lunedì, marzo 31, 2025

LIBRO: “Il cervello che ride – Neuroscienze dell’umorismo” di Mirella Manfredi

Perché ridiamo?
Come nasce e si sviluppa il senso dell'umorismo nel nostro cervello?
Ha un impatto sul nostro stato psico-fisico?
È presente anche in altre specie?

Con un linguaggio semplice ma che non rinuncia al rigore scientifico, il volume risponde a queste e altre domande attraverso una completa e aggiornata rassegna degli studi sperimentali e delle metodologie con cui i ricercatori, grazie alle moderne tecniche delle neuroscienze, ci svelano i meccanismi cerebrali di uno dei più affascinanti fenomeni umani.

Un viaggio all'interno della mente che stimola il lettore anche a riflettere sul proprio senso dell'umorismo e su come esso influenzi in modo significativo le dinamiche delle relazioni tra gli individui.

 

domenica, marzo 30, 2025

LIBRO: "I figli dell’istante" di Edoardo Albinati

 

Un romanzo cangiante e ipnotico, che intreccia con lucidità disarmante il filo di cui sono intessute le nostre vite.


In un istante può succedere tutto.

I padri rifiutarsi di essere genitori, un amore venire allo scoperto o invece spezzarsi, una bambina disprezzare l'infanzia comportandosi più seriamente di qualsiasi adulto. Sospesi in un eterno presente, i protagonisti di questo romanzo incarnano tutte le nostre contraddizioni, restituendoci come allo specchio il riflesso di ciò che non vogliamo vedere.

Siamo all'alba degli anni Ottanta, e attorno a Nico Quell - volubile ragazzo senza qualità che sta partendo militare - e Nanni Zingone - l'amico che si è fatto carico di tenere unita la sua giovane famiglia - si muove una compagnia di personaggi irresistibili come schegge di un capolavoro perduto.

Il decennio più edonista dispiega in queste pagine un'umanità iridescente, affacciata sulle terrazze di una cattedrale o in cima a un vulcano, nei cubicoli di un ufficio o al capezzale di un vecchio delirante.

Come esplorare ogni possibile legame tra di loro?

E dunque in questo libro fiume inseguiamo la diaspora lungo lo Stivale di professori e militari, figlie di nessuno e ragazze alla pari, bande di terroristi, maghi, suocere autoritarie e modelle inarrivabili.

Uno sciame di lucciole che, per un istante, illumina scene d'amore e del suo contrario, e poi il riscatto e la caduta, la ricerca inesauribile di gioia anche nelle quotidiane frustrazioni.


sabato, marzo 29, 2025

Parole O_Stili: L’esempio di mamma e papà

 

Leggendo le notizie di questi mesi e scrollando sui social ci hanno impressionato il numero e la frequenza delle notizie di genitori che, durante le partite dei propri figli, insultano avversari e arbitri, anzi… arbitre. Già, hai letto bene, genitori che la domenica oltre alla tuta indossano la loro peggiore versione a discapito di figli e figlie, di altri genitori e di loro stessi.

In quasi tutti i casi la violenza degli insulti ha due specifiche connotazioni: il razzismo e il sessismo. Di cosa stiamo parlando? Ti lasciamo un breve riassunto qui.

Odio. Rabbia. Violenza.

Episodi che non sono fatti isolati, ma il sintomo di un problema più profondo.

Perché chi urla contro un’arbitra sta dicendo a tutte le bambine che quel ruolo non è per loro. Chi insulta una giocatrice per la sua pelle sta dicendo a tutti che il talento si misura con il pregiudizio. Chi minaccia adolescenti che arbitrano un torneo sta dicendo che l’autorità si contesta con la prepotenza, non con il confronto.

Anche le parole che scegliamo sugli spalti creano cultura, forgiano comportamenti, modellano il modo in cui le giovani generazioni si percepiscono e percepiscono il mondo.

Abbiamo approfondito il tema con Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell’età evolutiva e figura di riferimento per il parenting e la psicologia evolutiva in Italia.

Prof. Pellai, cosa spinge alcuni adulti a trasformare una partita giovanile in un’arena di insulti e violenza verbale? È solo frustrazione o c’è un problema educativo più profondo? Quando gli adulti assistono alle competizioni sportive dei propri figli, spesso entrano in una mentalità agonistica. Guardano i ragazzi con lo stesso sguardo con cui osserverebbero un preparatore atletico, come se il loro unico obiettivo fosse la vittoria. Questo li porta a "scendere in campo" con loro, perdendo il controllo sulle proprie emozioni e reazioni.

Il problema è che, da spettatori e tifosi, diventiamo molto più vulnerabili agli impulsi emotivi e ai nostri pensieri. Se non siamo persone capaci di autoregolazione, ogni evento sul campo può diventare un innesco che scatena le nostre peggiori reazioni. Ecco perché alcuni genitori finiscono per perdere completamente il controllo: travolti dall’agonismo, dimenticano il proprio ruolo e si lasciano andare a comportamenti impulsivi e aggressivi.

In questi momenti, si smarriscono i confini tra il sostegno sportivo e l’iper-competitività, fino a dimenticare che in campo non ci sono adulti professionisti, ma solo ragazzi e ragazze che stanno giocando. Non è la finale di Champions League, è semplicemente una partita tra coetanei. Il genitore, invece, dovrebbe essere il primo allenatore emotivo dei figli, accompagnandoli in un’esperienza di crescita. Guardare una partita dovrebbe significare vedere i propri figli divertirsi, mettersi alla prova e comprendere che ciò che conta non è vincere o perdere, ma partecipare.

Quali sono le conseguenze psicologiche e comportamentali sui giovani atleti quando gli insulti arrivano proprio da chi dovrebbe sostenerli, ovvero le figure genitoriali? I giovani soffrono molto nel vedere i propri genitori perdere il controllo. Questo per due motivi principali: innanzitutto, un adulto che si lascia andare a reazioni incontrollate può risultare spaventoso. I ragazzi si aspettano che i genitori sappiano sempre fare la cosa giusta, e quando li vedono comportarsi nel modo peggiore possibile, provano un senso di disorientamento.

Inoltre, c’è un altro aspetto da considerare: molti giovani, osservando i propri genitori in preda all’agitazione, sperimentano un profondo senso di imbarazzo e vergogna. Non è raro che, nelle sedute con uno psicologo, alcuni ragazzi esprimano il desiderio di non avere i propri genitori sugli spalti, proprio perché li trovano eccessivi.

