martedì, dicembre 31, 2024

2 LIBRI che parlano di disagio giovanile: sull’ansia scolastica e sui disturbi dell’alimentazione

 

LIBRO: Domani resto a casa. Leggere tra le righe l'ansia scolastica

Il volume affronta l’ansia scolastica attraverso la voce di bambini, bambine e adolescenti che manifestano resistenza o si rifiutano totalmente di frequentare la scuola, compromettendo fortemente le relazioni familiari, il rapporto con i compagni di classe e il rendimento scolastico.

Claudio, 15 anni, è un asso in fisica, eppure ogni volta che viene chiamato alla lavagna ha un attacco di panico.

Marco, 7 anni, era un bambino sereno ma da un po’ di tempo al solo pensiero di preparare lo zaino urla e piange disperatamente.

Chiara, 13, è sempre stata benvoluta dai compagni ma la sera prima delle verifiche si sente soffocare, e il suo cuore batte all’impazzata.

L’ansia scolastica è un disturbo che crea livelli di angoscia e paura tali da compromettere non solo la frequenza e il rendimento in classe ma il benessere e la salute generale di bambini, bambine e adolescenti. È un fenomeno in crescita sia tra i più piccoli che tra i ragazzi.

Stefano Vicari e Maria Pontillo inquadrano il fenomeno da un punto di vista scientifico ma con un linguaggio semplice e comprensibile, aiutandoci a capire cosa può scatenarlo, come riconoscerlo e intervenire, mentre la Scuola Holden dà voce alle storie di Claudio, Marco e Chiara in tre intensi racconti, accompagnati da bellissime illustrazioni.

LIBRO: Vi raggiungo dopo cena. Leggere tra le righe i disturbi dell'alimentazione

Sono stanca, come se ogni minuscola fatica della mia vita avesse deciso di chiedermi il conto. Stanca che mi si chiudono gli occhi. Stanca di calcolare calorie, esercizi, yogurt e cetrioli. Forse non ce la faccio a essere perfetta. Respira È tutto sotto controllo.

È tutto sotto controllo?

Federica ha 15 anni e pesa 37.8. Figlia e studentessa perfetta, ogni giorno compila una tabella con due colonne: a destra i voti (che devono salire) e a sinistra i chili (che devono scendere).

Jacopo ha 10 anni e talmente paura del cibo che lo sminuzza in pezzetti piccolissimi: prima briciole, poi solo liquidi e alla fine nemmeno quelli.

Alessia ne ha 17 e non vuole guardarsi allo specchio, svuota il frigo ogni volta che si sente giù, ma il vuoto che ha dentro non riesce a riempirlo.

I disturbi dell'alimentazione sono tra i più diagnosticati dell'età evolutiva e possono avere conseguenze devastanti sulla salute psicofisica di chi ne soffre, mettendo a dura prova l'equilibrio e le relazioni familiari.

Stefano Vicari e Maria Pontillo inquadrano il fenomeno da un punto di vista scientifico ma con un linguaggio semplice e comprensibile, aiutandoci a capire cosa può scatenarlo, come riconoscerlo e intervenire, mentre la Scuola Holden dà voce alle storie di Federica, Jacopo e Alessia in tre intensi racconti, accompagnati da bellissime illustrazioni.

Entrambi i volumi sono libri per molti:

  • per chi - da genitore o familiare - ha bisogno di comprendere e intercettare la richiesta di aiuto di un figlio,
  • per chi - come psicologo, educatore o insegnante - lavora con i giovani e ha sempre più necessità di strumenti e risorse aggiornati,
  • e anche per chi in prima persona sta soffrendo, e può trovare in queste pagine la forza di guardarsi e la possibilità di non sentirsi più solo.

Autori:

Stefano VicariSTEFANO VICARI – Istituto ReTe

Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Facoltà di Medicina, Università Cattolica del Sacro Cuore. Dirige l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Maria Pontillo - maria pontillo – ReTe per il sociale onlus

Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Dirigente Psicologo presso l’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è dottore di ricerca in Neuroscienze Cognitive e di corsi di formazione e master in Psicologia dello sviluppo e presso scuole di specializzazione in Psicoterapia cognitiva. 

lunedì, dicembre 30, 2024

Musei di Asti – “ESHER: il genio dell’immaginazione e della percezione”

 

La mostra di Escher ad Asti, allestita a Palazzo Mazzetti è aperta dal 16 Novembre 2024 all'11 Maggio 2025, tutti i giorni, dal Lunedì alla Domenica, dalle 10.00 alle 19.00

ESCHER: IL GENIO DELL’IMMAGINAZIONE E DELLA PERCEZIONE | SoʇʇoSopra Magazine - Musei di Asti

Maurits Cornelis Escher, nato nel 1898 a Leeuwarden, nei Paesi Bassi, è uno degli artisti più affascinanti del XX secolo, capace di trasformare la matematica, la geometria e la logica in opere d’arte che sfidano i confini della percezione.

Il suo talento unico risiede nella capacità di trasportare chi osserva in mondi immaginifici e apparentemente impossibili, grazie a un linguaggio visivo che combina tecniche artigianali e una profonda riflessione filosofica.

In una lettera del 16 novembre 1953, Escher stesso rifletteva sull’essenza della sua arte, evidenziando come l’obiettivo principale non fosse la perfezione tecnica della stampa, ma piuttosto l’effetto che essa poteva avere sulla mente dell’osservatore: L’illusione che l’artista desidera creare è soggettiva e molto più importante dei mezzi fisici oggettivi con cui cerca di crearla. Con queste parole, Escher sottolinea come il vero scopo delle sue opere non fosse semplicemente una riproduzione impeccabile di una realtà fisica, ma la creazione di mondi che sfidano la nostra comprensione dello spazio e del tempo.

Escher sviluppò questo straordinario talento già durante i suoi anni di formazione e, nel corso della sua carriera, continuò a perfezionare le tecniche che impiegava, come la litografia, la xilografia e la mezzatinta, con “instancabile entusiasmo”, nonostante, come lui stesso ammise, non riuscisse mai a padroneggiarle completamente. L’aspetto tecnico della sua arte, per quanto complesso, rappresentava solo un mezzo per raggiungere scopi molto più alti: la rappresentazione di “sogni, idee o problemi” che spingessero chiunque li guardasse a riflettere.

Escher trascorse molti anni in Italia, un periodo decisivo per il suo sviluppo artistico.

I paesaggi italiani, le architetture antiche e le città medievali lo ispirarono profondamente, come testimoniano molte delle sue opere che esplorano l’interazione tra forma e spazio, realtà e illusione.

È in questo periodo che comincia a sviluppare i temi che lo renderanno famoso in tutto il mondo: la manipolazione della prospettiva, gli spazi infiniti e i paradossi visivi.

