venerdì, ottobre 31, 2025
LIBRO: "Tecnica" di Carlo Galli
giovedì, ottobre 30, 2025
LIBRO: "Comunismo digitale. Una proposta politica" di Maurizio Ferraris
mercoledì, ottobre 29, 2025
INSIEME CONTRO LE MAFIE: la sede del CAI di Paderno è un bene confiscato alle mafie nel 2003
TAXI SOCIALE: servizio gratuito del Comune per motivi sanitari o sociali
Servizio per persone autosufficienti (ossia senza difficoltà di deambulazione) che hanno bisogno di recarsi presso servizi di carattere sanitario o sociale
Ecco alcuni esempi:
- visite medico di base
- visite mediche specialistiche ed esami clinici non invasivi
- recarsi presso strutture fisioterapiche (come palestre/piscine)
- visite a parenti stretti ricoverati in ospedale/RSA
- disbrigo pratiche presso caf, patronati, uffici postali, banca
- frequentare i centri anziani
- fare la spesa settimanale
- recarsi presso servizi di cura e benessere fisico (come palestra - pedicure)
- piccole necessità quotidiane.
i LIBRI di Geppi Cucciari
Meglio donna che male accompagnata - 2008
Meglio un uomo oggi - 2012
Geppi, attrice comica, donna con una vita sentimentale apparentemente appagante, lo sa bene.
È in notevole ritardo sui suoi progetti di vita e dopo due anni di relazione a distanza si trova ancora alle prese con Michele, conosciuto in "Meglio donna che male accompagnata".
Intelligente, ironico e abbastanza in carriera, senza ex fidanzate psicolabili nell'armadio, quest'uomo sembra avere tutti i requisiti per renderla madre e moglie.
Nota stonata di questo romantico fidanzamento il fatto che Michele non ha mai pronunciato le parole "io", "te", "per sempre", "bambini" nella stessa frase; e a Geppi questa mancanza di progettualità comincia a pesare.
Lui, a Las Vegas per questioni di lavoro, le ha appena fatto recapitare un biglietto aereo per raggiungerlo, accompagnato da tre invitanti parole: "Vola da me". Quale destinazione, poi, meglio di Las Vegas per capire se questa relazione è un bluff oppure no?
Nella capitale del vizio, però, fa la sua comparsa un terzo giocatore che prende malignamente le sembianze di una notevole, competitiva e sfrontata architetto di venticinque anni, Erika, figlia del padrone dell'azienda di cui Michele è il miglior interior designer.
martedì, ottobre 28, 2025
Libro, Parole O_Stili ed Attualità: "GRAMMAMANTI" di Vera Gheno
La persona «grammamante» è dunque il contrario della «grammarnazi»: non pensa che le parole siano qualcosa di fisso e immobile, che va protetto e a cui bisogna ubbidire religiosamente;
al contrario, ha una vera e propria relazione amorosa con le parole, basata sul benessere e in grado di reggere la complessità.
Quella con le parole potrebbe essere una relazione amorosa, erotica, piena di possibilità, e invece spesso si rivela una relazione tossica basata sul possesso.
Di solito se ne parla con un senso di nostalgia, come a dire che una volta la lingua italiana era davvero elegante, mentre oggi viene sporcata dagli inglesismi e usata nella peggior maniera possibile.
In realtà, non è vero che prima la lingua italiana fosse «pura», anche perché si tratta di un idioma piuttosto giovane e da sempre pieno di regionalismi e variazioni, e tutto sommato quello che dovrebbe starci a cuore è che si tratti di una lingua viva, capace di trasportare concetti e dare modo alle persone di esprimersi.
Se una lingua non viene usata per paura che si rovini, non sta svolgendo la sua funzione principale: accompagnare la persona nella scoperta di sé e nella relazione con gli altri e con il mondo.
La storia del nostro rapporto con le parole è legata alla nostra identità, al nostro paesaggio emotivo e all’immaginario: l’ambiente in cui siamo nati, le lingue che abbiamo sentito, le serie che abbiamo visto, i libri che abbiamo letto, le persone che abbiamo incontrato hanno dato vita al nostro «idioletto», cioè l’insieme delle nostre caratteristiche linguistiche.
Ogni «idioletto», spiega Vera Gheno, è qualcosa di simile a un’impronta digitale: è unico e irripetibile, non è lineare e uguale per tutti, e più è ricco di mescolanze più possibilità ci offre. In effetti, a seconda della lingua che parliamo, cambia anche il modo in cui sviluppiamo i pensieri, i gesti che accompagnano le parole, la nostra personalità.
