venerdì, dicembre 27, 2024

Coppie DINK

 

Da “La Repubblica” di Irene Maria Scalise

Le coppie Dink (Dual Income, No Kids), ovvero le coppie con un doppio stipendio ma senza figli, rappresentano un fenomeno in crescita, specie tra le generazioni più giovani.

Questo stile di vita, nato negli anni Ottanta, è oggi tornato alla ribalta. La decisione di non avere figli, almeno temporaneamente, consente a queste coppie di godere di una maggiore libertà economica e personale, permettendo loro di dedicarsi più agilmente a viaggi, hobby e progetti di carriera.

In un contesto come quello attuale, non è difficile capire il perché di questa scelta: innanzitutto, mantenere un figlio è estremamente costoso.

In Italia, il costo stimato per crescere un figlio fino ai 18 anni si aggira intorno ai 175.000 euro, senza contare le spese universitarie. Di conseguenza, le coppie senza figli riescono a risparmiare e investire più facilmente, costruendo in molti casi un patrimonio netto superiore rispetto ad altri modelli familiari.

Ma al di là della questione economica, anche gli scenari di instabilità geopolitica e ambientale influiscono certamente sulla scelta di non mettere al mondo dei figli.

Chiaramente, questo stile di vita non è esente dalle critiche. La scelta di non avere figli è spesso stigmatizzata come egoista o immatura. Tuttavia, molte persone child-free affermano di essere consapevoli e lucide nella loro decisione, citando ragioni che spaziano dall’incertezza economica e climatica alla semplice volontà di non intraprendere un percorso di genitorialità.

Una scelta legittima e che va rispettata, esattamente come quella opposta, ovvero di chi sceglie di avere figli.

In generale, comunque, quello dei Dink si sta trasformando in un modello relazionale sempre più diffuso e ambito.

Un recente sondaggio mostra che il 19% delle donne maggiorenni desidera una vita da Dink.

Per queste coppie, i vantaggi includono una maggiore flessibilità, meno stress e più tempo per sé stessi e per la relazione.

Inoltre, possono godere del tempo trascorso con i bambini altrui, come nipoti o figli di amici, senza farsi carico degli oneri genitoriali.


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