Bambini e adolescenti imparano più dalle parole o dagli esempi? Quanto è pericoloso, per la loro crescita, assistere a comportamenti di odio e discriminazione proprio da parte dei genitori? Gli adulti sono modelli di riferimento: con il loro comportamento insegnano, anche inconsapevolmente, come si sta al mondo. Per questo motivo, i genitori dovrebbero porsi limiti e sviluppare capacità di autoregolazione. Un adulto arrabbiato non dovrebbe lasciarsi andare a esplosioni di rabbia, ma piuttosto mostrare a un figlio come gestire ed elaborare questa emozione in modo maturo ed evoluto.

Quando un genitore si comporta in modo aggressivo sugli spalti, sta insegnando – direttamente o indirettamente – che la rabbia e la frustrazione devono essere sfogate in modo violento. I figli, partita dopo partita, interiorizzano questo modello e lo riproducono nella loro vita.

Le ricerche confermano che un bambino esposto a figure di riferimento prepotenti e aggressive tenderà a incorporare questi stessi atteggiamenti nel proprio modo di interagire con gli altri. Se un figlio vede il proprio genitore urlare, insultare o aggredire qualcuno, imparerà che quello è un comportamento accettabile. E così, giorno dopo giorno, la violenza verbale e la sopraffazione diventeranno parte della sua normalità.


giovedì, marzo 27, 2025

Domenica 30/3 raccolta firme al PARCO LAGO NORD per l'iniziativa "PARCO BORGHETTO - Luogo del Cuore FAI"


Per chi non avesse ancora firmato per il "PARCO BORGHETTO -Luogo del Cuore FAI"
e desidera farlo, non può mancare Domenica 30 Marzo al PARCO LAGO NORD !
Chi ha già firmato/votato può venire per un saluto!
TUTTI possono cogliere l'occasione per una passeggiata al Parco!

 

MILANEIDE: Itinerario 8 - dal Cimitero Monumentale a S. Maria alla Fontana

 


Gli autori, che ringraziamo per la disponibilità, ma soprattutto bravura, sono:

Giovanni Carlo Biffi - per la fotografia
Luigi Destri - per i testi
Angelo Destri - per i disegni

Link interattivo all'  Itinerario 8 - Google Map

Buona passeggiata !


mercoledì, marzo 26, 2025

MOSTRA: “Giovanni Fattori: la luce e l’ombra del vero in mostra a XNL Piacenza” dal 29/3 al 29/6 2025 a PIACENZA


Giovanni Fattori: la luce e l’ombra del vero a XNL Piacenza

Piacenza, presso  XNL (Palazzo Ex-Enel), ospiterà per il bicentenario una grande mostra dedicata a Giovanni Fattori, uno dei più importanti esponenti del movimento dei Macchiaioli e protagonista della pittura italiana dell’Ottocento. 

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, celebra i 200 anni dalla nascita dell’artista livornese e offre un nuovo sguardo sulla sua produzione pittorica e grafica.

Curata da Fernando Mazzocca, Giorgio Marini ed Elisabetta Matteucci, la mostra intende restituire al pubblico una visione completa dell’opera di Fattori, sottolineandone l’evoluzione stilistica e l’influenza sulla cultura artistica del Novecento.

L’esposizione presenta un’ampia selezione di opere che ripercorrono il percorso artistico di Fattori, dall’adesione alla tecnica della "macchia" fino agli sviluppi più tardi della sua produzione. Oltre ai celebri dipinti a olio, il percorso espositivo dedica particolare attenzione alla produzione grafica dell’artista, mettendo in evidenza il suo utilizzo innovativo delle acqueforti.

Grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, saranno esposti numerosi disegni e incisioni, alcuni dei quali inediti, che testimoniano l’impatto di Fattori sulla grafica italiana del Novecento. La mostra si avvale inoltre del contributo dell’Istituto Matteucci di Viareggio e Milano, che mette a disposizione opere fondamentali per comprendere la complessità della sua ricerca artistica.

Fattori e il dialogo con il Novecento

L’importanza di Fattori non si esaurisce nell’ambito dell’Ottocento italiano, ma prosegue nel XX secolo, come dimostrano le influenze della sua opera su artisti e intellettuali successivi. Tra questi, critici d’arte come Ugo Ojetti ed Emilio Cecchi, nonché artisti del calibro di Giorgio de Chirico, hanno riconosciuto il valore della sua ricerca stilistica.

L’esposizione evidenzia inoltre il legame tra l’arte di Fattori e il cinema italiano, in particolare nel lavoro di Luchino Visconti, che si ispirò alle sue atmosfere pittoriche per film come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963).


martedì, marzo 25, 2025

La poetessa Vivian Lamarque alle Scuole della Pace

 

Vivian Lamarque alle Scuole della Pace, dialogo tra i bimbi e la poetessa: “Le storie ci svelano chi siamo” da “Il Giorno”

Incontro tra la vincitrice del Premio Strega Poesia 2023 e i piccoli della Comunità di Sant’Egidio di Milano, che grazie a un suo libro hanno affrontato il tema dei migranti. Tra loro c’è chi è scappato dalla guerra

I bambini aspettano la poetessa con impazienza. Le vanno incontro sulla strada, qualcuno le porge pratoline e violette. “Sono i miei fiori preferiti”.

Ai piccoli non sembra vero di avere davanti Vivian Lamarque, la celebre scrittrice vincitrice del Premio Strega Poesia 2023 che per loro, finora, è stata solo un nome: quello dell’autrice di ‘Storia con mare cielo e paura’ (Salani), un libro che hanno letto tutti insieme. Per qualcuno, il primo libro della vita.

“Perché hai deciso di incontrarci?” chiede una bimba una volta che tutti sono seduti nella sala della Comunità di Sant’Egidio in via Lanzone 13 per l’incontro organizzato ieri pomeriggio. “Perché non vedevo l’ora!”.

Così i bimbi scoprono un viso, una voce, una signora gentile che riempie quel nome. E non è poco. Non è poco neanche averlo, un nome. Un’impresa trovare quello giusto mentre la storia “già ci prende per mano. Io spesso inizio una fiaba o un racconto senza sapere dove mi porterà. Quando scriviamo, scriviamo anche la nostra storia. Io però non so dare i nomi.

Per me è difficile”, rivela Lamarque. Lei, adottata quando aveva 9 mesi, che a 10 anni ha scoperto di avere due madri. “Non sapevo nemmeno io chi fossi”, con una stratificazione di nomi depositati sui documenti e sul cuore.

A ogni frase pronunciata, quei bambini si avvicinano a lei: sono tutti piccoli da 6 a 10 anni seguiti dalla Comunità di Sant’Egidio nei centri pomeridiani chiamati ‘Scuola della pace’. 

C’è chi vive nel quartiere Corvetto e chi nella zona di via Giusti, accanto a via Paolo Sarpi.