Le sue opere sono il frutto di un’intuizione acuta e di un interesse profondo per i teoremi geometrici e le riflessioni matematiche, come dimostrano capolavori quali “Relatività” e “Mani che disegnano”, che sfidano le leggi della fisica e la logica ordinaria.

Tuttavia, Escher non si limitò mai alla pura speculazione matematica. Le sue opere sono anche il risultato di una profonda osservazione della realtà quotidiana e dei suoi meccanismi.

I suoi studi sui cicli, i pattern ripetitivi e le trasformazioni graduali di forme e figure si inseriscono in un filone di ricerca artistica che tenta di esplorare l’ordine nascosto dietro il caos apparente della natura.

Nonostante Escher non sia stato immediatamente riconosciuto dalla critica d’arte del suo tempo, il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo e ha influenzato diversi campi, tra cui il design, la pubblicità e la cultura pop. Le sue immagini sono state utilizzate per poster, copertine di libri e addirittura album musicali, portando la sua arte a un vasto pubblico. La sua capacità di creare mondi paralleli, dove le leggi della fisica sembrano essere sospese, lo ha reso una figura di culto anche nel mondo contemporaneo.

Ad Asti, la mostra Escher, allestita a Palazzo Mazzetti, offre un’occasione unica per scoprire l’intero percorso artistico del maestro olandese.

Con oltre 100 opere esposte, video, sale immersive e approfondimenti didattici, l’esposizione esplora le tappe fondamentali della carriera di Escher: dagli esordi ai viaggi in Italia, fino all’elaborazione dei temi e delle tecniche che lo hanno reso un artista inimitabile. La mostra non si limita a esporre alcune delle sue opere più famose, ma offre anche uno sguardo dettagliato sui processi creativi che hanno portato alla loro realizzazione.

Escher ha saputo unire, come pochi altri artisti, l’immaginario fantastico e il rigore della scienza, creando opere che sono diventate veri e propri enigmi visivi. La sua arte continua a stupire e a ispirare, sfidando chiunque la osservi a guardare oltre la superficie e a interrogarsi sui meccanismi della realtà e della percezione. Come lui stesso disse, L’illusione è soggettiva, e più importante del mezzo con cui è creata – un principio che ha guidato tutta la sua carriera e che risuona ancora oggi, nella mente di chiunque si trovi di fronte a una sua opera.

Vale una gita ad ASTI !

Scopri i Musei di Asti: Otto siti, una sola anima, quella Astigiana.

MUSEI di ASTI: scopri Asti ed i suoi musei a due passi dalle Langhe

Un percorso museale che parla di Asti e ne rivela il suo DNA: un sommerso di origine romana che ci porta alla scoperta della sua fondazione, palazzi e musei che raccontano della città attraverso la vita dei suoi personaggi più illustri, la Cripta e il Battistero, testimonianze della grande tradizione medievale, e poi su fin alla Torre che svetta sulla città e i suoi colli. 

Un percorso perfettamente incastonato nella ricchezza di un territorio accogliente e imperdibile, come la sua gente, i suoi sapori e la sua cultura.

PS: con 10 Euro si possono visitare tutti gli 8 siti!


domenica, dicembre 29, 2024

A spasso per Milano: la Conca di Viarenna

 

La Conca di Viarenna (o di Via Arena, detta anche - Conca del Naviglio - Google Maps) è una conca di navigazione, ora in secca, situata in via Conca del Naviglio a Milano, costruita dalla Veneranda Fabbrica del Duomo tra il 1551 e il 1558 in sostituzione della precedente e omonima conca realizzata nel 1438, che venne demolita durante i lavori di costruzione delle mura spagnole di Milano.

La prima versione faceva parte del sistema di Navigli progettato da Leonardo da Vinci per ovviare al problema del dislivello dei terreni e per rendere così possibile la navigazione dalla Valtellina fino a Milano e all'interno della città stessa.

In particolare, la Conca di Viarenna era situata lungo il Naviglio Vallone e serviva per superare il dislivello di circa due metri che esisteva tra la Cerchia dei Navigli e la Darsena di Porta Ticinese, ovvero tra l'immissario e la foce del Naviglio Vallone. 

La Conca di Viarenna fu la prima conca di navigazione costruita in Europa.

La Conca di Viarenna quando era ancora in funzione in un'immagine di fine XIX secolo

Il Naviglio Vallone fu realizzato tra il 1438 e il 1439 su volere di Filippo Maria Visconti per facilitare la costruzione del Duomo di Milano, interamente ricoperto di marmo di Candoglia; In Naviglio era quindi attraversato, tra l'altro, anche dai barconi provenienti dal Lago Maggiore, dove si trovavano le cave di questo materiale da costruzione.


Queste imbarcazioni, quando uscivano dal Lago Maggiore, imboccavano il fiume Ticino, poi il Naviglio Grande, il laghetto di Sant'Eustorgio (bacino artificiale che avrebbe poi dato origine, dopo l'ampliamento che subì nel XVII secolo, alla Darsena di Porta Ticinese), il Naviglio Vallone, la Cerchia dei Navigli e infine attraccavano al laghetto di Santo Stefano, che era situato nei pressi del cantiere del Duomo.

Il Naviglio Vallone è stato completamente interrato contestualmente agli analoghi lavori di chiusura della Cerchia dei Navigli, ovvero tra il 1929 e il 1930, per necessità viabilistiche ed soprattutto igieniche, in conseguenza degli scarichi abusivi degli immobili costeggianti i canali, che finivano nella Cerchia dei Navigli anziché nella rete fognaria.

Venne così interrotta la via d’acqua che alimentava la Conca di Viarenna ed quindi è rimasta in secca.

Particolare del decreto ducale posto sull'edicola presente in una delle estremità della Conca di Viarenna che garantiva l'esenzione dal dazio alle imbarcazioni che trasportavano i marmi che servivano per la costruzione del Duomo di Milano

A una delle estremità della conca è stata ricollocata l'edicola, originariamente situata su uno dei suoi lati, che riporta il decreto ducale del 1497 (inciso su una lapide di marmo di Candoglia) che esentava dal pedaggio e dal dazio i barconi destinati al trasporto dei materiali per la costruzione del Duomo.

Su tutti i marmi che provenienti da Candoglia veniva incisa la scritta A.U.F.O. e cioè dal latino "Ad Usum Fabricae Opus", ovvero "ad uso della fabbrica", cioè destinato alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Da cui è poi derivato il modo di dire "a uffa" oppure "a ufo", che significa "gratis", "senza pagare", e da qui l'origine dell'espressione mangiare "a ufo".

Nella parte superiore è presente uno stemma troncato (cioè diviso verticalmente) che mostra le armi del duca Ludovico il Moro e della moglie Beatrice d'Este: si tratta dello stesso stemma raffigurato sopra il dipinto dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci.