È anche la ragione per cui sul linguaggio ci si scontra spesso: le parole non sono solo parole ma trasportano simboli, significati, cultura, stereotipi, credenze, identità.
Le parole ci permettono di trasmettere e definire le conoscenze con precisione, di diffondere più lontano nello spazio e nel tempo rispetto a tanti altri strumenti di comunicazione.
«Grammamare», dunque, significa amare l’uso delle parole, e ricorda anche la figura del rabdomante: le parole preziose sono intorno a te, hanno un’energia particolare, e sceglierle significa non solo riconoscerle, ma anche essere in grado di stupirsene e di liberare il loro potenziale trasformativo e narrativo.
Eugenio Montale scriveva: «le parole sono di tutti, e non si celano nei dizionari».
Ed Emil Cioran, filosofo rumeno che scriveva in un elegantissimo francese diceva: «Non si abita un Paese, si abita una lingua».
ATTUALITA'
Quanto contano le parole nel raccontare chi siamo?
Quando parliamo di genere e potere, le parole non sono solo accessori: possono costruire la realtà o demolirla.
Quando il linguaggio sminuisce:
Quello che a una lettura superficiale potrebbe sembrare un complimento del presidente USA, 
in questo contesto si rivela, al contrario, 
un’azione invalidante del ruolo della premier. 
Chi rappresenta un Paese va riconosciuto per la sua funzione, non per l’aspetto.
lunedì, ottobre 27, 2025
"La pace del più forte. Un’opportunità per dimenticare"
da L'Internazionale del 17 Ottobre 2025 di Nesrine Malik, The Guardian, Regno Unito
Con la fine della guerra, i paesi occidentali che hanno reso possibile la distruzione di Gaza si ripuliscono la coscienza.
Il 13 ottobre Sharm el Sheikh ha ospitato il più importante incontro di leader mondiali in Medio Oriente degli ultimi anni.
Lo statunitense Donald Trump, il britannico Keir Starmer, il francese Emmanuel Macron, lo spagnolo Pedro Sánchez e altri si sono riuniti “per mettere fine alla guerra nella Striscia di Gaza, intensificare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità nella regione”. Se il cessate il fuoco reggerà, questo linguaggio è un presagio del futuro.
Un futuro in cui non si fan no i conti con quello che è successo né si affrontano le cause profonde. C’è solo una corsa sfrenata verso l’imperativo di ripulire e risolvere.
Nel frattempo l’occupazione illegale continua e un altro capitolo delle violazioni di Israele è chiuso furtiva mente, senza che né a Tel Aviv né ai suoi sostenitori sia chiesto di prendersi le loro responsabilità. C’è un’espressione araba, hameeha ha rameeha, che significa “il custode è il ladro”, e mi viene in mente quando chi ha riempito Israele di armi si riunisce per ca pire come raggiungere la pace a Gaza.
Nelle prossime settimane e mesi si vedrà una Gaza ancora più devastata di quella che è stata mostrata al mondo finora. Sta diventando chiara la portata colossale di quello che deve essere ricostruito.
Le persone tornano alle loro case nella città di Gaza e trovano una terra desolata, rasa al suolo dalle bombe e dai bulldozer. Nelle immagini perfino la luce del sole sembra diversa, ultraterrena. Non riuscivo a capirne il motivo, finché non mi sono resa conto che era perché non c’erano strutture a filtrarla. Nessuna ombra né penombra. Una casa dove tornare è uno spazio su cui piantare un’altra tenda e aspettare gli aiuti. Ma questa volta con meno rischi di essere bombardati nel sonno.
La popolazione di Gaza è stata liberata dalla paura della morte, ma che ne sarà della vita che ora deve affrontare? Che ne sarà delle migliaia di orfani e dei bambini feriti o mutilati senza famiglie sopravvissute? Non è solo l’infrastruttura di gran parte della Striscia a essere stata distrutta, ma anche il tessuto sociale.
Linee familiari di due, tre, quattro generazioni sono state spazzate via. Che ne sarà delle migliaia di genitori che hanno seppellito i figli? E di tutti quelli che hanno raccolto i resti dei loro cari? Come si può anche solo cominciare a pensare di affrontare un simile trauma di massa quando non c’è nemmeno un tetto sotto cui riunirsi?
Ho chiesto a un uomo notizie del fratello, che ha perso tutti i suoi figli e la moglie in un attacco.