Figli di migranti e profughi, qualcuno è fuggito dalla guerra, come una ragazzina di 9 anni approdata a Milano dalla Siria e un coetaneo che è scappato dall’Ucraina. Anche loro non sanno ancora bene “chi essere“.

Come pure la protagonista del libro di Lamarque, che non ha un nome e vive su una casetta in cima all’albero maestro di una nave: per questo si chiamerà Alberella.

È piccola ma ha un super potere: il coraggio di una grande. Nella storia, incontra e salva un’altra bambina migrante che arriva dal mare in tempesta. Osserva e riflette. “Un finimondo, un mondo al contrario: il mare dentro, e le persone fuori. Il mare dentro il barcone, e le persone nel mare”.

“Questo libro – spiega Elisa Giunipero, della Comunità di Sant’Egidio – è stato prezioso per imparare ‘le parole delle emozioni’. 

I bambini sono riusciti a tirare fuori le proprie, immedesimandosi nei personaggi. La maggior parte di loro è nata a Milano da genitori stranieri e vive in contesti di povertà culturale.

Molti hanno scoperto la lettura proprio grazie a questo libro. C’è chi ha vissuto nei campi profughi e ha raccontato nei disegni anche la sua esperienza”.

All’autrice i piccoli chiedono come fa Alberella a salire sulla sua casetta, come fanno i suoi amici a raggiungerla. “Nella fiaba dovete immaginare”, la risposta. “C’è una scala a pioli?”. Vuole far capire che la storia è storia anche grazie al lettore. “Io ho iniziato da bambina, a fantasticare, e non ho più smesso. Ho iniziato quando ero sola in casa e c’erano solo libri”. Non ha mai perso lo stupore, il senso di meraviglia. Occhi di bambina, i suoi, incorniciati dai capelli bianchi (compirà 79 anni il prossimo 19 aprile).

“Ma posso portarli a casa, sono per me?”, chiede quando i piccoli le porgono i loro regali: c’è chi ha costruito con il cartoncino una barca con l’albero maestro e la casetta. Sui fogli ci sono navi che brillano, stelle marine (la protagonista, che è senza mamma e papà, immagina i suoi genitori come stelle marine), bambine che si tengono per mano. 

“Con l’aiuto reciproco – la spiegazione che si legge dietro uno dei lavori – possiamo sconfiggere tutte le difficoltà. Nonostante le sue paure, Alberella non ha paura di aiutare una bambina sconosciuta che si trova in difficoltà”. I piccoli hanno ricreato in grande anche la copertina del libro che si apre svelando tutti i loro disegni. 

“Io mi commuovo. Ogni disegno è un mondo, ogni frase di questi bambini è una poesia – commenta Lamarque –. E poi sono accompagnati da una gioventù straordinaria (i volontari del movimento Giovani per la pace): c’è speranza per il futuro”.

Storia con mare cielo e paura di Vivian Lamarque

La Bambina di questa storia non ha un nome. Non ha una mamma, non ha un papà, non ha un’età. Non ha nemmeno una storia, a dire la verità. Ha però una casetta sulla cima dell’albero maestro di una nave. Ha un amico rosso, Gatito il gatto, e un amico bianco, Gabb il gabbiano. E uno che fischia quando passa a trovarla, pure se è un po’ stonato. Ha tante lacrime a catinelle, ma anche risate a crepapelle.

Ha paura del mare, ma solo da vicino. Paura delle notti di Luna-Nessuna, quando è senza candele per illuminare l’oscurità. Paura di quel lamento sempre più vicino, sempre più bisognoso di aiuto.

Ma per fortuna ha un Superpotere: quello di essere una bambina piccola con il coraggio di una grande. Ed è questo a darle la forza di scoprire, finalmente, ciò che il mare le vuole donare.

Da una grande poetessa italiana, una fiaba delicata e colma di speranza sui bambini di oggi: che domani possano cambiarlo, il mondo.


lunedì, marzo 24, 2025

Il CIRCOLO DEI LETTORI: Gli scrittori? Irrilevanti. Parola di Giovanni Mariotti

 

Il Circolo dei Lettori vi aspetta giovedì 27 marzo, alle ore 18:30, a Casa Manzoni, per un appuntamento dedicato a Giovanni Mariotti, scrittore eccentrico dalla lunga militanza editoriale. L’incontro è a ingresso libero, fino a esaurimento posti, e sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube.

Dai primi lavori nella pubblicità, alla collaborazione con Franco Maria Ricci, Mariotti ha costruito una carriera che si distingue per originalità, e riservatezza. Lontano dalle luci dei riflettori, dove le parole più potenti emergono senza frenesia.

Oggi, Mariotti torna con tre nuovi libri: La biblioteca della SfingeUno zinzino di Zen e Il Faraone anguilla.

Condurrà l’incontro con l’autore Alberto Riva, scrittore e giornalista. Interverranno Edoardo Pepino, direttore del Labirinto della Masone, e direttore editoriale della casa editrice Franco Maria Ricci, Dario Voltolini, scrittore e blogger italiano, Piero Pagliano, giornalista e traduttore, Pierangelo Dacrema, professore ordinario di Economia, e giornalista.

domenica, marzo 23, 2025

SALUTE: La longevità rallenta

 

Da INTERNAZIONALE - The Lancet Public Health, Regno Unito

In Europa si vive più a lungo rispetto al 1990, ma la crescita dell’aspettativa di vita sta rallentando.

Le principali cause sono gli stili di vita scorretti e la pandemia di covid-19.

Secondo i dati del Global burden of disease 2021, la crescita media annua dell’aspettativa di vita è scesa da 0,23 anni (1990-2011) a 0,15 anni (2011-2019), con un peggioramento dopo il 2011 legato a obesità, ipertensione e colesterolo alto.

Tra i venti paesi europei presi in esame, spiega The Lancet Public Health, il Regno Unito registra il calo più marcato della longevità, soprattutto in Inghilterra.

Al contrario, Norvegia, Islanda, Svezia, Danimarca e Belgio, che hanno investito maggiormente nella prevenzione, sono riusciti a mantenere i progressi nell’aspettativa di vita.

In Italia, il paese più longevo, tra il 2019 e il 2021 si è verificata una brusca frenata: gli autori dello studio ipotizzano che questa inversione potrebbe essere legata alla riduzione della spesa per la sanità pubblica.

Complessivamente, il quadro europeo evidenzia l’urgenza di politiche sanitarie e sociali più incisive


sabato, marzo 22, 2025

LIBRO: Nel palazzo bianco: Una squadra al ministero. La sfida della vita. Una storia vera – Romanzo di Nicola Del Duce

 

Portavoce del ministro della Salute: per Nicola è la svolta di una carriera.