Più in alto, l'emblema della veneranda Fabbrica del Duomo con l'immagine di Maria e l'antica facciata della cattedrale.

Con la copertura del Naviglio interno, avvenuta verso la fine degli anni 20 del Novecento, si è interrotta la via d’acqua e la conca risulta ora inutilizzata.

Alla prossima passeggiata sui Navigli vale la pena passarci.

 


sabato, dicembre 28, 2024

La vernice che ricarica l'auto elettrica: 20 mila chilometri all’anno gratis...

 

Da “Corriere Motori”

Mercedes sta lavorando a una rivoluzionaria vernice fotovoltaica per aumentare l’autonomia delle proprie vetture elettriche a costo zero

Sono anni che si tenta di sviluppare un’auto elettrica alimentata a energia solare, ma fino ad ora i prototipi non hanno dato risultati soddisfacenti.

I grandi progressi nella tecnologia delle celle fotovoltaiche però potrebbe far cambiare rapidamente lo scenario o quanto meno offrire delle opzioni molto interessanti ai Costruttori che per primi troveranno applicazioni concrete. Mercedes è una di loro.

Inchiostri speciali per una vernice che produce energia

L’idea degli ingegneri tedeschi è quella di integrare le proprietà fotovoltaiche direttamente nella vernice con la quale è ricoperta la carrozzeria.

Sono molte le Università e i ricercatori che lavorano a progetti di questo genere e nel 2023 il MIT – uno degli Atenei più prestigiosi in ambito tecnologico – ha annunciato di aver realizzato degli inchiostri speciali combinati con una pasta di elettrodi in grado di sfruttare l'energia della luce solare per la produzione di carica elettrica.

La strada scelta da Mercedes sembra proprio la stessa, visto che nel comunicato stampa si parla di uno strato spesso non più di 5 micrometri (più sottile di un capello umano), con un peso di soli 50 grammi per metro quadrato e con un'efficienza del 20%.

Fino a 20 mila chilometri all’anno gratis.

La vera domanda a questo punto è capire quanta energia possa essere effettivamente prodotta e secondo le stime del reparto Ricerca & Sviluppo della Casa tedesca, con la vernice necessaria a ricoprire una superficie di 10 mq, ovvero un Suv di medie dimensioni, si potrebbe arrivare a 12.000 km all’anno, ovvero addirittura 32 km al giorno, più della percorrenza media del parco circolante italiano, fermo a 10.712 km all’anno.

E il bello è che questo calcolo è stato fatto in relazione al clima di Stoccarda, mentre in zone del mondo più assolate, potrebbe addirittura arrivare a 20 mila km all’anno. Insomma, si realizzerebbe qualcosa di potenzialmente dirompente per quanto riguarda il mondo dei trasporti: muoversi a costo zero.

Ma i tecnici Mercedes non si fermano qui: l’energia in eccesso potrebbe essere rimessa in circolo, sfruttando una tecnologia già presente, ovvero la ricarica bidirezionale, ovvero la possibilità di sfruttare la carica delle batterie del proprio veicolo elettrico per alimentare apparecchiature elettriche «energivore», oppure la propria casa o, nel caso del «Vehicle to Grid » (V2G) direttamente la rete elettrica.

Le buone notizie non sono finite: la vernice fotovoltaica non contiene metalli di terre rare e dovrebbe essere abbastanza economica.

Insomma, ce n’è abbastanza per montarsi la testa e se anche il potenziale fosse inferiore a quanto dichiarato, sarebbe un passo in avanti enorme in direzione di un futuro senza emissioni e di indipendenza dai carburanti fossili.

Non è chiaro a che stadio di sviluppo sia la Mercedes e quanto tempo ci vorrà prima di vedere un veicolo equipaggiato con questa speciale vernice, ma è decisamente una delle notizie più interessanti dell’anno. 

La mia domanda è però la seguente:

Con la tecnologia già disponibile, perché non si rendono disponibili sul mercato automobili, anche ibride, con pannelli solari inseriti nel tetto? In questo modo, quando le auto viaggiano o restano parcheggiate sotto al sole, le batterie si potrebbero ricaricare…

Perché non lo si fa? La mia ipotesi è che poiché su quella energia non si pagherebbero tasse e accise… a nessuno Stato converrebbe…

E quindi anche la vernice che produce energia ho l’impressione che non verrà mai sviluppata… almeno per le comuni automobili…

 


venerdì, dicembre 27, 2024

Coppie DINK

 

Da “La Repubblica” di Irene Maria Scalise

Le coppie Dink (Dual Income, No Kids), ovvero le coppie con un doppio stipendio ma senza figli, rappresentano un fenomeno in crescita, specie tra le generazioni più giovani.

Questo stile di vita, nato negli anni Ottanta, è oggi tornato alla ribalta. La decisione di non avere figli, almeno temporaneamente, consente a queste coppie di godere di una maggiore libertà economica e personale, permettendo loro di dedicarsi più agilmente a viaggi, hobby e progetti di carriera.

In un contesto come quello attuale, non è difficile capire il perché di questa scelta: innanzitutto, mantenere un figlio è estremamente costoso.

In Italia, il costo stimato per crescere un figlio fino ai 18 anni si aggira intorno ai 175.000 euro, senza contare le spese universitarie. Di conseguenza, le coppie senza figli riescono a risparmiare e investire più facilmente, costruendo in molti casi un patrimonio netto superiore rispetto ad altri modelli familiari.

Ma al di là della questione economica, anche gli scenari di instabilità geopolitica e ambientale influiscono certamente sulla scelta di non mettere al mondo dei figli.

Chiaramente, questo stile di vita non è esente dalle critiche. La scelta di non avere figli è spesso stigmatizzata come egoista o immatura. Tuttavia, molte persone child-free affermano di essere consapevoli e lucide nella loro decisione, citando ragioni che spaziano dall’incertezza economica e climatica alla semplice volontà di non intraprendere un percorso di genitorialità.

Una scelta legittima e che va rispettata, esattamente come quella opposta, ovvero di chi sceglie di avere figli.

In generale, comunque, quello dei Dink si sta trasformando in un modello relazionale sempre più diffuso e ambito.

Un recente sondaggio mostra che il 19% delle donne maggiorenni desidera una vita da Dink.

Per queste coppie, i vantaggi includono una maggiore flessibilità, meno stress e più tempo per sé stessi e per la relazione.

Inoltre, possono godere del tempo trascorso con i bambini altrui, come nipoti o figli di amici, senza farsi carico degli oneri genitoriali.


giovedì, dicembre 26, 2024

LIBRO: Fisica per poeti. Lo scienziato come uomo e artista: storia della fisica da Galileo ai nostri giorni.

 

di Robert March

Un’intensa lezione di oggettività scientifica attraverso i secoli, alla ricerca delle verità ultime della natura. Il creatore di un'idea scientifica astratta trasferisce parte della sua personalità in essa, proprio come qualunque artista.

