venerdì, gennaio 31, 2025

RaiPlay: Nella mente di Narciso - Storie di narcisismo criminale (anche il delitto di Senago)

Roberta Bruzzone analizza i protagonisti di casi di cronaca nera, indagando sulle personalità dei colpevoli. Nella mente di Narciso - RaiPlay 

Nel programma La Mente di Narciso,  Roberta Bruzzone esplora i lati più oscuri della mente umana attraverso il racconto di alcuni dei più efferati crimini della cronaca nera italiana degli ultimi anni. Guidata dalla nota psicologa e criminologa, la serie rivela le dinamiche psicologiche che si celano dietro a questi atti di efferata violenza. I casi trattati:

Il delitto di Bolzano
L’omicidio di Sarah Scazzi
Il delitto di Temù
Il delitto di Senago

Una narrazione avvincente e un'analisi psicologica accurata fanno di questo format un punto di riferimento per gli appassionati di true-crime.

La produzione è affidata a “La Casa Rossa”, giovane casa di produzione cinematografica e televisiva guidata da Francesca Verdini, produttrice anche del film Enigma Rol, vincitore del Nastro d’Argento 2024 come miglior documentario.

La regista Serena Pasquali Lasagni, fresca dal successo di C’è Ancora Domani (operatrice backstage), si cimenta nella sua prima regia televisiva con un altro progetto di stampo sociale.

Roberta Bruzzone ha scritto in collaborazione con una Writing Room under 35 composta da Luca Bellesi, Giulia Fedeli e Federico Guerzoni. La squadra autoriale ha proiettato la sua visione fresca e moderna, integrata in maniera efficiente, nella grammatica del genere true-crime, che negli ultimi anni ha spopolato sulle nostre piattaforme.

La comunicazione del progetto è il risultato di una felice collaborazione tra la divisione Digital de La Casa Rossa e il team di comunicazione Rai. Azzurra Nappi e Mattia Bertini, rispettivamente classe 2001 e 1992 per La Casa Rossa e il team di comunicazione Rai, coordinato da Anna Maria Delogu e Francesca Procopio, hanno guidato con maestria una campagna crossmediale che ha integrato cartellonistica OOH (Out of Home) con contenuti extra appositamente ideati, come interviste in formato pillola diffuse sui social e interviste per web e stampa e organizzando ospitate televisive per Roberta Bruzzone. 

La combinazione tra questi approcci ha garantito una promozione incisiva e ben calibrata, valorizzando appieno il prodotto.

 

giovedì, gennaio 30, 2025

MOSTRA: "unseen" di Vivian Maier pioniere della street photoghaphy - Monza

 

Vivian Maier unseen - Reggia di Monza

Vivian Maier - unseen |

Unseen, le foto mai viste di Vivian Maier è il titolo della mostra che la Villa Reale di Monza dedica, dal 17 ottobre 2024 al 21aprile 2025, a una delle pioniere e massime esponenti della street photography.

La mostra è la più importante esposizione mai fatta su questa straordinaria, riservatissima artista: 200 fotografie, divise in 9 sezioni, esplorano i temi e i soggetti caratteristici del suo stile: dagli autoritratti alle scene di strada, dalle immagini di bambini alle persone ai margini della società, avventurandosi anche in aspetti sconosciuti o poco noti di una vicenda umana e artistica non convenzionale.

La mostra si compone di nucleo di fotografie in bianco e nero e a colori, molto rare e fino a pochi anni fa mai viste in pubblico, alle quali si si aggiungono filmati in formato Super 8, provini a contatto, audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica.

Parte di questo è materiale inedito di Vivian Maier che la curatrice Anne Morin presenta per la prima volta in questa mostra alla Villa Reale di Monza.

La mostra si completa con una serie di eventi collaterali che comprendono workshop artistici, conferenze sulla storia della fotografia, laboratori per i bambini e altre varie iniziative strettamente collegate al mondo della fotografia e dell’immagine in generale.

Per completare la loro conoscenza della fotografa e del suo lavoro, i visitatori della mostra saranno invitati ad accedere a una sala speciale, ideata appositamente, dove proveranno la coinvolgente esperienza di Essere Vivian Maier…

 


mercoledì, gennaio 29, 2025

Il Circolo dei Lettori: Raccontami la storia - A che punto era la notte, quando l’allievo superò il maestro?

 

Giovedì 30 gennaio, ore 18.30, Casa Manzoni, via Morone 1, Milano

Circolo dei Lettori L’incontro, in presenza, è a ingresso libero fino a esaurimento posti e sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube.

Monaco, 30 settembre 1938: la giornata della capitolazione delle forze democratiche alla dittatura tedesca.

La data in cui Francia e Inghilterra, con la mediazione di Mussolini, annichilito e sfiduciato, consegnarono a Hitler la regione cecoslovacca dei Sudeti, dando il via libera alla sua rapida ascesa territoriale in Europa. Un successo politico, per Hitler, che lo elevò a figura dominante nella scacchiera politica internazionale.

Benito Mussolini, fino a quel momento, unico e grande dittatore d’Europa, si ritrovò scalzato dalla sua posizione di potere: l’allievo tedesco, che tanto si era ispirato al fascismo nelle fasi embrionali della sua carriera politica, si stagliava ora come minaccia potentissima non solo per i paesi democratici, ma anche per l’Italia.

Ma chi era per gli italiani, Benito Mussolini? Leader carismatico e allo stesso tempo temibile, capo del fascismo e sua guida morale, tanto che, come chiarisce Giordano Bruno Guerri, “gli italiani, parlando di Benito Mussolini – fra loro, in casa – lo chiamavano Benito, una presenza familiare nelle loro vite, detestata o più spesso amata.”

Maurizio Serra, diplomatico e scrittore, ha appena pubblicato “Scacco alla pace” (Neri Pozza, 2024), disegnando i profili dei quattro attori principali di quel settembre 1938 (Hitler, Mussolini, Chamberlain, Daladier).

Giordano Bruno Guerri, storico, saggista e presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, si è concentrato su Benito (Rizzoli, 2024), duce del popolo italico.

In dialogo con Pier Luigi Vercesi, giornalista e scrittore, i due autori si confronteranno sul momento, storico e politico, in cui l’Europa capitolò al nazismo, entrando nel tragico buio della Seconda guerra mondiale.


martedì, gennaio 28, 2025

PAROLE O_STILI: 27 gennaio 2025 - Giorno della Memoria








Un triste ritornello accompagna la storia dell’umanità, 
anche quando cambiano bandiere, nazionalità e latitudini: 
è la promessa solenne che certi orrori non accadranno mai più.

