mercoledì, gennaio 15, 2025

Il pentimento di Zuck

 

Da Zafferano News  di Giovanni Maddalena del 11 Gennaio 2025

La svolta della comunicazione viene a qualche giorno dall’inaugurazione della nuova presidenza americana.

Mark Zuckerberg, in un video di 5 minuti, informa il mondo che cambierà la direzione culturale di Facebook, Instagram & co.

Via fact-checking e filtri, Mark Zuckerberg annuncia la svolta di Meta nell’era Trump

Con un tono e una faccia da pentito o da combattente vinto, spiega che collaborerà con la nuova presidenza americana in modo tale da garantire la massima libertà di espressione come vuole la Costituzione statunitense.

In un attimo, finisce l’era del fact checking, che Zuck ammette essere stato troppo pregiudiziale in senso politico fin dal 2016, epoca della prima presidenza Trump.

Come già accade su X, la menzogna verrà segnalata da chi vorrà con un commento al post (community notes).

Verranno anche rimossi i filtri che impedivano di far emergere i commenti politici e, in particolare, quelli che guidavano le discussioni su gender e immigrazione.

Il team della sicurezza, che si occuperà non più di controllare i fatti ma solo di combattere i contenuti illegali e violenti e di ridurre gli errori di segnalazione, si sposterà dalla California al Texas, per essere meno condizionato dall’ambiente politicamente corretto e per essere più sensibile alla libertà di espressione.

È una svolta impressionante, che ci rivela molti elementi delle dinamiche del potere effettivo. Innanzi tutto, si capisce il peso della vittoria elettorale, in particolare negli Stati Uniti.

Le elezioni hanno sempre delle conseguenze, come ha detto senza mezzi termini il fondatore di Facebook: si entra in un’era diversa.

La politica decide degli ambiti di azione almeno tanto quanto avviene il contrario.
È un’illusione pensare che basti cambiare il proprio comportamento per cambiare la vita politica. 
La politica decide spesso dei comportamenti attraverso le leggi.

Da qui anche la cruciale importanza di “fare politica”.

Ho molti amici statunitensi che hanno votato un terzo candidato o non hanno votato per evitare di schierarsi con gli imbarazzanti Harris e Trump.

È una scelta comprensibile ma sbagliata, che consegna solo ad altri il diritto di decidere e di incidere.

In questo caso, chi ha votato Trump può partecipare della sua ricostruzione/ restaurazione/ rivoluzione e chi ha votato Harris potrà fare un’opposizione vera.

Chi ha buttato il proprio voto e continua a non impegnarsi né in un senso né nell’altro, starà alla finestra della storia.

Zuckerberg, che alla finestra non vuol stare, ha già deciso cosa fare.

In secondo luogo, il video di Zuck impone una serie di domande:

  • il fondatore di Facebook ha mentito in questi 8 anni quando ha preso tutte le decisioni su fact-checking, filtri, ecc. predicando la necessità di contrastare il grave pericolo delle fake news o sta mentendo adesso per compiacere il nuovo capo-padrone?
  • E, seguendo lo stesso filo di questioni, e allargandolo: il pericolo delle fake news c’era o era un’invenzione politica per tenere lontano un concorrente?
  • E, adesso, esiste veramente il problema della “troppa censura” o è un mostro agitato per tenere a bada il prossimo concorrente?
  • Il politicamente corretto era una giusta esigenza o un mostro ideologico?
  • La polarizzazione è endogena al sistema dei social networks o è stata creata artificialmente?

Infine, più in profondità, dalla vicenda emerge la grande domanda morale che riguarda ciascuno: certamente, si possono e si devono cambiare le idee.

È un segno di intelligenza l’avere forti pre-comprensioni, e anche pre-giudizi, ma riuscire a cambiarli.

Il problema è capire qual è il criterio di cambiamento delle idee: si cambiano le idee perché si capisce che la realtà è diversa da ciò che pensavamo e che dunque la verità è un’altra o si cambiano perché non c’è nessuna verità e conta solo il vincere o il perdere politicamente?

Il video di Zuckerberg non risponde né alle domande specifiche né alla grande domanda morale.

Ciascun lettore può guardarlo e farsi un’idea della risposta del padrone di Facebook, Instagram e Whatsapp.

Soprattutto, ciascuno ci può riflettere seriamente in generale e per sé stesso e, magari, per una volta, liberamente.


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