Certo, pensa, non si tratta del ruolo più centrale in un governo, non finisce spesso sotto i riflettori, però si può fare un buon lavoro.

È il settembre del 2019. Quattro mesi dopo, il giovane ministro e la sua squadra – e il resto dell’Italia – si ritrovano nell’occhio di un ciclone planetario: una pandemia, un’emergenza sanitaria che è anche emergenza politica e, naturalmente, mediatica.

È una guerra contro un nemico del tutto sconosciuto, che uccide centinaia e poi migliaia di persone al giorno: ben presto diventa una realtà alternativa che appare senza scampo, mentre la situazione si aggrava e il collasso di un intero sistema si avvicina.

Gettato in prima linea, Nicola è protagonista e testimone di eventi che mai avrebbe immaginato: dai vertici europei per scongiurare l’isolamento del Paese alla decisione di chiusure senza precedenti e riaperture complicate, e dal risiko internazionale delle mascherine fino alla più grande campagna vaccinale mai tentata, in un clima politico che via via si arroventa, con un cambio di governo nel pieno della crisi.

Non esiste più riposo, né vita famigliare: per lui e per i suoi colleghi diventati amici, il prezzo da pagare per portare a termine il lavoro sarà alto.

Questa è una storia che il mondo intero ha vissuto, ma che nessuno ha mai raccontato dall’interno delle stanze in cui i destini di tutti venivano decisi.

Nel Palazzo bianco non è solo un romanzo politico e generazionale: è il drammatico romanzo di formazione di un Paese.

Autore: NICOLA DEL DUCE

Nato a Roma, laureato in Lettere e Filosofia con indirizzo storico all’Università di Roma La Sapienza, Master in Relazioni Internazionali a Bologna nel 2003, è giornalista pubblicista e alterna l’attività di ufficio stampa a quella di redattore. 

Nel 2015 ha iniziato a collaborare con Roberto Speranza – Ministro della Salute, che ha seguito nell’esperienza al ministero della Salute con il ruolo di portavoce, nel periodo del Covid.

 


venerdì, marzo 21, 2025

ARBORETUM – semi, foglie e… di Angela Bertasi

 

ARBORETUM    di ANGELA BERTASI in collaborazione con Gianni Biffi per le riproduzioni fotografiche

Perché un Erbario?

Il mio amore ed interesse per le piante è antico...è nato con la mia infanzia, responsabile mia nonna Margherita (classe 1892 - figlia di un mugnaio di Garda e poi contadina a mezzadria fino al 1953...quando sono nata io...).

Non so da dove le venivano tante conoscenze e saperi nel mondo delle piante e dei vegetali. Da lei ho imparato a riconoscere anche erbe spontanee curative e da usare in cucina...

Forzata a venire a Milano al seguito di mia madre, è lei che mi ha curata...mi portava in giro per Milano, mano nella mano, e al passaggio del tram e delle auto mi trasmetteva un sussulto, un brivido di spavento...povera...lei che veniva dalla campagna abituata a pascolare una mucca nella tranquillità delle colline...

Quando incontravamo un giardino mi mostrava gli alberi e mi indicava ora un albero...ora un altro. Davanti ad un albero con tanti strani fiori bianchi profumatissimi “Vedi...questo è l’albero della Catalpa...”...e io ...piccola...ero incantata ed incuriosita per quel nome così strano...pensavo inventato da lei per stupirmi...invece – ho scoperto poi - era il nome scientifico di quell’albero. Chissà come e dove l’aveva scoperto.

Fin d’allora guardando un albero, un arbusto oltre ad ammirarne le forme, gli intrecci dei rami, i colori delle foglie, dei fiori e dei frutti... e... i profumi , mi sono sempre chiesta : “Ma tu chi sei? come ti chiami?” ...e questa curiosità mi ha spinta a fare ricerche, scoprire, conoscere, cercare poi di trasmettere questo mio amore, passione anche ai bambini a scuola, nel mio lavoro.

A proposito di profumi...quando ho scoperto un Calicanto fiorito, mi ha sorpreso il suo profumo sottile, dolce ed intenso camminando in via Italia...so in quale giardino si trova questo bellissimo albero, ma ogni volta mi sorprende...fiorisce in inverno, ma spesso succede che anticipi i tempi...e fiorisca a Natale!

L’idea di ARBORETUM mi è venuta in occasione della preparazione di alcune schede di alberi presenti nel nostro territorio, nei giardini della scuola, nei parchi per la “Festa dell’albero” del 23/11/2019 alla biblioteca Tilane, nell’ambito del Progetto “D(i)ritti al Futuro”.

Insomma, mi sono ritrovata a dare vita a questo inizio di ERBARIO più volte pensato ma finora non realizzato.

È stato un piacere...avendo tempo ho cercato i materiali adatti...ho utilizzato fogli di carta riciclata ottenuta dalla cellulosa del TetraPak...e per fissare gli elementi naturali ho dovuto usare ago e filo...è stato anche questo un lavoro di piacevole ricerca.

Con la primavera potrò continuare...raccogliendo altre foglie, frutti e semi...e proseguire l’opera...

Penso sia bello condividere e far nascere anche negli altri la curiosità e la voglia di scoprire il nome degli amici alberi...a dire il vero i nomi: infatti hanno due nomi...uno volgare (italiano) e l’altro scientifico binomiale in latino...che viene usato in tutti i paesi del mondo per la loro classificazione e riconoscimento.

Dobbiamo forse sforzarci di entrare in questo mondo meraviglioso e dare il giusto valore a chi ci garantisce la vita: gli alberi.

In ARBORETUM  potete trovare semi, foglie ed altro delle seguenti piante, facilmente individuabili lungo i viali e i giardini della nostra città:

  • Bagolaro – Celtis australis
  • Acero palmato – Acer Palmatum
  • Ginkgo – Ginkgo biloba
  • Tiglio selvatico – Tilia cordata
  • Acero di monte – Acer pseudoplatanus
  • Sequoia – Sequoia sempervivens
  • Faccio – Fagus sylvatica
  • Liriodendro “albero dei tulipani” – Liriodendron tulipifera
  • Quercia rossa – Quercus borealis
  • Liquidambar – Liquidambar styraciflua
  • Acero riccio – Acer platanoides

giovedì, marzo 20, 2025

MILANEIDE: Itinerario 7 - da S. Pietro in Gessate a Piazza Duomo

 

Itinerario 7 - da S. Pietro in Gessate a Piazza Duomo

Gli autori, che ringraziamo per la disponibilità, ma soprattutto bravura, sono:

Giovanni Carlo Biffi - per la fotografia
Luigi Destri - per i testi
Angelo Destri - per i disegni


Link interattivo all' Itinerario 7 - Google Map

Buona passeggiata !

mercoledì, marzo 19, 2025

Giornate di Primavera FAI (22 e 23 Marzo 2025) e il Parco Borghetto...