Archiviare il passato come una lezione appresa non basta.

Non abbiamo imparato abbastanza.

Disinnescare l’odio e le bombe è la promessa che dobbiamo mantenere. 

https://paroleostili.it 










lunedì, gennaio 27, 2025

JUNK: Armadi pieni

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo di Ottorino Pagani

JUNK, armadi pieni - la nuova docuserie di Will Media e Sky Italia

JUNK è la docuserie coprodotta da Will Media e Sky Italia per trovare la verità sull’industria della produzione dei vestiti, raccontata attraverso le storie e le immagini delle persone ed ecosistemi che subiscono direttamente l’impatto negativo del fast-fashion.

Dal Ghana al Cile, Indonesia, Bangladesh, India e Italia, ogni puntata è dedicata ad un paese e tema diverso – un progetto nato per generare consapevolezza ma soprattutto per restituire a tutti la certezza che il cambiamento è ancora possibile e tutti abbiamo un ruolo da giocarci.

In particolare, il video 6 parla della situazione in Veneto, Italia: https://youtu.be/WmziRmZB_wc

PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche che includono gli acidi perfluoroacrilici, si trovano ormai dappertutto: dalle pentole antiaderenti, a indumenti e scarpe impermeabili, fino ad alcuni imballaggi alimentari, pesticidi e acque del rubinetto.

Ma perché sono così utilizzati e quali possono essere i rischi per la nostra salute?

Ne abbiamo parlato con il professor Emilio Benfenati, responsabile del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’IRCCS Mario Negri di Milano.


domenica, gennaio 26, 2025

LIBRO: "BULLISMO" di Anna ARCARI e Katia PROVANTINI

di Anna Arcari e Katia Provantini  - socie de Il Minotauro” – Istituto di Analisi dei Codici Affettivi, formato da psicologi e psicoterapeuti che da quarant’anni collaborano in attività di ricerca-formazione e consultazione-psicoterapia Homepage - Minotauro

Quanto sappiamo di un fenomeno complesso come il bullismo?
Abbiamo gli strumenti per comprenderlo?
Che impatto può avere?
Rispondere a queste e a molte altre domande non è semplice, ma la guida di due voci esperte può essere di grande aiuto.
Il bullismo riguarda soprattutto gli studenti delle scuole dell’obbligo e spesso è al centro delle cronache con eventi drammatici.

Le ricerche rivelano che si tratta di un fenomeno multidimensionale: i comportamenti persecutori dei bulli nei confronti delle vittime, anche quando avvengono nel mondo virtuale, sono spesso espressione di specifiche dinamiche di gruppo, legate a importanti compiti di crescita.

Questo testo offre una lettura in cui la messa a fuoco dei diversi aspetti che lo caratterizzano rappresenta il primo passo per favorirne la comprensione e la prevenzione e ridurne quindi la diffusione.
 
Istituto Minotauro
Il Minotauro da più di quarant’anni svolge attività di prevenzione del disagio evolutivo, consultazione e psicoterapia nelle diverse fasce del ciclo di vita, secondo un modello di psicologia evolutiva psicoanalitica.
Tali attività sono fortemente integrate con la ricerca, la divulgazione scientifica e la formazione (master, scuola di psicoterapia, percorsi formativi per operatori) e gli interventi sul territorio in rete con enti locali, servizi e altre realtà del terzo settore.

Arcari Anna

Psicologa e psicoterapeuta, svolge attività di consultazione con adolescenti, giovani adulti e genitori.

Vicepresidente della Cooperativa Minotauro, coordina e conduce sportelli di ascolto nelle scuole e progetti di rete nei territori per la prevenzione del disagio e della dispersione scolastica. Progetta e realizza attività di formazione per docenti e operatori psicosociali.

Docente presso il master “Adolescenti in crisi” della Fondazione Minotauro.

Provantini Katia

Psicologa, esperta in problematiche evolutive con particolare riferimento alle difficoltà scolastiche e dell’apprendimento. Svolge attività di consultazione con adolescenti, genitori e coppie in crisi e attività di formazione e supervisione a docenti e psicologi. Coordina progetti di rete per l’orientamento, la prevenzione del disagio e della dispersione scolastica in collaborazione con Comuni ed Enti Locali.

 

sabato, gennaio 25, 2025

LIBRO: “Soffrire di adolescenza: Il dolore muto di una generazione” di Loredana Cirillo

Oggi la sofferenza degli adolescenti ha caratteristiche inedite, è molto profonda e si accompagna spesso a gesti violenti e comportamenti autolesivi.

Gli attacchi al Sé riguardano sia il corpo (tagli, disturbi alimentari) sia la mente (ansia, depressione, dissociazione).

I nuovi adolescenti sono in genere molto amati e sostenuti, perché allora appaiono così fragili?

Vivono sovrastati dalle contraddizioni: sono ascoltati più che in passato ma non esprimono ciò che pensano, hanno tante possibilità ma spesso si sentono privi di speranza.

Un fiume di parole e attenzioni ne accompagna la crescita ma rischia di mettere a tacere la loro voce e le emozioni più autentiche.

Sperimentano, così, un senso di vuoto incolmabile, che si manifesta attraverso forme d’ansia sempre più diffuse e pervasive.

Le pagine di questo libro raccontano il lavoro con gli adolescenti che vivono in questo contesto e soffrono per l’impossibilità di dare un significato alla propria vita.

Per diventare davvero adulti e sentire di avere un futuro hanno una sola possibilità: andare alla ricerca delle verità più autentiche che vivono dentro di loro e che rivendicano il diritto di esistere.

 

venerdì, gennaio 24, 2025

NUOVA Iniziativa di RESTARE UMANI: VOTA il PARCO BORGHETTO come Luogo del Cuore FAI !

VOTA anche TU per il PARCO BORGHETTO

come Luogo del Cuore  FAI

Inquadrando il QR Code sopra

oppure

In entrambi i casi dovrai confermare in tuo voto nella e-mail che riceverai dal FAI

VOTA entro il 10 APRILE 2025 !

La villa e il casino di caccia hanno bisogno di essere ristrutturati!