Da Galileo a oggi, intuizioni, errori, grandi scoperte dei massimi protagonisti della fisica classica e moderna: la scienza vissuta come un’appassionante avventura. Questo libro è una storia, piacevole e facilmente accessibile, delle idee che hanno determinato lo sviluppo della fisica.

La storia comincia con Sir Isaac Newton che, superando scienziati rivoluzionari come Galileo, Cartesio e Huygens, capovolse la visione aristotelica del mondo fisico.

Procede poi con il lavoro di Faraday, Maxwell, Hertz.

La fisica moderna si è spinta molto oltre la meccanica classica, eppure essa ha quasi certamente posto più interrogativi di quanti ne abbia risolti.

Il libro finisce con le due principali teorie del XX secolo, la relatività e la meccanica quantistica: in un certo senso in contraddizione tra loro, esse possiedono un’irresistibile bellezza che costringe oggi i fisici a lottare per la loro riconciliazione.

 


mercoledì, dicembre 25, 2024

Dalla Speranza dell’Enciclica Laudato SI del 2015 al Giubileo 2025 "Pellegrini di speranza"

 

Il tema scelto per il Giubileo 2025è "Pellegrini di speranza"

Questo messaggio incoraggia i fedeli a intraprendere un viaggio spirituale verso una maggiore consapevolezza della misericordia divina e a diffondere l'amore e la compassione del mondo.

Papa Francesco ha aperto la Porta sui cui battenti è rappresentata la storia dell’umanità e, per primo, ha varcato la soglia. Dietro, i rappresentanti dei cinque continenti.

Sedici formelle di bronzo. Tra la prima e l’ultima, modellate a quattro a quattro per dare forma a una delle Porte più famose del mondo, è scolpita la storia della Redenzione.

Dal male compiuto da Adamo ed Eva, fino a Cristo Risorto.

Nel mezzo la storia, fatta di cadute e speranze, dei milioni di uomini e donne che da martedì 24 dicembre e per tutto l’anno, dopo papa Francesco, inizieranno ad attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro, inaugurando nella notte di Natale il Giubileo 2025 dedicato alla Speranza.

Dietro di lui attraverseranno la Porta, entrando nella Basilica che sorge sulla tomba dell’apostolo Pietro, circa cinquanta altri pellegrini, a partire dai cardinali, i vescovi e i sacerdoti concelebranti, e a seguire alcuni rappresentanti delle altre Chiese cristiane e dei cinque continenti.

Una processione che rappresenterà tutti gli uomini e le donne del mondo, a cui questo Giubileo intende dare la buona notizia della “Speranza che non delude”, in un tempo in cui oltre trenta Paesi nel mondo sono sconvolti da conflitti armati.

Per volontà del Pontefice il Giubileo è stato dedicato alla riscoperta del senso della preghiera e, in particolare, della preghiera per la pace.

Già dalla mattina di Natale tantissimi pellegrini avranno la possibilità di compiere il proprio pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro e ottenere così, dopo aver ricevuto i sacramenti della Confessione e della Comunione, il grande dono dell’indulgenza plenaria.

Il 26 dicembre, poi, papa Francesco, con un gesto straordinario, aprirà in un Giubileo ordinario una Porta Santa nel carcere di Rebibbia, a Roma.

Questo Giubileo segue un altro importante evento di qualche anno fa, il 2015, l’Enciclica Laudato SI. L’enciclica si focalizza sulla cura dell’ambiente naturale e delle persone, nonché su questioni più ampie del rapporto tra Dio, gli esseri umani e la Terra. Il sottotitolo dell’enciclica, “Sulla cura della nostra casa comune”, sottolinea questi temi chiave.

La Laudato SI è suddivisa in sei capitoli:

“Il Capitolo Uno: Quello che sta accadendo alla nostra casa” riassume la portata dei problemi attuali legati all’ambiente. Le questioni discusse includono l’inquinamento, il cambiamento climatico, la scarsità d’acqua, la perdita di biodiversità e la disuguaglianza mondiale.

“Il Capitolo Due: Il Vangelo della Creazione” ha la Bibbia come fonte di ispirazione. Le storie della creazione della Genesi sono interpretate come un incentivo alla coltivazione responsabile e alla protezione della natura. I tentativi del passato di giustificare l’assoluto dominio umano sulle altre specie «non sono una corretta interpretazione della Bibbia». Il mondo naturale è inoltre rappresentato come un dono, un messaggio e un’eredità comune per tutti.

“Il Capitolo Tre: Le radici umane della crisi ecologica” esplora gli atteggiamenti della società e le ideologie che hanno provocato problemi ambientali. Questi includono l’uso sventato della tecnologia, la tendenza di manipolare e controllare la natura, una visione degli esseri umani come una specie separata dall’ambiente, teorie economiche limitate e relativismo morale.

“Il Capitolo Quattro: Un’ecologia integrale” presenta la soluzione principale dell’enciclica ai problemi sociali e ambientali attuali. L’ecologia integrale sostiene che gli esseri umani sono parte di un mondo più ampio e richiede “soluzioni integrali che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali”. Mentre lo studio degli ecosistemi è molto conosciuto nella scienza dell’ecologia, l’ecologia integrale amplia questo paradigma considerando le dimensioni etiche e spirituali della relazione tra gli esseri umani e il mondo della natura, attingendo alla cultura, alla famiglia, alla comunità, virtù, religione e rispetto del bene comune.

“Il Capitolo Cinque:  Alcune linee di orientamento e azione” applica il concetto di ecologia integrale alla vita politica. Questo richiede accordi internazionali per proteggere l’ambiente e assistere i paesi a basso reddito, nuove politiche nazionali e locali, processi decisionali inclusivi e trasparenti e un’economia ordinata al bene di tutti.

Infine, il Capitolo Sei: Educazione e spiritualità ecologica” conclude l’enciclica con indicazioni pratiche per la vita personale. Raccomanda uno stile di vita meno incentrato sul consumismo e più su valori al di là del tempo e durevoli. Questo richiede educazione ambientale, gioia per l’ambiente, amore civico, partecipazione ai sacramenti e una “conversione ecologica” in cui l’incontro con Gesù porti a una comunione più profonda con Dio, gli altri e il mondo della natura.   Sintesi dell'Enciclica Laudato SI

Cosa dice la Laudato Si’ del cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico è uno degli argomenti più importanti della Laudato Si’, sia perché l’enciclica parla in dettaglio dell’imperativo morale di affrontarlo, sia perché la minaccia della crisi climatica è cresciuta in modo significativo dalla pubblicazione dell’enciclica.