 

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33° edizione le Giornate FAI di Primavera: un’edizione speciale, in occasione dei cinquant’anni dalla nascita del FAI, ma anche un percorso di cittadinanza che coinvolge tutti, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.

Le Giornate FAI di Primavera: 750 aperture in 400 città

Le Giornate FAI di Primavera 2025: viaggio nel patrimonio italiano - Villegiardini

Scopri i Luoghi aperti per le Giornate FAI di Primavera

Giornate FAI di Primavera 2025: la nostra identità di cittadini europei | FAI - Fondo Ambiente Italiano

Il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari attivi in tutte le regioni torna sabato 22 e domenica 23 marzo750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero.

Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del FAI – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate FAI di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.

Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero.

Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.

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Con il FAI, a Paderno Dugnano è in corso la raccolta di voti/firme per fare del 

PARCO BORGHETTO di Palazzolo un Luogo del Cuore FAI.

Il Parco del Borghetto, di proprietà del Comune di Paderno Dugnano, copre un ‘area di circa 10.000 mq, ed oltre all’ampia area verde con alberi secolari e giochi per bimbi, sono presenti: una villetta in mattoni rossi di due piani, una dependance con annessa serra/limonaia, una casetta ora sede dell’Associazione Nazionale Alpini, un pergolato in pietra e una vasca in passato dedicata alla pescicoltura, con relativo canale di alimentazione dell’acqua. 

Gli edifici presenti nel Parco, con il passare del tempo (tranne la sede di ANA, ristrutturata dagli stessi Alpini) hanno subito un deterioramento dovuto alla mancanza di risorse per la manutenzione.

Troppo a lungo abbandonate, le due costruzioni richiedono pertanto un significativo intervento strutturale, finalizzato alla tutela di un bene storico che può vantare a pieno titolo una funzione di aggregazione ludico-culturale per i cittadini del quartiere di Palazzolo, un poco periferica rispetto al centro del comune di Paderno Dugnano di cui fa parte.

Il visitatore che per la prima volta si reca al Parco Borghetto scopre con meraviglia un piccolo angolo di natura poco lontano dal traffico cittadino, ma allo stesso tempo isolato, che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe diventare un luogo di arte, cultura e svago di inestimabile importanza per tutti i cittadini e non solo; si trova infatti sul percorso della pista ciclabile del Parco del Seveso e del Canale Villoresi.

La raccolta di un numero considerevole di voti/firme darebbe la possibilità di ricevere dei fondi economici dal FAI per procedere alla ristrutturazione di almeno uno degli edifici.

Invitiamo TUTTI i cittadini italiani (non solo di Paderno Dugnano) a votare / firmare per il PARCO BORGHETTO – Luogo del Cuore FAI al seguente link:

PARCO BORGHETTO DI PALAZZOLO MILANESE | Luogo FAI











E la primavera è arrivata anche al Parco Borghetto:




Per raggiungere il Parco Borghetto bastano 30 minuti a piedi dalla sede del Comune di Paderno Dugnano, in una bella giornata si può fare!

Milano: La commemorazione delle Cinque Giornate

 

Milano è Memoria. La città celebra il 177° anniversario delle Cinque Giornate - Comune di Milano

Dal 18 al 23 marzo 2025, Milano commemora il 177° anniversario delle Cinque Giornate, evento cruciale del Risorgimento italiano, con una serie di iniziative che intrecciano storia, arte, musica e memoria collettiva.

Le celebrazioni prenderanno il via martedì 18 marzo alle ore 11 con la cerimonia istituzionale alla presenza delle autorità civili e militari alla loggia dei Mercanti. 

La commemorazione ufficiale si svolgerà quest’anno nel luogo dove un tempo sorgeva la grande campana del Comune, che suonò a stormo chiamando il popolo milanese alle barricate, e che cent’anni dopo fu scelto per ricordare i nomi dei Caduti per la Libertà, al termine della Resistenza. 

In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione, Milano sceglie di ricordare il legame tra le Cinque Giornate e la Resistenza, che trova il massimo riconoscimento nella motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare conferita alla Città. 

Durante la cerimonia, come di consueto, avverrà anche la consegna del Tricolore delle Cinque Giornate agli allievi della Scuola Militare Teulié, che custodiranno il vessillo per tutta la settimana presso la sede di corso Italia 56, con la possibilità per la cittadinanza di ammirarlo e visitare una mostra allestita per l’occasione.

Da martedì a domenica, i tanti eventi organizzati per la ricorrenza offriranno ai cittadini e alle cittadine la possibilità di riscoprire un episodio fondamentale della storia milanese e italiana, con eventi immersivi, conferenze e spettacoli che uniscono memoria, arte e cultura. 

Il programma, promosso dal Cimitero Monumentale di Milano, in collaborazione con Palazzo Moriggia/Museo del Risorgimento, GAM – Galleria d’Arte Moderna, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e altre istituzioni culturali, prevede visite guidate, conferenze, rievocazioni storiche, percorsi musicali e mostre, offrendo ai cittadini un’occasione per riscoprire un momento fondamentale della storia italiana.

Questa ricorrenza sarà anche un’opportunità per presentare gli aggiornamenti sul progetto di restauro e valorizzazione culturale promosso dal Comune di Milano, dall’Università degli Studi di Milano e dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, finalizzato a restituire dignità e identità ai Caduti per l’Indipendenza di Milano.

Sabato 22 marzo alle 15 appuntamento al parco Formentano in largo Marinai d’Italia con la rievocazione storica delle Cinque Giornate promossa dal Municipio 4.

Nel programma allegato e sul sito di Milano è Memoria, dettagli su modalità di ingresso e di prenotazione per tutte le iniziative.

Il programma degli eventi  

Palazzo Moriggia/Museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23)

• Mercoledì 19 marzo, ore 13 – Fai Pausa nella Storia
Visita guidata di 30 minuti durante la pausa pranzo, per ripercorrere gli eventi del marzo 1848 e le loro conseguenze, con focus sulla Prima Guerra d’Indipendenza, attraverso le collezioni del museo.

• Giovedì 20 marzo, ore 18 – Cantieri da scoprire – Monumento e Cripta di Piazza Cinque Giornate
Conferenza con esperti, storici e restauratori per presentare le ultime scoperte emerse dai lavori di recupero del Monumento e della Cripta di Piazza Cinque Giornate.