Dove si trova ora? “Cammina senza sosta, girando intorno alle macerie” del luogo in cui sono morti. “Smarrito”. Il bilancio delle vittime è destinato sicuramente a salire, man mano che i corpi che prima non potevano essere recuperati sono estratti dalle macerie.
Almeno il 10 % della popolazione di Gaza è stato ucciso o ferito, e questa è una stima prudente.
La storia cancellata
È importante che questi fatti non siano semplicemente sommati e liquidati come costi della guerra. L’assalto deve finire, ma le condizioni alle quali finisce e sulle quali si basa il percorso verso la pace e la ricostruzione sono cruciali.
I crimini che sono stati commessi non possono essere riparati e non si può nemmeno impedire si ripetano, se restano le condizioni che hanno permesso ai loro autori di agire. È difficile insistere su questo punto quando si ha a che fare con un genocidio.
La portata della morte e della violenza, la cancellazione delle condizioni di vita, rendono la fine della distruzione la questione più urgente, l’unico obiettivo. Ma con questo arriva l’assoluzione, e anche peggio. Donald Trump sta già festeggiando la sua vittoria per aver riportato la pace, dopo aver reso possibile quello che è andato avanti per mesi.
Suo genero Jared Kushner ha elogiato la condotta di Israele: “Invece di replicare la barbarie del nemico, avete scelto di essere eccezionali”.
Il premier britannico Keir Starmer ha lodato Trump per aver raggiunto l’accordo e ha sottolineato l’importanza di far entrare gli aiuti umanitari.
E così ora abbiamo un crimine senza criminali, un genocidio senza genocidari, una popolazione miserabile che, dobbiamo credere, è stata ridotta in miseria da Hamas e deve essere nutrita e dissetata mentre il mondo decide cosa farne.
L’intera storia di impunità e dominio israeliani in Palestina, di ripetute pulizie etniche, regime militare, espansione degli insediamenti – e ora di esplicito rifiuto dell’autodeterminazione palestinese – è cancellata, ancora una volta.
Questa volta l’assoluzione, definire quello che è successo un evento tragico e finalmente concluso, è ancora più urgente, perché la responsabilità dei paesi che hanno sostenuto Israele e messo a tacere chi lo critica è più chiara che mai. Ovviamente si precipiterebbe a Sharm el Sheikh chiunque rappresentasse un governo che ha fornito armi, limitato le proteste e rifiutato sia di approvare le dichiarazioni di genocidio sia di obbedire alle richieste della Corte penale internazionale quando ha emesso un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
La pace a Gaza rappresenta un’opportunità per dimenticare, per cancellare dalla coscienza collettiva un’epoca in cui alcuni paesi occidentali hanno calpestato le norme e le istituzioni internazionali, e perfino la loro stessa politica in terna, per imporre la distruzione di Gaza.
Ma molte persone nel mondo che hanno assistito al massacro e a tutto quello che è servito a sostenerlo per due anni non lo dimenticheranno così facilmente. Il futuro di chi vive a Gaza, e in Palestina in generale, non è qualcosa che può essere fornito dai ladri diventati protettori.
Senza che sia dato potere al popolo palestinese e sia garantita la sua autodeterminazione, non ci può essere fede o fiducia in Israele o nei suoi alleati per quella “pace duratura” costantemente invocata.
Per ora, fortunatamente, le uccisioni a Gaza si sono fermate (!?!), ma ora bisogna rifiutare di normalizzare ciò che seguirà: un ritorno allo status quo in cui tutti continuiamo a fingere che la vita dei palestinesi sia sostenibile sotto l’autorità di Israele.
I palestinesi continueranno a essere uccisi, le loro case rubate, i prigionieri torturati e detenuti senza un regolare processo. Quello che abbiamo imparato negli ultimi due anni non si può dimenticare, nonostante tutta l’energia che sarà spesa perché succeda. La causa palestinese non può essere riportata ai margini di una politica “complessa” e secondaria, un quadro che ha permesso due anni di devastazione. I responsabili si sono da tempo squalificati da qualsiasi mandato sul popolo che hanno contribuito a uccidere e distruggere. Ciò che sarà rivelato dalla conta dei morti e dei danni a Gaza dovrebbe rendere impossibile negarlo.