La Laudato Si’ evidenzia il “consenso scientifico molto consistente” sul fatto che il cambiamento climatico si stia verificando, nonché afferma che l’attività umana è il motore principale di questo riscaldamento. Il cambiamento climatico è “una delle principali sfide che l’umanità deve affrontare ai nostri giorni” .

Questo perché “molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi”.

Cosa dice la Laudato Si’ dei poveri?

Un tema chiave della Laudato Si’ è che gli sforzi per ridurre i cambiamenti climatici e aiutare le persone in condizioni di povertà non dovrebbero essere messi  uno contro l’altro, ma invece perseguiti come un progetto unitario.

Sarebbe sbagliato ridurre le emissioni in  modo da danneggiare gli emarginati nella società o costituendo un onere ingestibile per i paesi molto poveri. Come afferma l’enciclica: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrato per combattere la povertà, per restituire dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.

Si prevede che i paesi a basso reddito subiscano gli effetti peggiori del cambiamento climatico e abbiano bisogno di assistenza finanziaria per passare a pratiche sostenibili. Di conseguenza, è doveroso da parte dei paesi ricchi assumere un ruolo guida nella riduzione delle proprie emissioni e nel fornire fondi ai paesi in via di sviluppo che cercano di fare lo stesso. La Laudato Si’ rileva inoltre come il cambiamento climatico provocherà un aumento del numero di migranti che lasceranno le case devastate dagli effetti del degrado ambientale e invita le persone ad accogliere e sostenere questi rifugiati ambientali.

Che cosa chiede di fare la Laudato Si’?

Il Capitolo Sei della Laudato Si’ delinea i passi che ognuno può intraprendere nel processo di conversione ecologica.

Nella Laudato Si’ si sottolinea che  molti problemi ambientali si estendono dagli individui ai più ampi sistemi economici e politici. Anche se ciascun lettore dell’enciclica si impegnasse a livello ambientale nel proprio stile di vita, ciò non basterebbe a fermare problemi come la crisi climatica e l’inquinamento. Le principali decisioni che incidono sulla disponibilità di energia rinnovabile e sulle pratiche sostenibili non vengono prese da individui, ma da governi e grandi aziende.

E’ quindi  importante che le persone di fede siano coinvolte in politica e lavorino strategicamente per un cambiamento positivo, attraverso gruppi di difesa non governativi, come il Movimento Laudato SI.

Inoltre, l’enciclica invita i cattolici a entrare nell’arena della politica nazionale e internazionale, per respingere la tendenza dei leader mondiali di dare priorità ai guadagni a breve termine  sostenendo invece politiche che supportino gli svantaggiati e promuovano il bene comune a lungo termine.

Cosa prevede per il futuro la Laudato Si’?

L’enciclica offre delle speranze, sia nelle politiche specifiche che raccomanda sia nella sua promessa di un’ecologia integrale, una visione nuova e più appagante della politica, dell’economia e della vita quotidiana.

Come afferma l’enciclica: “non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto”.

Per questo, “Si può dire che, mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità”.

Nel 2018 è stata creata anche l’Associazione Laudato Si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia socialeHome - Associazione Laudato si’
“Un programma di grande valore culturale e politico quanto mai urgente nella fase storica che viviamo. È quanto pensano della 'Laudato SI’ decine di intellettuali e attivisti, credenti e non, che per questo hanno dato vita a un’associazione con l’obiettivo di promuovere gli stessi valori dell’enciclica di Papa Francesco del 2015. 

L’associazione Laudato si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale è stata presentata a Milano dalla presidente Daniela Padoan, insieme a don Virginio Colmegna, presidente fondazione Casa della Carità e cofondatore dell’associazione Laudato Si’. 
Presenti anche Luigi Manconi, presidente UNAR, Lisa Clark, Rete italiana per il disarmo e Gad Lerner giornalista, che hanno sottoscritto la lettera-appello dell’associazione.

L’associazione Laudato si’ promuoverà corsi, convegni e seminari sui temi dell’enciclica quali ambiente e beni comuni, migrazioni e accoglienza, pace e disarmo, povertà ed economia, solidarietà e diritti umani. Produrrà inoltre materiale didattico ed editoriale da diffondere anzitutto nelle scuole e nelle università con iniziative specifiche rivolte ai giovani avvalendosi anche della collaborazione delle personalità che hanno aderito e che aderiranno all’associazione.

Tra queste, l’associazione può già contare sulla partecipazione di Alessandra Ballerini, Stefano Boeri, Aldo Bonomi, don Luigi Ciotti, don Tonio Dell’Olio, Erri De Luca, Donatella Di Cesare, Carlo Feltrinelli, Luigi Ferrajoli, Grazia Francescato, Franco Lorenzoni, Dacia Maraini, Giorgio Nebbia, Moni Ovadia, Francesca Re David, Paolo Rumiz, Salvatore Settis, padre Alex Zanotelli.” 

L'Associazione "Laudato  SI" è attiva anche a Paderno Dugnano coinvolgendo anche altre associazioni presenti nel territorio attraverso una "Rete per l'ecologia integrale" ed organizzando incontri con una certa regolarità. 


 

 


martedì, dicembre 24, 2024

LIBRO: Alzheimer S.P.A. Storie di errori e omissioni dietro la cura che non c’è

di Agnese Codignola

La malattia di Alzheimer colpisce in Italia più di una persona su cento, ed è in crescita.

Praticamente non c'è famiglia che non abbia avuto esperienza, diretta o indiretta, dei crudeli effetti di questa patologia.

Vedere svanire la mente dei propri cari, che giorno dopo giorno perdono contatto col mondo, senza più gusto per la vita, è un'esperienza emotivamente devastante e fisicamente faticosa.

Alla disperazione della malattia si aggiunge l'inadeguatezza delle cure: come è possibile che dopo decenni di studi ancora non abbiamo un farmaco efficace, nonostante le cifre astronomiche spese nella ricerca biomedica e il coinvolgimento dei colossi di Big Pharma?

La risposta a questa domanda non è affatto edificante e in molti sensi è scandalosa.

Ci voleva l'ostinazione di una giornalista scientifica come Agnese Codignola per unire i puntini in maniera chiara e raccontare questa vicenda, una delle peggiori della scienza biomedica e dell'industria farmaceutica degli ultimi anni.

"Alzheimer S.p.A." racconta in che modo i colossi farmaceutici e ampi settori accademici abbiano per almeno vent'anni seguito una linea di ricerca sbagliata, spesso sapendolo, osteggiando lo sviluppo di indagini su ipotesi alternative e più promettenti.

È anche così che si apre la strada al proliferare di ciarlatani e guaritori, ai quali le famiglie disperate spesso si affidano.

Ma questo libro parla anche di fiducia per i nuovi recenti sviluppi della ricerca. Abbandonato quasi completamente il vicolo cieco, la comunità scientifica dimostra ora di saper reagire, orientandosi verso nuove terapie, i cui dati preliminari lasciano ben sperare.