Con l’aiuto delle Associazioni locali e delle persone amanti del bello possiamo ricevere dal FAI una parte dei fondi necessari alla loro ristrutturazione 

Non farebbe piacere a tutti avere un Luogo del Cuore FAI nel nostro territorio?

Come Associazione Restare Umani siamo convinti che la Campagna di raccolta voti FAI sarà comunque importante per valorizzare il Parco Borghetto, un luogo rurale e storico nel contesto di un’area verde che rientra a pieno titolo nel Parco del Seveso, nonché per vivacizzare il quartiere di Palazzolo Milanese e il Comune di Paderno Dugnano.

Il FAI dà la possibilità di ricevere dei fondi per la ristrutturazione o conservazione di luoghi particolarmente cari ai cittadini italiani. Naturalmente, solo i Luoghi più votati riceveranno dei fondi.
I contributi saranno così suddivisi:
  • 70.000 € primo classificato
  • 60.000 € secondo classificato
  • 50.000 € terzo classificato
Inoltre, il FAI, a conclusione del censimento, al fine di selezionare altri progetti da sostenere, lancerà il “Bando I Luoghi del Cuore”. I Luoghi verranno scelti  tra quelli che, alla data del 10 Aprile 2025, avranno ricevuto almeno 2.500 voti.

Tali Luoghi potranno presentare al FAI una richiesta di intervento sulla base di specifici progetti di azione di tutela o di valorizzazione. Una commissione tecnica interna al FAI valuterà le domande pervenute e selezionerà i luoghi idonei al sostegno della Fondazione, anche con lo stanziamento di contributi economici.

Naturalmente, nel caso, l’intervento da effettuare verrà deciso dal Comune di Paderno Dugnano.

Molto probabilmente i fondi FAI non saranno sufficienti a coprire tutte le ristrutturazioni necessarie,
 ma vale comunque la pena provarci!
 
Possono votare TUTTI, non solo gli abitanti di Paderno Dugnano

L’obiettivo minimo è superare i 2500 voti!!!
Ma perché non puntare al 3° posto? Al 1° posto?

 
TUTTI INSIEME CE LA POSSIAMO FARE!

 



MUSEO di FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA – Cinisello Balsamo – Ingresso gratuito

 

Il Museo di Fotografia Contemporanea opera dal 2004 nella sede di Villa Ghirlanda, complesso architettonico secentesco con ampio parco all’inglese situato nel centro storico di Cinisello Balsamo, a pochi chilometri da Milano. mufoco.org | Museo di Fotografia Contemporanea

Unico museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea, è una struttura attiva nel campo della conservazione, catalogazione, studio e divulgazione della fotografia, con particolare accento sulle trasformazioni tecnologiche in corso e sul rapporto fra la fotografia e le altre discipline espressive. 

Il patrimonio fotografico del Museo comprende oltre 2 milioni di opere fotografiche, tra stampe in bianco e nero e a colori, diapositive, negativi, video, installazioni di oltre 1000 autori italiani e stranieri.

L’insieme delle immagini costituisce uno spaccato significativo della fotografia dal secondo dopoguerra a oggi, con particolare accento sugli sviluppi della fotografia strettamente contemporanea, dunque dagli anni Settanta a oggi, e sulla attuale evoluzione del mezzo nel suo passaggio dalle pratiche analogiche alle soluzioni digitali.

I fondi fotografici conservati presso il Museo comprendono opere di autori italiani e stranieri e derivano da committenze, depositi, donazioni.

Inoltre, il Museo custodisce la più grande biblioteca specialistica in fotografia esistente in Italia e una delle maggiori in Europa, che conta oggi 20.000 volumi e riviste, provenienti da acquisti, scambi con altre istituzioni e da numerose donazioni di privati

Il Museo opera in un contesto nazionale e internazionale, ma al tempo stesso è fortemente radicato nel territorio metropolitano in cui si trova, ponendosi in continuo dialogo con le comunità che vi abitano.

giovedì, gennaio 23, 2025

MOSTRE: "La Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis" a Brescia

 

Brescia, Palazzo Martinengo.  25 gennaio –15 giugno 2025

Mostra Belle Epoque - Dal 25 gennaio al 15 giugno a Brescia

Palazzo Martinengo ospiterà un’imperdibile mostra dedicata alla Belle Époque che presenterà al pubblico i capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante gli anni trascorsi a Parigi.

Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, i lunghissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile  nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna.

La mostra si snoda in un avvincente percorso espositivo articolato in nove sezioni e ricco di oltre 100 opere, per lo più provenienti da collezioni private – solitamente inaccessibili – e da importanti istituzioni museali quali le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e il Museo Civico di Palazzo Te di Mantova.

Oltre a celebri dipinti quali:

“Ritratto di signora in bianco” di Giovanni Boldini
 
“Sulla panchina agli Champs Elysées” di Giuseppe De Nittis

“Al Café Nouvelle Athènes” di Federico Zandomeneghi, 

Sarà possibile immergersi nel clima artistico e culturale della Belle Époque grazie alla selezione di:

  • elegantissimi abiti femminili realizzati nelle Maisons di Haute Couture più raffinate, che divennero luoghi di ritrovo esclusivi dell’alta società;
  • coloratissimi manifesti – le cosiddette affiches – che pubblicizzavano i locali alla moda, cabaret, café chantant, spettacoli teatrali e grandi magazzini, disegnati da insigni illustratori come Cappiello, Dudovich e Metlicovitz;
  • raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum per arredare le case della ricca borghesia.

Nel corso del XIX secolo la Francia è il centro propulsore dell’arte contemporanea e costituisce per molti paesi un modello ineguagliato di civiltà.

I pittori italiani sono indotti a un continuo confronto con l’arte di quella Nazione, complici le Esposizioni Universali che vi si tengono periodicamente e che ne promuovono l’immagine a livello internazionale.

Ma il vero e proprio “Mito di Parigi” è un portato della Belle Époque, sorta di età dell’oro segnata dal trionfo del modello borghese liberale e laico, dalla grande libertà di pensiero, da prodigiose scoperte scientifiche, da una decisiva accelerazione dei mezzi di trasporto, dalla nascita del turismo di massa, dal grande fulgore dei teatri e dei giornali a stampa.

La Belle Époque indica dunque il periodo felice in cui i ceti medi giungono a godere di un certo benessere e Parigi diviene, anche in virtù di questo, un vero laboratorio letterario e artistico nel quale convivono tendenze molto diverse le une dalle altre.

