Da Zafferano News di Giovanni Maddalena del 11 Gennaio 2025
La svolta della comunicazione
viene a qualche giorno dall’inaugurazione della nuova presidenza americana.
Mark Zuckerberg, in un video di 5
minuti, informa il mondo che cambierà la direzione culturale di Facebook,
Instagram & co.
Via
fact-checking e filtri, Mark Zuckerberg annuncia la svolta di Meta nell’era
Trump
Con un tono e una faccia da
pentito o da combattente vinto, spiega che collaborerà con la nuova presidenza
americana in modo tale da garantire la massima libertà di espressione come
vuole la Costituzione statunitense.
In un attimo, finisce l’era del
fact checking, che Zuck ammette essere stato troppo pregiudiziale in senso
politico fin dal 2016, epoca della prima presidenza Trump.
Come già accade su X, la menzogna
verrà segnalata da chi vorrà con un commento al post (community notes).
Verranno anche rimossi i filtri
che impedivano di far emergere i commenti politici e, in particolare, quelli
che guidavano le discussioni su gender e immigrazione.
Il team della sicurezza, che si
occuperà non più di controllare i fatti ma solo di combattere i contenuti
illegali e violenti e di ridurre gli errori di segnalazione, si sposterà dalla
California al Texas, per essere meno condizionato dall’ambiente politicamente
corretto e per essere più sensibile alla libertà di espressione.
È una svolta impressionante,
che ci rivela molti elementi delle dinamiche del potere effettivo. Innanzi
tutto, si capisce il peso della vittoria elettorale, in particolare negli Stati
Uniti.
Le elezioni hanno sempre delle
conseguenze, come ha detto senza mezzi termini il fondatore di Facebook: si
entra in un’era diversa.
È un’illusione pensare che basti cambiare il proprio comportamento per cambiare la vita politica.
La politica decide spesso dei comportamenti attraverso le leggi.
Da qui anche la cruciale
importanza di “fare politica”.
Ho molti amici statunitensi che
hanno votato un terzo candidato o non hanno votato per evitare di schierarsi
con gli imbarazzanti Harris e Trump.
È una scelta comprensibile ma
sbagliata, che consegna solo ad altri il diritto di decidere e di incidere.
In questo caso, chi ha votato
Trump può partecipare della sua ricostruzione/ restaurazione/ rivoluzione e chi
ha votato Harris potrà fare un’opposizione vera.
Chi ha buttato il proprio voto
e continua a non impegnarsi né in un senso né nell’altro, starà alla finestra
della storia.
Zuckerberg, che alla finestra non
vuol stare, ha già deciso cosa fare.
In secondo luogo, il video di
Zuck impone una serie di domande:
- il fondatore di Facebook ha mentito in questi 8 anni quando ha preso tutte le decisioni su fact-checking, filtri, ecc. predicando la necessità di contrastare il grave pericolo delle fake news o sta mentendo adesso per compiacere il nuovo capo-padrone?
- E, seguendo lo stesso filo di questioni, e allargandolo: il pericolo delle fake news c’era o era un’invenzione politica per tenere lontano un concorrente?
- E, adesso, esiste veramente il problema della “troppa censura” o è un mostro agitato per tenere a bada il prossimo concorrente?
- Il politicamente corretto era una giusta esigenza o un mostro ideologico?
- La polarizzazione è endogena al sistema dei social networks o è stata creata artificialmente?
Infine, più in profondità, dalla vicenda emerge la grande domanda morale che riguarda ciascuno: certamente, si possono e si devono cambiare le idee.
È un segno di intelligenza
l’avere forti pre-comprensioni, e anche pre-giudizi, ma riuscire a cambiarli.
Il problema è capire qual è il
criterio di cambiamento delle idee: si cambiano le idee perché si capisce che
la realtà è diversa da ciò che pensavamo e che dunque la verità è un’altra o si
cambiano perché non c’è nessuna verità e conta solo il vincere o il perdere
politicamente?
Il video di Zuckerberg non risponde né alle domande specifiche né alla grande domanda morale.
Ciascun lettore può guardarlo e
farsi un’idea della risposta del padrone di Facebook, Instagram e Whatsapp.
Soprattutto, ciascuno ci può
riflettere seriamente in generale e per sé stesso e, magari, per una volta,
liberamente.
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