Molto interessante anche il Numero 4/24 "Il paese più vecchio d'Europa" della rivista trimestrale IL MULINO:



 

lunedì, dicembre 23, 2024

Sinceri AUGURI a Tutte/i


 

LIBRO: “Cose che ai maschi nessuno dice” di Alberto Pellai

Un libro che è anche uno strumento prezioso di educazione emotiva e rispetto, dedicato ai ragazzi di oggi perché non crescano solo come maschi, ma anche come uomini. Uomini veri.

Il cromosoma Y impone regole precise alle quali si deve obbedire.
Ma perché agli uomini non è permesso piangere, anche quando sono sopraffatti dal dolore?
Perché non possono mostrarsi sensibili ed emotivi?
Perché ai ragazzi viene insegnato che non devono chiedere aiuto?

In un dialogo appassionato, Alberto Pellai parla agli adolescenti dei temi a loro più vicini come l’amicizia, il sesso, i videogiochi, i social e le dipendenze, e propone un nuovo pensiero “declinato al maschile” ma lontano dagli stereotipi che impongono ai giovani maschi di conquistare la propria identità di genere ispirandosi al mito dell’uomo che non deve chiedere mai né far trapelare le proprie emozioni.

Età di lettura: da 10 anni.

A Paderno Dugnano, Alberto Pellai ha guidato uno degli incontri organizzati in Ottobre dal Comune nell’ambito del ciclo Genitori in ascolto per affrontare i temi sull’età evolutiva dall’infanzia all’adolescenza un cammino caratterizzato da numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, emotivi, comportamentali ed affettivi. 

Incontri che hanno riscontrato grande partecipazione di pubblico in presenza e on line.

Alberto Pellai, psicoterapeuta ed esperto di età evolutiva, ha condotto i presenti in un momento intenso di   riflessione collettiva sul mondo dell’adolescenza, sul ruolo educativo degli adulti e sulla necessità di rinsaldare un’alleanza tra famiglie, scuole e comunità nel supporto alle nuove generazioni. Un’occasione intensa e importante per riflettere insieme sulle sfide educative che affrontano oggi gli adulti e i ragazzi.

Molti i temi, trattati in modo puntuale e attento da parte di tutti gli intervenuti, attorno ai quali il Dott. Pellai ha saputo tessere importanti riflessioni,  ponendo l’attenzione sul valore della dimensione del “NOI”, quale condizione necessaria per la crescita e il benessere dei nostri ragazzi e delle nostre  ragazze, un NOI che occorre recuperare anche nelle relazioni all’interno delle famiglie e tra le famiglie, nella comunità allargata.

Pellai ha più volte ricondotto al “saper sostare” con i nostri figli, nella noia come anche nei momenti di difficoltà di dolore, in un’epoca in cui giovani e  adulti sono spesso catturati da stimoli digitali che gratificano, ma generano anche frustrazione, propongono appartenenze che in realtà si traducono in isolamento, ci offrono continue sollecitazioni che ci distraggono dalla riflessione e dalle dinamiche della vita reale.

Come ha dichiarato la Sindaca di Paderno Dugnano Anna Varisco: “Ringrazio per essere stati con noi questa sera così in tanti. Questa serata d’intensa riflessione e confronto rappresenta un passo importante nel percorso avviato che abbiamo scelto di intraprendere con la comunità locale, per affrontare ciò che è accaduto e attraversare insieme i sentimenti di dolore, paura e disorientamento.

Suggeriamo inoltre: Strage di Paderno Dugnano: perché è successo? Le parole di Alberto Pellai | Mamme.it

 

domenica, dicembre 22, 2024

LIBRO: “VISUS. Storie del volto dall'antichità al selfie” di Riccardo Falcinelli

 

«Cosa c'è di più facile del volto? Tutti ne abbiamo uno, e abbiamo a che fare con quello degli altri. Eppure, di tutte le cose che ci capita di guardare, il volto rimane la più enigmatica».

Dopo "Cromorama" e "Figure", Riccardo Falcinelli rivoluziona ancora il nostro sguardo su qualcosa che diamo per scontato: le facce. VISUS, ricco di esempi,  contiene oltre 600 immagini a colori.

Nell'arte, nei film, nelle pubblicità, su TikTok e anche nello specchio ogni mattina.

Pubblicando i selfie su Instagram ci poniamo gli stessi problemi che si è posto ogni artista e comunicatore nella Storia: cercare di rendere una faccia più eroica, autorevole, addirittura divina.

O magari conferirle valori morali, come i pittori del Rinascimento, che ritraevano i sovrani accanto a una colonna o una tenda per esprimere maestà e prestigio.

La faccia è la parte del corpo più soggetta ad attribuzioni di senso: anche se tendiamo a considerarli qualcosa di «naturale», i volti sono sempre una costruzione culturale.

Da Alessandro Magno a Rita Hayworth, da Elsa di "Frozen" al bambino della Kinder, dall'icona di Cristo fino alle foto sulle lapidi dei nostri nonni, con immensa profondità di analisi e verve narrativa, Falcinelli inventa una «facciologia», chiamando in causa l'arte, la semiotica, le neuroscienze, la storia politica, la moda e i cosmetici.

Perché il volto che ci costruiamo può determinare la vita che faremo.



sabato, dicembre 21, 2024

Le grandi battaglie di Maratona e Salamina raccontate da Alessandro Barbero

Alessandro Barbero - La Grande Battaglia: Maratona 490 a.C. (Audiolibro 01) HQ

Alessandro Barbero - La Grande Battaglia: Salamina 480 a.C. (Audiolibro 02) HQ

In 2 podcast, Alessandro Barbero racconta le grandi battaglie di Maratona 490 a.C. e Salamina 480 a.C. Magari da ascoltare quando siete in auto…

Due  battaglie  fondamentali  per la storia  dell'occidente, che probabilmente molti di voi hanno studiato come battaglie decisive che hanno salvato la cultura occidentale.

Ascoltando  Barbero, geniale, si capisce perché  i greci hanno vinto a Salamina, e perché  non fu realmente una battaglia " navale". 

Curiosità  polverose da topo di biblioteca?

No, temi attualissimi se pensiamo  oggi ai conflitti in atto, dove ancora si fronteggiano  modi diversi di concepire  la vita sociale. 

E la "chicca" di Barbero  è  nel finale della lezione  su Salamina quando  parla della tragedia  di Eschilo "i Persiani" che pochi anni dopo racconta quella battaglia; e lo fa  facendo parlare, udite udite, gli sconfitti.

Eschilo racconta la battaglia attraverso  la sofferenza negli occhi degli sconfitti, un genio. 

Barbero  dice: "non so se la vittoria di Salamina  ha salvato l'occidente, ma certo questa capacità  di porsi nell'ottica  degli altri  ci viene dai greci e ci distingue, ancora oggi (forse), da gran parte del mondo".