Per diversi artisti italiani della seconda metà dell’800 il soggiorno nella capitale francese diventa quindi una necessaria appendice alla propria formazione e un’importante occasione di aggiornamento culturale.

Per alcuni di essi Parigi è un punto di arrivo, l’obiettivo da raggiungere, il trampolino di lancio per ottenere guadagni e successo nella capitale mondiale del lusso e dell’eleganza, che sarà rievocata in mostra attraverso i capolavori senza tempo di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, pittori della vita moderna.

 


mercoledì, gennaio 22, 2025

ADA LOVELACE: l’inventrice della prima macchina che si potesse programmare e riprogrammare

 

Quando nessun altro vide il potenziale della macchina analitica creata da Charles Babbage, Ada Lovelace, una precorritrice dei suoi tempi, fu capace di sviluppare il primo algoritmo processabile dall’apparecchio.

Ogni anno, a partire dal 2009, il secondo martedì di ottobre si celebra la giornata internazionale di Ada Lovelace, una data scelta per commemorare i risultati ottenuti dalle donne nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

La celebrazione rende inoltre omaggio alla figura di questa donna, una pioniera dell’informatica, figlia del famoso e controverso lord Byron e dell’aristocratica inglese Anne Isabelle Milbanke, anch’ella appassionata di matematica e astronomia.

Ada Lovelace, la visionaria figlia di lord Byron

La madre le offrì un’educazione severa e attenta, che comprendeva musica, francese e matematica. Volle anche che la figlia ricevesse una formazione scientifica, e assunse per lei la prestigiosa matematica e astronoma scozzese Mary Somerville. 

Per incentivare l’interesse di Ada per la scienza e la tecnologia, madre e figlia viaggiarono nelle regioni più industrializzate d’Inghilterra, dove la giovane poté ammirare i macchinari più innovativi, come il telaio meccanico inventato da Joseph Marie Jacquard, che già all’epoca funzionava grazie a delle schede perforate. Lo status sociale elevato le permise di confrontarsi con eminenti scienziati quali Andrew Crosse, David Brewster, Charles Wheatstone, Michael Faraday e con il romanziere Charles Dickens.

Durante una festa dell’alta società, Ada Lovelace conobbe il matematico Charles Babbage, che aveva progettato un calcolatore meccanico capace di calcolare tavole di funzioni numeriche attraverso il metodo delle differenze. Progettò anche, pur non arrivando mai a costruirla, una macchina analitica per eseguire programmi di tabulazione o computazione. Per queste invenzioni Babbage è considerato uno dei pionieri nel concepire l’idea di quello che oggi potremmo considerare un computer.

L’invenzione di Babbage entusiasmò Ada: la giovane pensò che quell’invenzione, in  un giorno non molto lontano, avrebbe  permesso di costruire macchine in grado di cambiare la vita delle persone.

Nel 1835 Ada conobbe e sposò William King-Noel, conte di Lovelace, membro di un’influente famiglia. A partire da quel momento si firmò sempre Ada Lovelace.

Nel 1842 Ada redasse la sua unica pubblicazione professionale per la rivista Scientific Memoirs, che le aveva affidato la traduzione di un articolo scritto in francese dall’ingegnere militare italiano Luigi Menabrea in cui era descritta la macchina analitica di Babbage. 

Ada pubblicò l’articolo con numerosissime note di suo pugno, con le quali fornì le proprie teorie sul funzionamento della macchina di Babbage.

Le note, firmate solo con le iniziali A.A.L. per celare la sua vera identità, non furono pubblicate a suo nome fino al 1953.

Alla fine, queste estesissime note divennero più famose della traduzione stessa dell’articolo.

Ma cosa contenevano? 

L’immaginazione e la capacità di Ada di vedere oltre la realtà immediata la resero in grado di sviluppare diversi concetti che oggi potremmo dire visionari. 

Il più celebre si riferisce al funzionamento di quello che oggi è noto come algoritmo informatico.

Ada prese a esempio i numeri di Bernoulli, che consistono in una serie infinita di cifre che giocano un ruolo importante nel descrivere, attraverso un diagramma, le operazioni che la macchina di Babbage avrebbe dovuto eseguire per poterle calcolare.

Di fatto fu Ada a introdurre quell’algoritmo nella macchina di Babbage, abbozzando un concetto informatico che oggi conosciamo come “iterazione” (un gruppo d’istruzioni che si eseguono più volte), o “subroutine” (parte di un programma che può essere richiesto in qualunque momento).

Anche se non si può affermare categoricamente che Ada Lovelace sviluppò il primo programma informatico della storia, a differenza di Babbage fu comunque capace di vederne le conseguenze pratiche.

Per esempio, fu sua l’idea di una macchina che si potesse programmare e riprogrammare per eseguire diverse funzioni, senza limitarsi semplicemente al calcolo, ma capace di eseguire qualunque compito che si potesse esprimere attraverso dei simboli.

Come? 

Ada trovò la risposta nelle schede perforate del telaio Jacquard: chissà, forse immaginò davvero il primo computer della storia.

L’algoritmo di Ada Lovelace per calcolare i numeri di Bernoulli non fu mai sperimentato e dunque neppure dimostrato, perché la macchina analitica di Babbage non venne mai costruita.

Dovettero trascorrere quasi cento anni perché un ingegnere statunitense, pioniere nel campo dell’informatica, di nome Howard Aiken, progettasse un computer elettromagnetico strettamente legato al lavoro di Babbage sulla macchina analitica.

L’apparecchio di Aiken fu finanziato da IBM, costruito nel 1944 e conosciuto come Harvard Mark I. Ma questa è un’altra storia…


martedì, gennaio 21, 2025

LIBRO: “Il rigiocattolo” - Storia di amicizia ed ecosostenibilità di Letizia Palmisano

 

Questa è la storia di Bruno, Nola e Tuffolino, tre giocattoli che, guidati dal robot Milo, scopriranno che il loro arrivo al Rigiocattolo sarà l'inizio di una nuova avventura.

La favola di Rigiocattolo è una storia di amicizia e di speranza ma anche di ecosostenibilità: ci ricorda che nessuno è mai troppo piccolo o troppo grande per fare la propria parte per il Pianeta.