• Venerdì 21 marzo, ore 10.30-17 – Genesi di un Monumento
I volontari del Servizio Civile accompagneranno il pubblico in un viaggio storico e artistico attraverso le sale del Museo del Risorgimento, mostrando dipinti, sculture e documenti legati alle Cinque Giornate.
Esposizione straordinaria dei tre modelli preparatori del Monumento ai Caduti delle Cinque Giornate, realizzato dallo scultore Giuseppe Grandi.

• Sabato 22 marzo, ore 14.30 – Bianco, Rosso e Verde
Un viaggio alla scoperta del tricolore italiano e della sua storia, con una visita esperienziale per bambini dai 6 ai 10 anni, che culminerà con la creazione di una coccarda personalizzata.

 • Sabato 22 e domenica 23 marzo – Nelle vie delle Cinque Giornate
Visita guidata con letture nei luoghi simbolo dell’insurrezione, a cura dei volontari del Patto di Milano per la Lettura. Orari: sabato 22 marzo, ore 16; domenica 23 marzo, ore 11

• Domenica 23 marzo, ore 15. – Le Cinque Giornate della Musica
Percorso musicale tra le sale del museo, con ascolti dal vivo che raccontano il clima sonoro dell’insurrezione, in collaborazione con l’Associazione “Le Voci della Città”.

GAM – Galleria d’Arte Moderna (via Palestro 16)
• Martedì 18 marzo, ore 16 e sabato 22 marzo, ore 14.30 - I 5 giorni che cambiarono la storia
Visita guidata che intreccia arte, letteratura e storia, con opere di Hayez, Manzoni e Cristina di Belgioioso, testimoni dell’epoca.

Scuola militare Teulié (corso Italia 56)
• Martedì 18 marzo, ore 15.00 – Conferenza La Scuola Militare di Milano e le Cinque Giornate
Approfondimento storico sul ruolo degli allievi dell’epoca nelle battaglie del 1848.

• Dal 18 al 21 marzo – Esposizione del Primo Tricolore delle Cinque Giornate e mostra storica
Accesso libero negli orari di apertura: martedì 18 marzo, dalle 17 alle 19;  mercoledì 19 e giovedì 20 marzo, dalle ore 12 alle 14 e dalle 17 alle 19; venerdì 21 marzo: ore 15 alle 17.

• Venerdì 21 marzo, ore 18.30 – Concerto della Banda dell’Esercito
Spettacolo musicale in occasione del Giuramento degli allievi del corso “Platone III”.

• Sabato 22 e domenica 23 marzo – Giornate FAI di Primavera
Esposizione straordinaria del Primo Tricolore delle Cinque Giornate e mostra storica. Ingresso libero, entrata da Corso Italia 56, sabato, dalle ore 14 alle 18, e domenica dalle 10 alle 18. 
 
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico
• Sabato 22 marzo – Concerto dell’Orchestra Giovanile Pepita
Diretta da Paolo De Lorenzi, con la partecipazione del soprano Cristina Majocchi.

Municipio 4 – Parco Formentano
• Sabato 22 marzo, ore 11-17.30 – Rievocazione storica e attività didattica
Rappresentazione scenica degli eventi chiave del 1848, con costumi d’epoca, simulazioni di combattimenti e recitazione a cura dell’Associazione Napoleonica d’Italia.


martedì, marzo 18, 2025

MOSTRA: “Olivo Barbieri: trent’anni di sguardi sulla Cina” alle Gallerie d’Italia – dal 20/2 al 7/9 a TORINO

Olivo Barbieri: trent’anni di sguardi sulla Cina

TORINO – C’è un tempo lungo trent’anni che separa le prime immagini della Cina catturate da Olivo Barbieri e quelle più recenti. Un tempo in cui il fotografo italiano ha osservato, registrato e reinterpretato l’evoluzione di un Paese che si è trasformato con una rapidità vertiginosa.

Dal 20 febbraio al 7 settembre 2025, le Gallerie d’Italia – Torino accolgono la mostra Olivo Barbieri. Spazi Altri, curata da Corrado Benigni. Un progetto che porta il visitatore in un viaggio attraverso lo sguardo di Barbieri, con oltre 150 opere tra trittici, polittici e quadrerie che raccontano un’Asia in continua metamorfosi. Non è un’esposizione documentaristica, non è un atlante urbano: è il racconto di una visione, un’indagine sulla percezione della realtà e sui suoi possibili slittamenti.

La Cina di Barbieri: oltre il visibile

Era il 1989 quando Olivo Barbieri atterrò per la prima volta in Cina, un anno cruciale segnato dalle proteste di Piazza Tiananmen. Quel viaggio divenne per lui l’inizio di un percorso fotografico che, nell’arco di tre decenni, lo avrebbe portato a osservare la metamorfosi accelerata del Paese.

Città che crescono come organismi inarrestabili, grattacieli che svettano come simboli di un progresso incessante, ma anche luoghi sospesi, fragili, che sembrano esistere fuori dal tempo. 

Le immagini di Barbieri oscillano tra il reale e la sua rappresentazione, tra il concreto e il simulato. Il suo sguardo trasforma il paesaggio urbano in una dimensione quasi onirica: la tecnica del fuoco selettivo, le riprese aeree, le lunghe esposizioni, l’uso dei colori saturi creano una sensazione di artificio, come se la realtà fosse un plastico in scala, un modello progettuale ancora in costruzione.

Visioni urbane e mutamenti sociali

Questa mostra rappresenta un ulteriore capitolo del progetto La Grande Fotografia Italiana, ideato da Roberto Koch per celebrare i maestri della fotografia del Novecento. Dopo Lisetta Carmi, Mimmo Jodice e Antonio Biasiucci, il percorso continua con Olivo Barbieri, il cui lavoro si inserisce in una riflessione più ampia sul cambiamento delle metropoli globali e sul loro impatto culturale, sociale ed economico.

Gli spazi della mostra sono concepiti come una sequenza di stanze immersive, in cui il visitatore si muove tra contrasti estremi: vuoti e pieni, luce naturale e artificiale, caos e silenzio. Le immagini di Barbieri non si limitano a documentare, ma ci costringono a interrogarci su cosa significhi davvero vedere la realtà. Il paesaggio urbano diventa un palcoscenico, un’illusione costruita con materiali e luci che sembrano provenire da un’altra dimensione.

Oltre la mostra: eventi e incontri

Il percorso espositivo sarà inoltre arricchito da contenuti audio scaricabili attraverso l’app delle Gallerie d’Italia, per offrire al pubblico una chiave di lettura più approfondita sulle opere in mostra.