Attualità  assoluta! 

Quanto mai utile oggi per trovare una soluzione

  ai molti conflitti oggi in corso

venerdì, dicembre 20, 2024

Le assicurazioni sanitarie negli Stati Uniti

 

Traduzione: assistenza sanitaria, non cura della ricchezza

Tratto da Zafferano News

Mediamente i CEO (Chief Executive Officer o Amministratore Delegato) non godono di ottima reputazione tra il popolo: pochi sono illuminati e portano l’azienda a crescere, molti sono solo attenti a tagliare i costi fino ad asfissiare la propria azienda e a licenziare i lavoratori, tanti sono pieni di sé e trattano male i dipendenti.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le loro aziende esistono per il bene della società, arricchendola di prodotti e servizi; quindi, seppur il CEO ricordi il Massimo Direttore Imperiale di Fantozzi, si tollera.

Nel caso di Brian Thompson invece, abbiamo a che fare con un CEO "cattivo", perché con la sua azienda non fa il bene della società.

Brian Thompson, è il cinquantenne padre di famiglia, freddato a New York da un assassino che ha lasciato a terra bossoli con le tre parole chiave delle assicurazioni sanitarie americane:

deny (nega), defend (giustifica), depose (testimonia).

Quando sei malato e l’assicurazione americana non vuole autorizzare un trattamento o rifiuta il rimborso, usa proprio queste tre parole, che oggi sono gridate in piazza da chi protesta contro l’avarizia e crudeltà di queste aziende.

La United Healthcare dove Brian Thompson comandava è la peggiore dell’industria, rifiutando il 32% delle richieste di rimborso.

Nota importante: in nessun caso un medico o ospedale rifiuta la cura del paziente, per fortuna il giuramento d’Ippocrate regge ancora, ma quasi 70.000 persone l’anno vanno in bancarotta per questi rifiuti, e insieme a loro soffrono le persone coinvolte dalle chiusure delle piccole aziende a conduzione famigliare.

Se avete la fortuna di avere un buon impiego, l’azienda paga $25-30.000 l’anno per la vostra salute, e voi ne mettete altri $2-5.000 di tasca vostra: sono comunque soldi.

Anche in questo caso ottimale, fate conto di dover litigare con l’assicurazione ogni cinque o sei rimborsi. Si attaccano a tutto, dagli errori nel seguire la loro burocrazia bizantina, al non condividere la diagnosi del vostro medico, a chiedervi di comprare un medicinale diverso o andare da un’altra parte per le analisi.

Questo produce due effetti logici: 

Nei casi banali, non riconoscono per esempio il pagamento di una terza detartrasi (ablazione del tartaro o pulizia dei denti) all’anno, visto che la cifra è minima e vuoi evitare di litigare, paghi di tasca tua. E loro si arricchiscono.

Nei casi seri, non riconoscono il pagamento di $96.000 per un ciclo di chemio; litighi e ti stressi oltre misura per farlo, e alla fine accendi un mutuo. Loro continuano ad arricchirsi e tu muori prima del dovuto.

Se non avete la fortuna di un’azienda che paga il premio assicurativo, è peggio. Innanzitutto, siete inclini a saltare controlli periodici, trovandovi quindi a diagnosi ormai importanti, ad uno stadio avanzato; quando finalmente decidete di farvi curare, l’assicurazione ospedaliera vi insegue come una tigre del Bengala, affamata.

Quanti negozianti ed artigiani perdono la propria azienda nelle grinfie assicurative? 
Le assicurazioni si arricchiscono, i piccoli imprenditori falliscono e muoiono prima del dovuto.

L’American Journal of Public Health stima attorno ai 44.000 le morti indotte da questi problemi con l’assicurazione sanitaria, più di quanti muoiono negli USA in incidenti stradali e poco meno in sparatorie.

Anne Case e Angus Deaton, Nobel per l’Economia nel 2015, hanno studiato a fondo questo fenomeno nefasto, arrivando a quantificare anche i morti per disperazione successiva, quelli che dopo aver perso contro l’assicurazione sono andati in overdose, alcolismo o suicidati: 158.000 americani all’anno.

Il loro libro: “Morti per disperazione e il futuro del capitalismo”.

La salute americana è passata dal valere     il 5% del PIL degli anni ’60          al 19% ad oggi.

Solo la difesa spreca di più, ma in quel caso a morire sono i disgraziati dall’altra parte dell’oceano, mentre in questo caso sono i cittadini americani.

Quando in Italia vediamo che gli americani spendono il doppio e vivono dieci anni in meno degli europei, buona parte della colpa la possiamo dare a queste aziende che fanno il male della società, guidate da CEO pagati decine di milioni di dollari l’anno.

Ovviamente non è sparando al CEO cattivo che si risolve il problema, e questo assassino dev’essere portato di fronte alla giustizia e giudicato come tutti i criminali.

Ma in Italia siamo ancora in tempo! 
  • Ad evitare di finire nelle grinfie delle Assicurazioni private
  • A risollevare le sorti della Sanità Pubblica
  • Ad evitare di gettare nel caos la Sanità Italiana smembrandola in in mille rivoli legislativi come prevede l'autonomia regionale differenziata, per la quale, nella primavera 2024, dovremo decidere con un Referendum

giovedì, dicembre 19, 2024

LIBRO: Alla scoperta di Clarice Lispector autrice di ACQUA VIVA

Clarice Lispector  ha scritto romanzi, racconti e saggi, ed è considerata una delle scrittrici brasiliane più importanti del XX secolo nonché la più importante scrittrice ebrea dai tempi di Franz Kafka.

Le sue opere abbondano di scene di semplice quotidianità e di trame psicologiche: una delle sue principali caratteristiche è l'epifania di personaggi comuni durante una normale scena quotidiana.

Nata in Ucraina da una famiglia ebrea russa e naturalizzata brasiliana, all'età di due anni fu costretta ad emigrare in Brasile a causa della persecuzione degli ebrei durante la Guerra civile. La scrittrice dirà di non avere alcun legame con l'Ucraina: "Su quella terra non ho letteralmente mai messo piede: mi hanno portata in braccio". È cresciuta a Recife, dove sua madre morì quando lei aveva nove anni. Durante gli anni dell'adolescenza la famiglia si trasferì a Rio de Janeiro.

Mentre studiava legge all'Università Federale di Rio de Janeiro, iniziò a pubblicare i suoi primi articoli giornalistici e racconti, e conobbe presto la fama, all'età di 23 anni, con la pubblicazione del suo primo romanzo, Vicino al cuore selvaggio, scritto sotto forma di monologo interiore.

Lasciò il Brasile nel 1944, dopo il suo matrimonio con un diplomatico brasiliano, e trascorse circa quindici anni in Europa e negli Stati Uniti.