Età di lettura: da 4 anni.


lunedì, gennaio 20, 2025

La matematica delle coincidenze

 

Da INTERNAZIONALE del  10 Gennaio 2025 -  di Sarah Hart, New Scientist, Regno Unito

I casi fortuiti possono sembrarci straordinari, ma pochi calcoli sono sufficienti a capire che spesso hanno una probabilità di succedere molto più alta di quello che pensiamo.

Di recente mi è successa una cosa strana in un bar.

Dopo aver digitato il pin per pagare il caffè ho chiesto di poter usare il bagno e il barista mi ha dato un foglietto su cui c’era un numero identico a quello del mio pin. Era il codice per aprire la porta del bagno.

Era la prova di un misterioso complotto della lobby del caffè? No, era una semplice coincidenza che mi ha fatto riflettere sul fenomeno.

Di tanto in tanto ci troviamo in situazioni che sembrano così improbabili da convincerci che l’universo ci sta mandando un segnale. Essendo una ma tematica, però, so che le coincidenze capi tano più spesso di quanto si pensi, il che può avere importanti conseguenze in ogni ambito, dal laboratorio scientifico ai biglietti della lotteria fino ai tribunali.

La mia esperienza al bar è un ottimo esempio, perché possiamo calcolare con esattezza quale fosse la probabilità che succedesse per caso. Esistono diecimila combinazioni possibili di numeri a quattro cifre, quindi una probabilità su dieci mila che il codice della porta del bagno fosse uguale al mio pin. Improbabile, certo, ma guardiamo il quadro complessivo. Il bar si trova a York, nel Regno Unito, una meta turistica visitata da 8,9 milioni di persone all’anno. Se ogni turista ha il bancomat, in un anno circa 890 pin saranno uguali al codice di quel bagno.

La mia coincidenza chiarisce un elemento importante: in presenza di un numero sufficiente di occasioni è probabile che si verifichino perfino eventi assai improbabili. 

In termini matematici possiamo esprimerlo così: date k possibilità che un evento si verifichi, in ognuna delle quali c’è una probabilità su n che succeda davvero, la probabilità che accada almeno una volta è pari a 1 – (1 – 1/n)k.

Non lasciatevi scoraggiare dalla formula: il succo è che la probabilità di una coincidenza cresce rapidamente con l’aumento del numero di occasioni. 

Da questa formula possiamo ricavare quanto segue: la probabilità che un evento “uno su n” capiti almeno una volta supera il 50 per cento ogni volta che ci sono più di 0,7n opportunità indipendenti che accada. Io la chiamo la regola dello 0,7.

Per esempio, ipotizziamo che ogni abitante di Birmingham abbia ogni notte una possibilità su un milione di sognare le notizie del giorno dopo. Dato che la popolazione della città è di 700mila persone, è probabile che ogni mattina qualcuno si convinca di essere un veggente.

Supponiamo di avere una probabilità all’ora di assistere a una coincidenza bizzarra, e un’aspettativa di vita media di 706mila ore: è più che probabile imbattersi almeno una volta in una coincidenza su un milione.

Questi calcoli possono spiegare alcune delle coincidenze più sconvolgenti della storia, come lo strano caso della lotteria nazionale bulgara: nel settembre del 2009 gli stessi numeri – 4, 15, 23, 24, 35 e 42 – sono usciti per due volte consecutive. Vi sembrerà un imbroglio, ma lo stati stico David Hand ha calcolato che ci vogliono solo 43 anni perché la probabilità che gli stessi numeri escano almeno due volte superi il 50 per cento (e nel 2009 la lotteria esisteva da 52 anni).

Tutti i biglietti della lotteria hanno la stessa probabilità di vincere, ma le persone non sono biglietti della lotteria e la probabilità di vivere un evento raro può variare da un individuo all’altro. 

Tra il 1942 e il 1977 Roy Sullivan, un guardaparco della Virginia, è stato colpito da un fulmine sette volte. Una bella sfortuna, certo, ma ave va più probabilità di tanti altri. Nelle zone calde e umide degli Stati Uniti i fulmini sono più frequenti, e chi lavora all’aperto è più esposto. Quest’ultimo fattore spiega in parte perché l’84 per cento delle vittime di fulmini è di sesso maschile.

Di tanto in tanto le probabilità possono sembrarci più straordinarie del dovuto. 

La famosa previsione della “veggente” Jeane Dixon, in base a cui John F. Kennedy avrebbe vinto le elezioni presidenziali del 1960 e sarebbe morto mentre era ancora in carica, sembra incredibilmente profetica, se non fosse che Dixon aveva previsto anche la vittoria di Nixon nel 1960 e l’inizio della terza guerra mondiale nel 1958.

Come disse il fisico Niels Bohr, fare previsioni è difficilissimo, specie se riguardano il futuro.

Ovviamente a volte c’è davvero qual cosa di più. 

Se Edward Jenner avesse ignorato il curioso fatto che le mungitrici erano immuni al vaiolo, forse non avrebbe mai capito che essere stati infettati dal vaiolo bovino offriva una certa protezione contro la malattia, una scoperta che portò allo sviluppo dei primi vaccini efficaci.

La distinzione tra coincidenza e causalità è vitale per il metodo scientifico, e può anche servire a smontare le accuse di plagio. 

Nel 2022, per esempio, il singolo di Ed Sheeran Shape of you è stato oggetto di una controversia legale perché una sequenza di quattro note era identica a quella di un brano di Sami Chokri del 2015, Oh why? “Le coincidenze sono inevitabili”, ha detto Sheeran ai fan dopo aver vinto la causa. “Ogni anno escono 22 milioni di pezzi, e le note sono solo 12”.

Ha ragione: con una gamma di 12 note le possibili combinazioni di quattro note sono solo 20.736. È matematicamente certo che su 22 milioni di canzoni molte contengano parti incredibilmente simili.

Durante le feste vi sarà capitato di par lare con qualcuno e cercare interessi comuni che, per fortuna, quasi sempre esistono. È stato calcolato che ciascuno di noi conosce mille persone (tra conoscenti, colleghi e vicini che, per comodità, chiamerò amici). Se queste relazioni hanno una distribuzione casuale, c’è più del 99 per cento di probabilità che io e voi abbiamo un amico in comune o che un vostro amico conosca uno dei miei.

In realtà le reti di relazioni non sono casuali: per esempio è più probabile conoscere una persona della propria città che una di un’altra, ma questo stranamente non incide granché. I matematici Steven Strogatz e Duncan Watts hanno scoperto che bastano alcune persone con tantissime relazioni perché la distribuzione di una rete di relazioni si avvicini a quella di una casuale. Significa che, anche se in media ognuno ha solo cento amici, due persone qualsiasi nel mondo sono probabilmente collegate da una catena di meno di cinque amici comuni.

