Un romanzo cangiante e ipnotico,
che intreccia con lucidità disarmante il filo di cui sono intessute le nostre
vite.
In un istante può succedere tutto.
I padri rifiutarsi di essere
genitori, un amore venire allo scoperto o invece spezzarsi, una bambina
disprezzare l'infanzia comportandosi più seriamente di qualsiasi adulto.
Sospesi in un eterno presente, i protagonisti di questo romanzo incarnano tutte
le nostre contraddizioni, restituendoci come allo specchio il riflesso di ciò
che non vogliamo vedere.
Siamo all'alba degli anni
Ottanta, e attorno a Nico Quell - volubile ragazzo senza qualità che sta
partendo militare - e Nanni Zingone - l'amico che si è fatto carico di tenere
unita la sua giovane famiglia - si muove una compagnia di personaggi irresistibili
come schegge di un capolavoro perduto.
Il decennio più edonista dispiega
in queste pagine un'umanità iridescente, affacciata sulle terrazze di una
cattedrale o in cima a un vulcano, nei cubicoli di un ufficio o al capezzale di
un vecchio delirante.
Come esplorare ogni possibile
legame tra di loro?
E dunque in questo libro fiume
inseguiamo la diaspora lungo lo Stivale di professori e militari, figlie di
nessuno e ragazze alla pari, bande di terroristi, maghi, suocere autoritarie e
modelle inarrivabili.
Uno sciame di lucciole che, per
un istante, illumina scene d'amore e del suo contrario, e poi il riscatto e la
caduta, la ricerca inesauribile di gioia anche nelle quotidiane frustrazioni.
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