanto essere amato è la mostra che costituisce il secondo appuntamento espositivo del progetto MAP, Multimedia Art Platform, una piattaforma virtuale di dialogo che attraverso le voci di un nucleo di professionisti dalle competenze trasversali si pone l’obiettivo di aprire una riflessione sullo stato dell'arte e della cultura contemporanea. "Voglio solo essere amato" è il tema dell’edizione 2011 proposto da Gabi Scardi e Ruth Cats e apre il dibattito sull’importanza che l’amore riveste nella società attuale. Il percorso è articolato in due direzioni: la mostra, che raccoglie i lavori di 37 artisti, e un tabloid contenente testi e articoli del board, i racconti degli autori selezionati e le immagini dei lavori proposti dagli artisti direttamente per l’edizione.


Le mie parole, e tu? Parola e immagine nelle opere di: Ketty La Rocca Irma Blank Mirella Bentivoglio Betty Danon Chiara Diamantini Amelia Etlinger Meri Gorni Maria Lai
La mostra presenta il lavoro di otto artiste che, dagli anni '60 in avanti, hanno condotto un'intensa ricerca visiva sul linguaggio.

mercoledì, febbraio 22, 2012

Parlare ancora di pace con Neve Shalom Wahat al Salam



Rilancio con piacere una segnalazione di Luciano Bissoli a proposito dell'esperienza di Neve Shalom Wahat al Salam,città con la quale Paderno Dugnano è gemellata.

lunedì, febbraio 13, 2012

Auschwitz: non negare, non banalizzare, non sacralizzare

La recente polemica,nell’ANPI padernese sull’unicità della Shoah merita, per me, un approfondimento ulteriore. Innanzitutto per capire e per riflettere.
Per capire credo che ci possa esser utile il libro di Valentina Pisanty "Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah ", edito da Bruno Mondatori e recensito sul Manifesto del 12 febbraio da A. Burgio.
L’idea –guida del libro è che "la negazione, la banalizzazione e la sacralizzazione della Shoah siano tre specifiche forme di abuso della memoria". Tre atteggiamenti, o meglio tre ideologie, che finiscono per precludere la verità e l’indagine storica.
Secondo Pisanty. "i negazionisti (che auspicano la rimozione dell’idea stessa del genocidio ebraico e la sua sostituzione con una riedizione del mito cospirazionista) non danno man forte soltanto ai banalizzatori (i quali cancellano ogni specificità del processo genocidiario inserendolo in uno schema generalissimo), ma anche ai sacralizzatori (che sottraggono la Shoah alla serie degli eventi storici per proiettarla in una dimensione trascendente, al riparo di qualsiasi incursione della ragione critica)."
In realtà i tre abusi si incastrano e richiamano tra loro come i pezzi di un puzzle. Un testo difficile e coraggioso che cerca di indagare il limite della nostra ragione e le specificità della storia e delle analisi. Quello che non si può fare è affrontare con superficialità un "argomento così difficile, disagevole da maneggiare, ancor più arduo da indagare criticamente" conclude Burgio.
Credo pertanto che convenga più studiare che parlare. Per riflettere invece mi aiuta l’esperienza personale.
Conoscevo la Shoah e i libri di Levi anche prima di quel viaggio del 1992 con l’ANPI di Paderno Dugnano. Ci accompagnava un superstite di un campo di concentramento.
Ricordo Mauthausen: la scalinata della morte, i cimiteri delle nazioni e poi l’ingresso al campo.Le baracche, le docce-camere a gas, i barattoli dello zyklon B, i forni crematori, i camini e poi nel grande salone la proiezione di un filmato sulla liberazione del campo grazie agli americani, il 7 maggio 1945.
Uscii da quella proiezione diverso da come ero entrato. Ricordo il silenzio gelido della sala, il rumore del proiettore e la commozione disperata dell’accompagnatore che guardava come me lo schermo ,ma ad occhi chiusi. Era difficile tenerli aperti su quell’abisso. Mi vergognai dell’essere umano. Di appartenere alla stessa specie di chi aveva potuto concepire e realizzare un simile orrore. Desiderai di essere altrove ma non fuggii.
Poi la proiezione finì, tornammo al pullman e riprendemmo le visite alle altre mete del pellegrinaggio: il campo di Gusen, il Castello di Hartheim e il campo grotta di Ebensee. Ma il silenzio era ormai la compagnia di ognuno di noi.
Dopo quel viaggio capii meglio molte cose. Capii perché Levi scrisse libri come "I sommersi e i salvati " e il suo suicidio dell’ 11 aprile 1987; 44 anni dopo la sua detenzione a Auschwitz. Capii perché li blibliotecario di Nova Milanese aveva dedicato tutta la sua vita professionale alla documentazione dei campi e capii meglio il pittore Giorgio Celiberti che l’amico Antonio mi ha fatto conoscere. Da amministratore pubblico ho fatto diverse cose ma di alcune, come i viaggi della memoria, sono particolarmente convinto.
Anzi oggi penso che dovevo fare di più per far conoscere Auschwitz.