È proprio vero che il mondo è piccolo.

Grazie alle leggi della matematica le coincidenze abbondano. Spesso gli eventi che sembrano voluti dal destino sono poco più che una questione di numeri.


domenica, gennaio 19, 2025

La paternità modifica il cervello

Da “The Washington Post “

È stato dimostrato che durante la gravidanza e dopo il parto si verificano dei cambiamenti nel cervello femminile, che servirebbero per aiutare la donna a prepararsi per la maternità.

Ora alcune ricerche mostrano che anche ai padri accade qualcosa di simile.

Negli uomini i cambiamenti cerebrali hanno l’obiettivo di favorire “la capacità di creare un legame con il bambino e di sviluppare empatia nei suoi confronti, perché è questo che conta per la sopravvivenza della specie”, spiega la psicologa statunitense Darby Saxbe, che con altri ricercatori ha condotto in Spagna uno studio sul tema.

Il gruppo ha scoperto che con la paternità gli uomini sperimentano una riduzione della materia grigia, in particolare di quella che forma la corteccia cerebrale.

Questo, tra le altre cose, permetterebbe al cervello di elaborare le informazioni in modo più efficiente e aiuterebbe a sviluppare maggiore motivazione e più impegno verso la genitorialità.

Oltre al cervello, pure il corpo si prepara all’arrivo di un figlio.

Come le donne, anche gli uomini subiscono dei cambiamenti ormonali, come per esempio il calo del testosterone: “L’idea è che questo serva a mante nere l’attenzione sulla famiglia”, afferma Lee Gettler, professore di antropologia all’università di Notre Dame, negli Stati Uniti.



sabato, gennaio 18, 2025

𝗟𝗮 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗲𝗱𝗶𝗮𝘁𝗿𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗽 𝗶𝗻𝘁𝗿𝗶𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮: 𝗹𝗮 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲𝗱𝘂𝗰𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼

 

Guardate il video leggendo il testo "contrapposto" in sovraimpressione in piena antitesi

https://fb.watch/xbjtMReFQ6/

Un gruppo di pediatri ha pubblicato un video su Instagram per sensibilizzare genitori ed educatori sull’influenza della musica sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti.

Il video, che inizia e si conclude con le note de La Cura di Franco Battiato, mette a confronto brani di artisti italiani di diverse generazioni, evidenziando il contrasto tra i messaggi trasmessi.

Da un lato, le canzoni di Baglioni, Nannini, Ramazzotti, De Gregori, Mengoni e Mia Martini, che parlano di amore, gentilezza e condivisione.

Dall’altro, alcuni brani rap/trap di artisti come Tony Effe, VillaBanks, Shiva, Ernia, Niky Savage, Fedez ed Emis Killa, in cui prevalgono violenza, maschilismo e rabbia

“La musica non è solo intrattenimento, ma ha un ruolo educativo e può influenzare profondamente chi la ascolta, specialmente i più piccoli”, spiegano i pediatri nel video.

I bambini, infatti, assorbono tutto ciò che li circonda, compresi i messaggi veicolati dalla musica, che possono condizionarli in modo significativo.

Secondo i medici, molti brani rap/trap, molto popolari tra bambini e adolescenti, possono avere un 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 sul loro sviluppo emotivo e sociale.

La violenza normalizzata nei testi e la perpetuazione di stereotipi maschilisti possono diventare 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗿𝗲𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝗻𝗼, compromettendo la loro visione del mondo e delle relazioni interpersonali.

Il video, che ha ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni sui social, si propone di stimolare una riflessione sull’importanza di selezionare con attenzione la musica a cui i bambini sono esposti, promuovendo un ascolto consapevole e critico.

L’obiettivo è quello di proteggere i più giovani dai messaggi negativi e di favorire la loro crescita in un ambiente sano e positivo.

CONDIVIDETE!

EDUCATE!


Amicizie che nascono sul tappetino

 

Da INTERNAZIONALE del 10 gennaio 2025  di Mikala Jamison, The Atlantic, Stati Uniti

Frequentare un corso in palestra può essere utile per conoscere persone nuove. Perché si condivide un interesse e ci s’incontra con regolarità per fare qualcosa di divertente insieme.

Un vantaggio inaspettato di quando facevo l’istruttrice di spinning era il gelato gratis. Uno dei miei allievi aveva una macchina per fare il gelato in casa e a volte mi portava degli assaggi al gusto di zucca o pistacchio. Penso che lo facesse non solo perché era una persona gentile, ma anche perché durante i corsi in palestra io ero la migliore versione possibile di me stessa: accogliente, amichevole e incoraggiante fino all’eccesso.

Ho notato la stessa cordialità anche negli altri. Due persone che si sono incontrate durante il mio corso si sono messe insieme. Altri sono diventati amici e andavano a prendere un caffè dopo l’allena mento. Due frequentatori abituali mi hanno invitata ad andare a sciare con loro.

Tanti buoni amici di adesso, a 35 anni, sono persone incontrate durante i corsi che ho frequentato con regolarità. Queste esperienze mi hanno convinta che il modo migliore per fare amicizia da adulti è frequentare un corso in palestra o un’attività sportiva di gruppo, un’idea confermata da diverse ricerche secondo cui l’energia positiva prodotta dall’allenamento facilita i rapporti interpersonali.

In passato era normale che le amicizie nascessero in quelli che il sociologo Ray Oldenburg chiamava “terzi luoghi”, ovvero spazi fisici oltre la casa e il posto di lavoro in cui non si paga (molto) per en trare e che esistono in gran parte per stimolare la conversazione.

Tuttavia, negli ultimi decenni (soprattutto a causa della pandemia) i terzi luoghi come bar e locali hanno ricoperto un ruolo sempre meno rilevante nella nostra vita sociale. Questo fenomeno ha tolto alle persone adulte diverse opportunità di fare nuove amicizie.