Olivo Barbieri. Spazi Altri rappresenta una nuova tappa nel progetto museale delle Gallerie d’Italia, che da Torino a Milano, da Napoli a Vicenza, si confermano come luoghi di eccellenza per la fotografia contemporanea.


lunedì, marzo 17, 2025

L’effetto catartico della ceramica

 

Da Internazionale - Kolja Haaf, Süddeutsche Zeitung Magazin, Germania

Modellare l’argilla è un’attività creativa e rilassante che può aiutare a ridurre stress e depressione. Un giornalista racconta i suoi esperimenti con questo materiale primordiale.

“Le persone non sono fatte per stare sedute davanti a un computer, ma per fare cose con le mani”. Ero sempre il primo ad alzare gli occhi al cielo sentendo frasi come questa. Un po’ tipo: “Ho una personalità indaco”.

Eppure, ultimamente mi è capitato di dire qualcosa del genere. Perché ogni tanto anche io percepisco un senso di vuoto dopo aver trascorso gran parte della giornata nel mondo digitale. Ho provato a meditare, ad allenarmi tutti i giorni, ho cominciato una psicoterapia.

Ma quello che mi ha davvero riconciliato con la vita è stato un pezzo di terra grigia sul tavolo. Dalla pandemia realizzo manufatti in ceramica. Sono belli? Difficile a dirsi. Hanno un uso pratico? No, anzi invadono il mio appartamento. Spendo vergognose quantità di denaro per smalti speciali, cicli di cottura nei forni, utensili per modellare? Senza dubbio.

Ma quello che conta è che, quando mi sento triste o preoccupato mi basta pensare all’argilla che mi aspetta a casa o che cuoce nel for no, e mi sembra di poter affrontare tutto.

Lavorare con l’argilla offre qualcosa che nessun altro hobby consente: un illimitato senso di potere.

Nulla è paragonabile all’ebbrezza della propria capacità creativa quando le dita, che in genere sono relegate a cliccare e scrollare, finalmente sono libere di plasmare un “Adamo”, o almeno un vaso di fiori storto.

Dopotutto non è così che Dio ha creato il primo uomo? E poi l’argilla è un materiale davvero arcaico. Chi non riesce a sentire, rompendone un pezzo, il profumo dei fanghi primordiali da cui è fiorita la civiltà?

Il primo manufatto in terracotta è stato realizzato circa 28mila anni fa e sono pronto a scommettere che anche quel primo appassionato di ceramica spiegasse con trasporto a tutti i presenti nella grotta l’incredibile esperienza e l’illimitato sen so di potere sperimentato con l’argilla.

Il mondo fino ad allora così rigido acquisì improvvisamente una caratteristica che, argilla a parte, non è così facile da trovare: la plasticità. Ovvero, come si legge nel dizionario, “la proprietà di un materiale so lido di subire deformazioni sotto l’azione di una forza e di mantenerle”.

Con il minimo sforzo, senza bisogno di utensili, e senza dover pensare fuori dagli schemi, si può trasformare qualcosa secondo la propria volontà e, come scrive il Journal of the American Art Therapy Association a proposito dell’effetto terapeutico dell’argilla, “ci s’immerge totalmente nel qui e ora”.

La ceramica è la liberazione definitiva dall’astrazione. Nessuna interfaccia, nessun commento, nessuna tabella excel, solo fanghiglia.

“Da qualche anno, il mondo dell’arte tratta la ceramica con più coraggio e ha smesso di considerarla un’attività secondaria”, dice Madeline Stillwell, la direttrice di Ceramic Kingdom, un eccellente studio di ceramica di Berlino.

Dopo la pandemia, la richiesta di forni a noleggio e di corsi di ceramica è lievitata. Ho partecipato a lezioni per cui bisognava mettersi in lista d’attesa. I prezzi si sono ovviamente adeguati. Sono abba stanza sicuro che Madeline Stillwell possa comprarsi una casa solo grazie agli incassi dei miei cicli di cottura (il che si deve soprattutto all’irragionevole pesantezza delle mie creazioni).

Di norma i cicli sono due: il primo è detto biscottatura o primo fuoco e indurisce l’argilla in modo che possa poi essere smaltata e cotta di nuovo a una temperatura più alta. In questa seconda fase possono andare storte molte cose. E calcolando dodici euro al chilo, moltiplicato per due cicli di cottura, più le spese per lo studio, i materiali, e il tempo impiegato, non è raro che un angolo della bocca si contragga in una smorfia di disappunto quando qualcosa si rompe.

A mano libera

La ceramica è stata per molto tempo un’attività un po’ derisa perché secondo il cliché ci si dedicavano donne di età avanzata, con un passato sessantottino o una formazione steineriana.

Secondo Stillwell “tutto il processo produttivo della cerami ca e la funzione degli oggetti sono associati all’universo femminile”. Si riferisce in particolare alla ceramica fatta con il tornio.

Eppure, a mio avviso, è in atto una sorta di transizione di genere, anche grazie ai sensuali influencer ceramisti che, seduti al tornio a petto nudo, plasmano vasellame di proporzioni assurde. Tra l’altro il tornio richiama un certo erotismo.

Secondo me, però, nel tornio c’è già troppa tecnologia. Per una completa Epifania, consiglio di modellare l’argilla a ma no libera: è più immediato, più anarchico. E si può anche valutare meglio un aspetto di cui all’inizio non ero consapevole, ma che adesso mi appare del tutto comprensibile.

Secondo il Journal of the American Art Therapy Association, le radici della modellazione dell’argilla risalgono ai primi anni dello sviluppo, quando i bambini scoprono la plasticità delle loro feci.

E “l’effetto catartico di lavorare con un materiale primitivo e primordiale come l’argilla potrebbe soddisfare bisogni precedentemente insoddisfatti e dare spazio alle tendenze anali”, scrive il giornale.

Studi recenti suggeriscono inoltre che lavorare l’argilla è una buona idea anche contro la depressione, il morbo di Parkinson e lo stress. Quindi, per riassumere i motivi per cui tutti dovrebbero provare l’argilla al meno una volta nella vita, posso dire:

  • giocare a fare Dio,
  • scacciare i pensieri oscuri,
  • connettersi con gli antenati,
  • sfuggire all’alienazione digitale,
  • far parte di un movimento femminista d’avanguardia,
  • rispolverare i neuroni,
  • canalizzare la frustrazione sessuale e, per ultimo ma non meno importante,
  • sublimare i traumi della prima infanzia.

L’argilla è tutto questo. E a volte c’è perfino della creatività.

Ma resta una domanda al termine di questo processo di guarigione e scoperta di sé.