domenica, febbraio 12, 2012

60 anni di mafia, dal Sud al Nord

Martedì 28 Febbraio ore 21, Salone Matteotti di Cinisello Balsamo, nell'ambito della rassegna Teatro Necessario, a cura del Cinema Rondinella, della Cooperativa Uniabita e del  Circolo Culturale "Auprema" Tano Avanzato e il Gruppo Zabara presentano

Io vedo, io sento...e parlo.
Mafia: da Sud a Nord
Spettacolo teatral-musicale da  Leonardo Sciascia e Ignazio Buttitta

Partendo dall'immediato dopoguerra (1947 – anno della strage di Portella della Ginestra), Tano Avanzato e il Gruppo Zabara ci conducono lungo un itinerario, fatto di canzoni, di brani recitati e immagini che attraversa 60 anni di storia delle mafie.
Una storia che inizia in un meridione povero e arcaico e che approda nel ricco ed opulento nord. Un viaggio, nel tempo e nei luoghi, per dire che se è vero come è vero che le mafie nascono nelle regioni meridionali d'Italia, è altrettanto vero che ormai da tanto tempo si sono insediate al nord dove hanno contaminato la vita politica, economica e sociale di questi territori.
Ignorare tutto questo, girare lo sguardo da un'altra parte significa, consapevoli o no, favorire oggettivamente la crescita di queste organizzazioni criminali.
Perciò, quello di Tano Avanzato è uno spettacolo che inesorabilmente  diventa un monito per tutti (ma in particolar modo per i giovani) e che suggerisce di ribaltare quel concetto di omertà che per secoli ha enormemente contribuito a rendere forti le mafie. Dunque, mai più: “nenti sacciu, nenti vitti, nenti n'tisi” bensì: Io vedo, io so....e parlo.
Sul palco con Tano Avanzato ci sono Erminia Terranova (voce), Francesco Denaro (chitarre e percussioni) e Giovanni Avanzato Chitarre e clarinetto). Lo spettacolo è patrocinato dall'Associazione "Saveria Antiochia Omicron" di Milano.
Ingresso: Euro 10  / per i soci della Cooperativa UniAbita Euro 7

sabato, febbraio 04, 2012

Buon compleanno Vik

Oggi Vittorio Arrigoni avrebbe compiuto 37 anni, avrebbe continuato ad inviarci notizie da quel blog "guerrilla-radio" dove al termine di ogni post veniva rilanciato il messaggio Restiamo Umani o in inglese Stay Human.
Raro testimone di spietate battaglie, di tragedie giornaliere volutamente taciute dai nostri mass-media, Vik continuava a far giungere la propria voce attraverso il blog.
"Vittorio era lì. Noi non dimenticheremo né lui né quello che i suoi occhi e le sue parole ci raccontano..."
Il nostro circolo culturale, che si è ispirato alla sua figura, lo ricorda attraverso le parole della mamma Egidia Beretta: "A lui non interessava la grande politica. Voleva solo che i bambini avessero da mangiare e che i contadini potessero raccogliere i loro frutti".


Venerdì 17 febbraio 2012 alle ore 21,00 c/o Auditorium Biblioteca Civica di Vimercate
VIK: STORIA DI UN VINCITORE
Evento informativo per conoscere la realtà di Gaza e della Palestina attraverso interviste, letture e testimonianze di Vittorio Arrigoni autore del libro "Restiamo Umani".
Con Egidia Beretta-Madre di Vik

mercoledì, febbraio 01, 2012

Una vita vissuta fino in fondo, da donna

Una donna ambiziosa, decisa ad affermare la sua personalità, orgogliosa delle sue origini popolari, dei valori della sua famiglia e soprattutto di essere una donna inglese. 
Margaret Tatcher ha imparato a fare le sue scelte fin da giovanissima: le altre ragazze del quartiere deridevano la sua serietà, il suo mettere il lavoro e lo studio davanti a tutto, ma la giovane Tatcher, figlia di un droghiere di Grantham nel Lincolnshire, incoraggiata da suo padre, ha preferito dedicare la giovinezza a formarsi e a prepararsi per migliorare se stessa e l'Inghilterra. Paese che ha amato e ama perché, anche se molti la credono defunta, "la lady di ferro" che ha piegato i minatori più agguerriti d'Europa e sconfitto i generali fascisti argentini, è ancora tra noi, anche se malata di Alzheimer.
Il film che ne celebra la figura ,"Iron Lady", ancora in programma al Metropolis fino al 2 febbraio è film femminile. Interpretato da una bravissima Meryl Streep, che per questo film è stata premiata con il Golden Globe come miglior attrice ed è neocandidata ai prossimi Oscar 2012, nasce dall’incontro di 3 super donne del cinema contemporaneo: la Streep, Phyllida Lloyd (la regista di Mamma mia!) e la sceneggiatrice Aby Morgan (Shame).
Il risultato è un film malinconico, ma bellissimo che racconta la vita attuale della donna che ha cambiato il volto della politica. Una vita in cui a causa della malattia, passato e presente si confondono e si intrecciano in tempo reale nella sua mente e nel film rendendo straordinario il modo di raccontarne la storia.