Forse anche per questo tra i buoni propositi per l’anno nuovo degli statunitensi ricorre spesso “migliorare le relazioni sociali”. Le palestre e i corsi di ginnastica non corrispondono esattamente alla definizione di terzo luogo, innanzi tutto perché hanno un costo e in secondo luogo perché le attività principali che ci si svolgono sono sudare, sbuffare e saltare qualche esercizio quando l’istruttore guarda da un’altra parte. Ma comunque presentano molte delle condizioni che secondo le ricerche di psicologia sociale aiutano a forgiare connessioni significative tra persone estranee:

  • la vicinanza (stare nello stesso luogo),
  • la ritualità (lo stesso giorno alla stessa ora),
  • l’accumulo (molte ore) e
  • le esperienze condivise (avere gli stessi interessi).

Divertirsi conta

Scoprire di condividere degli interessi può essere difficile quando incontriamo una persona nuova al lavoro o a una festa. I corsi in palestra, invece, rendono la vita più semplice, come mi ha spiegato Stephanie Roth-Goldberg, psicoterapeuta di New York specializzata nello sport.

“Quando partecipi a un’attività sportiva automaticamente condividi con gli altri alcuni aspetti, come ‘ci piace allenarci’ o ‘ci piace fare questo tipo di esercizi’”, spiega. “Una dinamica simile permette di rompere il ghiaccio in modo diverso rispetto alle interazioni in un bar o a casa di qualcuno”.

Naturalmente per rompere il ghiaccio serve comunque che qualcuno dica qual cosa, e quando sei sudato e affannato questa prospettiva può risultare terrificante. Ma c’è una tattica che per me è sempre stata infallibile, sia da istruttrice sia da partecipante: avvicinarmi a qualcuno e dire: “Complimenti, ottimo lavoro”.

Vicinanza, ritualità e accumulo richiedono una certa quantità di tempo, e difficilmente ne abbiamo a disposizione in un paese che premia il superlavoro. Ma se ci iscriviamo a un corso in palestra significa che abbiamo trovato il tempo per frequentarlo e per godere dei suoi benefici, e quindi siamo anche nella posizione di stringere amicizia.

Danielle Friedman, giornalista e autrice del libro “Let’s get physical”, sottolinea come oltrepassare quello che definisce il “codice sociale dell’anonimato” sia fondamentale per fare amicizia. “Se frequenti un corso da un po’ e vedi sempre le stesse persone, è importante non fingere di non averci niente a che fare”, dice Friedman.

Questa cordialità implica anche accettare i cliché della palestra. Nella mia classe di spin mi vergognavo ogni volta che mi rendevo conto di cedere alle frasi motivazionali del tipo: “Dobbiamo farcela insieme!”. Ma inevitabilmente qualcuno rispondeva con un “uuuh!” per incoraggiare il gruppo.

Inoltre, avevo l’abitudine di caricare la mia playlist con remix dei successi dei primi anni duemila, e ogni volta c’era qualcuno che li cantava.

In uno dei miei corsi preferiti era stato istituito il “venerdì divertente”, in cui ci riscaldavamo facendo staffette sconclusionate o giochi da scuola media.

La prima volta che l’istruttrice ci ha detto di fare quegli esercizi stupidi in coppia non volevo saperne, ma alla fine mi sono divertita moltissimo.

In un mondo che premia il distacco accettare una certa stupidità può risultare difficile. Tuttavia, bisogna spingere al massimo (e sarà meglio abituarsi a frasi del genere se si vogliono frequentare corsi in palestra).

“Quando sudiamo e sentiamo di perdere il controllo del nostro corpo, tra un respiro affannoso e un grido, proviamo una sensazione di vulnerabilità”, spiega Friedman.

“Se accettiamo questa condizione, condividiamo qualcosa con gli altri. Non esistono molti contesti in cui gli adulti hanno l’occasione di essere vulnerabili insieme”.

Una stanza piena di adulti che si agitano, urlano e corrono senza andare da nessuna parte è una prospettiva fondamentalmente ridicola.

Ma le cose ridicole hanno un ruolo cruciale nel mettere in relazione gli esseri umani, perché ci fanno ridere.

Diversi studi dimostrano che ridere insieme facilita le connessioni sociali e ci fa capire che abbiamo molte cose in comune.

Gli “ormoni della felicità” rilasciati durante l’esercizio fisico – endorfine, dopamina e serotonina – sono associati anche ai legami personali.

In particolare, fare esercizi in sincronia con gli altri favorisce la creazione di legami.

Anche se non incontrerete il vostro nuovo migliore amico in un corso di zumba, fare regolarmente attività fisica vi aiuterà a conoscere persone e a fare amicizia in altri luoghi.

“Più ci allontaniamo dalla nostra zona di comfort e più diventa facile farlo anche in altre situazioni”, spiega Goldberg.

Forse riuscirete perfino a diventare la migliore versione possibile di voi stessi, tanto da spingere qualcuno a portarvi un gelato fatto in casa. Contento uno, contenti tutti.


venerdì, gennaio 17, 2025

LIBRO: “Il ritorno della razza” di Andrea Graziosi

 

La complessa evoluzione delle teorie sulla razza e il loro impatto devastante sulla storia umana.

Andrea Graziosi traccia il percorso che ha portato, dall'età antica ai nostri giorni, allo sviluppo del concetto di razza e a leggere la storia come lotta tra popoli e razze, costellata da guerre e genocidi.

E oggi?

Nel mondo la razza è tornata. Prepotentemente, come colore della pelle, e spesso come rivendicazione identitaria.

Il fatto che siano gli individui a riconoscersi, anche orgogliosamente, come appartenenti a una razza o a un gruppo di discendenza, non rende il concetto meno falso e pericoloso.

Il passo dall'umanità alla bestialità è breve, soprattutto nei periodi di crisi come quello che stiamo attraversando.

La politica saprà mettere in circolo i giusti anticorpi e ribadire l'unità di una specie umana arricchita da differenze in continua evoluzione o verrà travolta da questo ritorno?

I giornalisti, nel riportare le notizie, rispettano la "Carta di Roma" - Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti?

Codice deontologico - Associazione Carta di Roma


giovedì, gennaio 16, 2025

CADMI vince il premio EDUFIN per l’Educazione Finanziaria

 

Il 30 Ottobre 2024, nella Sala Capitolare del Senato, CADMI - Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate (https://cadmi.org/) - ha ricevuto il premio Edufix Index Donna, per il progetto Work and Freedom, con la seguente motivazione:

“Per avere favorito l'empowerment finanziario di oltre 400 donne vittime di violenza, seguendole dalla fase di formazione con corsi di educazione finanziaria e autoimprenditorialità fino alla creazione di opportunità lavorative”.