Dopo il ritorno a Rio de Janeiro nel 1959 iniziò a produrre le sue opere più famose, tra cui il libro di racconti Legami famigliari, il grande romanzo mistico La passione secondo G.H. 

e quello che è probabilmente il suo capolavoro, Acqua viva.

Lo stile di Clarice Lispector va oltre qualsiasi tentativo di definizione.

Rimasta ferita in un incidente nel 1966, ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita scrivendo e pubblicando regolarmente romanzi e racconti fino alla sua morte, avvenuta nel 1977 all'età di 57 anni.

È stata oggetto di numerosi studi, e i riferimenti a lei e alla sua opera sono comuni nella letteratura e nella musica brasiliana.

mercoledì, dicembre 18, 2024

Università La Sapienza: Studio su "La dinamica dei redditi" di Riccardo Gallo

Ricevo e volentieri pubblico un  teso di Ottorino Pagani (tratto da Mauro del Corno 15 Dicembre 2025)

È un quadro devastante quello che emerge dallo studio dedicato alla dinamica dei redditi nell’industria italiana, realizzato da un gruppo di docenti dell’Università La Sapienza di Roma, guidati da Riccardo Gallo. Ci sono gli elementi per capire molto delle difficoltà e degli squilibri non solo della nostra economia, ma anche della nostra società. 

L’apatia (provvidenziale l’etimologia: assenza di passione) della nostra industria, la cui produzione affonda da quasi due anni. Il progressivo e inesorabile impoverimento anche di chi ha un lavoro.

Negli ultimi anni “il travaso di ricchezza dai lavoratori al capitale è stato pazzesco”, osserva Gallo. Questa considerazione è motivata dall’analisi dei dati sul fatturato delle aziende italiane di medie e grandi dimensioni che, periodicamente, vengono diffusi dal centro studi di Mediobanca.

Nel 2023 il giro d’affari di queste imprese risultava superiore del 34% a quello del 2019, l’ultimo anno prima dello choc pandemico. Simile la crescita del valore aggiunto, che possiamo definire come la ricchezza creata dalle imprese realizzando prodotti con l’utilizzo degli elementi base e che risultava superiore del 33%. Una crescita dovuta in parte dall’inflazione ma non in maniera determinante. In generale, inoltre, le aziende italiane del campione mostravano un’ottima salute patrimoniale e finanziaria.

Ma dove è andata a finire questa ricchezza prodotta?

Qui stanno i dati più sorprendenti. Mentre tra il 2020 e il 2023 il peso del fisco è rimasto sostanzialmente identico, la quota confluita nei redditi da lavoro è scesa di ben il 12%. 

Viceversa, la remunerazione degli azionisti è aumentata del 14%. “I soci, spiega poi Gallo, hanno prelevato l’80% degli utili come dividendi e hanno lasciato il 20% come autofinanziamento di nuovi investimenti”.

Questi che Gallo definisce “avari investimenti”, per di più, sono andati per il 40% in materiali per le fabbriche e, per un più cospicuo 60%, per acquisire partecipazioni finanziarie

In sostanza nell’ammodernamento degli impianti industriali si è speso pochissimo, nonostante la fase di prosperità, tanto che l’età media delle immobilizzazioni (i macchinari, per intenderci) è rimasta stabile a 19 anni, “segno che sono stati fatti investimenti di puro mantenimento“.

Come noto, un tasto su cui imprenditori (ed opinionisti al seguito) battono incessantemente è che gli aumenti salariali possono arrivare solo se si accresce la produttività del lavoro.

Questo non significa che i lavoratori devono lavorare di più (le ore lavorate in Italia sono già tra le più alte d’Europa e le ore di assenza per malattia tra le più basse del mondo occidentale), ma che dovrebbero avere strumenti migliori e/o processi organizzativi più efficienti per le loro mansioni.

Si pensi ad un esempio semplice ed intuitivo: la terra che, nello stesso intervallo di tempo, un contadino può lavorare con un aratro spinto a mano oppure con uno agganciato ad un trattore. Ma, naturalmente, se gli industriali investono poco, la dotazione di cui dispongono i loro dipendenti non migliora e la loro produttività ristagna. Gli investimenti si possono finanziare anche attraverso i prestiti, non solo usando a tal fine una parte più o meno cospicua dei guadagni, ma anche da questo lato i riscontri sono poco incoraggianti.

Va dato atto a Il Sole 24 Ore di aver ospitato per primo il contributo di Gallo, che sul giornale degli industriali ha descritto i risultati emersi. E poi allo storico Sergio Bologna che, dalle colonne de Il Manifesto, ha giustamente sollecitato una maggior attenzione al rapporto anche, e soprattutto, da parte dei rappresentanti dei lavoratori, al fine di dare maggiore consistenza alle loro rivendicazioni.

Tra le ragioni che vengono individuate nello studio per il crescente squilibrio nella distribuzione della ricchezza prodotta, c’è infatti anche il mancato rinnovo di molti contratti collettivi di lavoro.

Tra i quasi 6 milioni di dipendenti di aziende aderenti a Confindustria,

il 53% ha un CCNL scaduto negli ultimi 12 mesi,

il 10% ne ha uno scaduto da oltre due anni e  

il 13% ne ha uno che scadrà nei prossimi mesi.

Gran parte dei dipendenti lavora pertanto con contratti scaduti che, in concreto, significa una diminuzione del salario, visto che i recuperi del periodo di latenza una volta che il CCNL viene finalmente rinnovato non coprono mai integralmente il potere d’acquisto perso nel frattempo.

La caduta della quota di ricchezza appannaggio dei lavoratori non è stata prerogativa solo italiana, ma nel nostro paese è risultata decisamente più marcata rispetto a quanto accaduto in Germania mentre in Francia si registra addirittura un aumento.

Nello studio si analizza anche questa “disaffezione imprenditoriale”. 

Leggiamo: “In linea di principio i soci dovrebbero considerare orgogliosamente la propria società come l’ambito più conveniente sul mercato e quindi dovrebbero lasciare l’intero utile netto di esercizio nell’impresa per farlo reinvestire”.

E invece, come abbiamo visto, in azienda rimangono appena due euro ogni dieci. L’indice di indebitamento, per di più, è rimasto stabile e contenuto.

Le società non hanno aumentato l’indebitamento (e quindi gli investimenti finanziati con i prestiti), “non già per scarsità del credito come troppo spesso si dice con superficialità, quanto piuttosto per disaffezione al rischio di impresa.

Una disaffezione basata su incertezza, perdita di competitività del paese, eccetera”.

Un cane che si morde la coda, insomma, perché meno si investe meno la competitività cresce (a meno di non spingere solo sulla compressione dei salari - come in realtà è avvenuto) e meno l’ambiente invoglia investimenti.