Cosa fare di tutte le cose che produci?

Se sei disposto a correre dei rischi puoi mostrare i tuoi lavori sui social: magari qualcuno avrà pietà di te. E quei cinque “mi piace” varranno più dei cinquanta per la foto senz’anima dello spritz in spiaggia. Perché una produzione in argilla è un pezzo unico con la sua aura, nel senso benjaminiano dell’espressione.

Theodor Adorno si è giustamente chiesto se l’aura non sia sempre la traccia dell’elemento umano lasciata nella cosa. Assolutamente sì. E dove potrebbe essere più immediata questa traccia se non nell’impronta appena visibile di un dito su un frammento consumato dal tempo di un antico vaso per piante grasse a forma di dinosauro?

In alternativa, puoi sempre regalare le cianfrusaglie che hai realizza to ai tuoi parenti per Natale.


domenica, marzo 16, 2025

La metro di Milano è forte solo al centro: i risultati a sorpresa da un confronto con Roma

 

Estensione rete metropolitana nella Città Metropolitana di Milano

La rete di trasporti sotterranei di Milano è sottodimensionata rispetto alle esigenze dell'area metropolitana

Milano vanta la rete metropolitana più estesa d’Italia: rispetto a Roma ha quasi il doppio di chilometri e fermate. Se si allarga però l’orizzonte al continuum urbano si nota però una carenza di Milano: la sua rete risulta sottodimensionata ampliando il territorio, se paragonato a quello della Capitale.

La metro di Milano è forte solo al centro: i risultati a sorpresa da un confronto con Roma

Milano vs Roma: una questione di superfici e di densità urbana

Roma vs Milano

Quando si parla di estensione territoriale, il confronto tra Milano e Roma sembra senza storia. 

Il Comune di Roma si estende per 1.287 kmq, mentre quello di Milano si ferma a 182 kmq. 

Una differenza abissale che si riflette anche nei territori urbanizzati: 

la Capitale, pur avendo una superficie enorme, ha un’area urbanizzata concentrata nell’area centrale, eccetto il Municipio X,

mentre Milano sfrutta il 72% del suo territorio disponibile all’interno dei confini comunali. 

Questo significa che Milano ha una densità abitativa molto più alta rispetto Roma, con oltre 7.600 abitanti per kmq, contro 2.100 abitanti per kmq.

Ma cosa succede quando confrontiamo le reti metropolitane?

Per un’analisi territoriale simile occorre comparare comune di Roma con città metropolitana di Milano

Estensione rete metropolitana nella Città Metropolitana di Milano

La rete metropolitana di Milano è la più estesa d’Italia: 111,8 km di linee e 134 stazioni.

Roma si ferma più o meno alla metà, con 60 km di linee e 73 stazioni. 

Sembra una vittoria schiacciante per Milano. Ma…

Per fare un confronto più veritiero andrebbe però presa in considerazione un territorio comparabile,

come l’area della Città Metropolitana di Milano di 1.575 kmq, rispetto a  1.287 kmq del territorio comunale della Capitale,

con una maggiore popolazione di Milano, 3,2 contro 2,8 milioni e simile densità abitativa, 2.100 contro 2.060 residenti ogni kmq.

Si tratta pertanto di due territori più simili per un’analisi comparativa. 

La metro di Roma si estende su più territorio rispetto a quanto fa Milano con la città metropolitana 

Estensione rete metropolitana Comune di Roma

Comune di Roma e città metropolitana di Milano: prendendo queste due aree di paragone, la differenza tra le linee della metropolitana per la copertura del territorio diventa meno marcata: nessuna linea metropolitana milanese arriva ai confini territoriali mentre a Roma a farlo è la metro C

La rete di Milano risulta migliore della Capitale, ma il margine si assottiglia.

I chilometri e le fermate di Milano sono il doppio rispetto a Roma, e la rete milanese copre il 7,1% del territorio, mentre quella romana il 4,7%. 

Facendo il mero rapporto con la popolazione, nella Città Metropolitana di Milano ci sono 0,0000339 km di metro per abitante, a Roma 0,0000214 km.

Ma Milano risulta forte solo al centro, la rete dei trasporti sotterranei di Milano è sottodimensionata rispetto alle esigenze dell’area metropolitana.

Estensione rete metropolitana nella Città Metropolitana di Milano

Infatti, se si estende il metro di valutazione non più solo alla città metropolitana ma all’area metropolitana, le cose per i trasporti di Milano vanno peggio.

Osservando le immagini satellitari di Milano si nota immediatamente come in realtà esiste un’unica enorme area urbanizzata che contiene le province a nord di Milano, come Varese, Como e Lecco e tutta la Monza Brianza, che fino al 2009 era parte del territorio provinciale di Milano. 

Un’area che conta circa 7,4 milioni di abitanti e include anche parte delle province di Bergamo, Cremona, Lodi, Pavia, Novara, Alessandria, Brescia e Piacenza. Infatti, molti degli abitanti di queste province si spostano giornalmente su Milano. 
Un’area di circa 5.700 kmq, con una densità abitativa di circa 1.300 abitanti per kmq.

Sulla base di queste considerazioni, si evince come la rete dei trasporti sotterranei di Milano sia decisamente sottodimensionata rispetto alle esigenze che imporrebbe il continuum urbano, mentre Roma ha un territorio meno densamente urbanizzato anche nella sua Città Metropolitana, con 789 abitanti per kmq.

È evidente a chiunque, che per risolvere il traffico verso e intorno a Milano È NECESSARIO estendere le linee metropolitane oltre i confini del Comune verso la densamente popolata città metropolitana.

È evidentemente inutile colpire gli automobilisti aumentando tariffe delle varie Area B e Area C, perché non hanno alternative valide all’uso dell’auto.

  • Perché non estendere la Linea 3 Gialla a Nord lungo la Comasina e a Sud lungo la Via Emilia?
  • Perché non estendere la Linea 2 Verde a Sud oltre Assago?
  • Perché non estendere la Linea 1 Rossa a Est oltre Bisceglie e a Nord/Est oltre Sesto San Giovanni?
  • Perché non estendere la Linea 5 Viola a Est oltre San Siro e a Nord oltre Cinisello Balsamo?
  • Perché non estendere la Linea 4 Blu a Sud/Est oltre Corsico/Buccinasco e a Est verso Crema?

Quanto traffico e inquinamento da pendolarismo si potrebbe ridurre?

Sono domande che vorremmo porre agli amministratori di Città Metropolitana e da cui ci aspettiamo una risposta seria!

Gli abitanti della Città Metropolitana hanno gli stessi diritti dei cittadini del ricco centro di Milano!