Il premio Edufin Index Donna è promosso da Alleanza Assicurazioni, compagnia di Generali Italia, insieme a Fondazione Mario Gasbarri, con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi School of Management e la collaborazione di Fondazione Sodalitas.

Il premio costituisce un importante riconoscimento al lavoro che CADMI svolge nel favorire l’affermazione professionale delle donne che escono dalla violenza, facilitandone l’accesso o il ritorno al mercato del lavoro secondo le loro aspettative e desideri.

GUARDA il video dell’intero evento. I dati dal min 32:41. La premiazione da 1:46:20.

www.alleanza.it/le-nostre-iniziative/eventi/edufin-index-2024/

Il  progetto, realizzato da Alleanza Assicurazioni e Fondazione Mario Gasbarri, con il contributo scientifico di SDA Bocconi School of Management,  ha permesso di raccogliere e presentare i risultati della 3° edizione di Edufin Index, relativi  all’indagine svolta sulla consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani. 

Le principali evidenze emerse nel convegno sono:

·        Si conferma insufficiente il livello di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani (livello Edufin Index 56 su 100, dove 60 è la sufficienza). Ancora significativi gap di genere e d’età

·        Nelle decisioni finanziarie lo status familiare è determinante: nel caso dei single non esiste gender gap, in coppia invece il punto di vista delle donne pesa significativamente di meno, anche quando queste sono le principali percettrici di reddito

·   Le consulenti donne hanno un ruolo fondamentale per avvicinare le donne ai temi finanziari e assicurativi, promuovendo così l’empowerment femminile

·    Focus giovani: nella Generazione Z si riduce il gender gap rispetto alle precedenti generazioni, ma rimane ancora bassa la percentuale di ragazze che riceve la “paghetta” regolarmente

·        Si conferma il ruolo importante della scuola per colmare il gap di conoscenza dei giovani, insufficienti in ambito edufin. L'insegnamento dell'educazione finanziaria all'interno del programma di educazione civica evidenzia l'importanza di approfondire questi temi, che la famiglia da sola non può colmare. 


mercoledì, gennaio 15, 2025

Il pentimento di Zuck

 

Da Zafferano News  di Giovanni Maddalena del 11 Gennaio 2025

La svolta della comunicazione viene a qualche giorno dall’inaugurazione della nuova presidenza americana.

Mark Zuckerberg, in un video di 5 minuti, informa il mondo che cambierà la direzione culturale di Facebook, Instagram & co.

Via fact-checking e filtri, Mark Zuckerberg annuncia la svolta di Meta nell’era Trump

Con un tono e una faccia da pentito o da combattente vinto, spiega che collaborerà con la nuova presidenza americana in modo tale da garantire la massima libertà di espressione come vuole la Costituzione statunitense.

In un attimo, finisce l’era del fact checking, che Zuck ammette essere stato troppo pregiudiziale in senso politico fin dal 2016, epoca della prima presidenza Trump.

Come già accade su X, la menzogna verrà segnalata da chi vorrà con un commento al post (community notes).

Verranno anche rimossi i filtri che impedivano di far emergere i commenti politici e, in particolare, quelli che guidavano le discussioni su gender e immigrazione.

Il team della sicurezza, che si occuperà non più di controllare i fatti ma solo di combattere i contenuti illegali e violenti e di ridurre gli errori di segnalazione, si sposterà dalla California al Texas, per essere meno condizionato dall’ambiente politicamente corretto e per essere più sensibile alla libertà di espressione.

È una svolta impressionante, che ci rivela molti elementi delle dinamiche del potere effettivo. Innanzi tutto, si capisce il peso della vittoria elettorale, in particolare negli Stati Uniti.

Le elezioni hanno sempre delle conseguenze, come ha detto senza mezzi termini il fondatore di Facebook: si entra in un’era diversa.

La politica decide degli ambiti di azione almeno tanto quanto avviene il contrario.
È un’illusione pensare che basti cambiare il proprio comportamento per cambiare la vita politica. 
La politica decide spesso dei comportamenti attraverso le leggi.

Da qui anche la cruciale importanza di “fare politica”.

Ho molti amici statunitensi che hanno votato un terzo candidato o non hanno votato per evitare di schierarsi con gli imbarazzanti Harris e Trump.

È una scelta comprensibile ma sbagliata, che consegna solo ad altri il diritto di decidere e di incidere.

In questo caso, chi ha votato Trump può partecipare della sua ricostruzione/ restaurazione/ rivoluzione e chi ha votato Harris potrà fare un’opposizione vera.

Chi ha buttato il proprio voto e continua a non impegnarsi né in un senso né nell’altro, starà alla finestra della storia.

Zuckerberg, che alla finestra non vuol stare, ha già deciso cosa fare.

In secondo luogo, il video di Zuck impone una serie di domande:

  • il fondatore di Facebook ha mentito in questi 8 anni quando ha preso tutte le decisioni su fact-checking, filtri, ecc. predicando la necessità di contrastare il grave pericolo delle fake news o sta mentendo adesso per compiacere il nuovo capo-padrone?
  • E, seguendo lo stesso filo di questioni, e allargandolo: il pericolo delle fake news c’era o era un’invenzione politica per tenere lontano un concorrente?
  • E, adesso, esiste veramente il problema della “troppa censura” o è un mostro agitato per tenere a bada il prossimo concorrente?
  • Il politicamente corretto era una giusta esigenza o un mostro ideologico?
  • La polarizzazione è endogena al sistema dei social networks o è stata creata artificialmente?

Infine, più in profondità, dalla vicenda emerge la grande domanda morale che riguarda ciascuno: certamente, si possono e si devono cambiare le idee.

È un segno di intelligenza l’avere forti pre-comprensioni, e anche pre-giudizi, ma riuscire a cambiarli.

Il problema è capire qual è il criterio di cambiamento delle idee: si cambiano le idee perché si capisce che la realtà è diversa da ciò che pensavamo e che dunque la verità è un’altra o si cambiano perché non c’è nessuna verità e conta solo il vincere o il perdere politicamente?

Il video di Zuckerberg non risponde né alle domande specifiche né alla grande domanda morale.

Ciascun lettore può guardarlo e farsi un’idea della risposta del padrone di Facebook, Instagram e Whatsapp.

Soprattutto, ciascuno ci può riflettere seriamente in generale e per sé stesso e, magari, per una volta, liberamente.