Mentre i leader mondiali si riuniscono, una frase della poesia Gerontion di T. S. Eliot aleggia su Sharm el Sheikh: “Dopo tale conoscenza, quale perdono?”
domenica, ottobre 26, 2025
sabato, ottobre 25, 2025
LIBRO: "Buio americano: Gli Stati Uniti e il mondo nell'era Trump" di Mario Del Pero
venerdì, ottobre 24, 2025
LIBRO: "Esci da quella stanza" di Alberto Pellai e Barbara Tamborini
giovedì, ottobre 23, 2025
LIBRO: "La lezione del Giappone. Il Paese che anticipa le sfide dell'Occidente" di Federico Ramb
- fu il primo a conoscere denatalità,
- decrescita demografica,
- aumento della longevità.
LIBRO: "Dislessico famigliare. Cronache (s)connesse di una famiglia straordinariamente normale" di Giampaolo Morelli e Gloria Bellicchi
Giampaolo era considerato uno studente pigro, svogliato, addirittura poco dotato, ma la verità era un'altra: il suo cervello, semplicemente, funzionava in modo diverso.
All'epoca non si parlava di dislessia e disturbi dell'apprendimento, mentre oggi questi temi sono all'ordine del giorno. Eppure, quanto ne sappiamo davvero sull'argomento? È quello che si è chiesta Gloria nel momento in cui ha scoperto che non solo suo marito Giampaolo, ma anche i loro due figli, Gianmarco e Pier Maria, sono dislessici.
Questo libro nasce dal bisogno di raccontare la quotidianità di una famiglia per tre quarti neuro-divergente: e così, tra compiti a ostacoli e lettere che si rincorrono, prende forma un racconto vivo, umano, che mescola il memoir al consiglio pratico, l'esperienza personale alla riflessione condivisa; senza la pretesa di insegnare, ma con il desiderio di offrire uno spaccato di vita e uno sguardo onesto su ciò che significa convivere con la dislessia - da genitori e da figli -, affrontando le difficoltà ma anche valorizzando le risorse, i talenti, le prospettive diverse.
Due voci autentiche e autorevoli - quelle di Giampaolo e Gloria - in queste pagine si alternano per mostrare come essere «diversi» non significhi essere sbagliati.
E come, in fondo, la vera sfida sia imparare a cambiare punto di vista.
Articolo sul La Repubblica Salute
di Sabina Pignataro del 3 Ottobre 2025
La
dislessia? Un intreccio di difficoltà e disturbi isolati - la Repubblica
Per anni dislessia, disgrafia
e discalculia sono state considerate separate. La ricerca mostra che i DSA
raramente si presentano in forma isolata. Le novità in occasione della
Settimana Nazionale della Dislessia 2025
“Mio figlio è dislessico”. Per anni, questa frase ha significato ricevere
un’etichetta precisa: difficoltà di lettura, distinta e separata dalla
disgrafia (scrittura), dalla discalculia (calcolo) o da altri disturbi
dell’apprendimento. Oggi, però, le cose sono cambiate.
“Un tempo – spiega Daniela
Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo e dell’Educazione
all’Università di Padova ed esperta di psicologia dell’apprendimento –
l’attenzione era concentrata soprattutto nel distinguere con rigore diagnostico
ogni singolo disturbo: la dislessia era separata dalla disgrafia, la
discalculia da altri deficit, e così via. Era fondamentale che la comunità
scientifica, clinica ed educativa riconoscesse la specificità di ciascun
disturbo come un problema reale del neuro-sviluppo, mostrando che non si trattava
di “pigrizia” o “scarso impegno” del bambino, ma di vere e proprie difficoltà
con basi neurobiologiche precise”.
Profili intrecciati
Oggi la prospettiva è diversa.
“Sempre più spesso incontriamo profili complessi, con difficoltà che si
intrecciano: la lettura può essere compromessa insieme alla scrittura, ai
calcoli, all’attenzione, alla memoria, ai processi esecutivi e persino alla regolazione
emotiva”, spiega Lucangeli. “È invece raro trovare bambini che presentino
soltanto un disturbo specifico, anche severo, di dislessia in forma isolata.
Non si tratta soltanto di un problema specifico, ma di una vulnerabilità più
ampia, una comorbidità, che riguarda diversi aspetti dello sviluppo cognitivo
ed emotivo”.
Per capire cosa significa basta
pensare a un bambino che legge lentamente e, nello stesso tempo, commette
errori di ortografia, fatica a memorizzare le tabelline e si distrae
facilmente. O a una ragazza che rende bene nei compiti orali ma va in ansia davanti
a una verifica scritta, perché la memoria di lavoro e la scrittura le costano
uno sforzo enorme. In pratica, non si tratta quasi mai di un disturbo isolato,
ma di un intreccio che rende le giornate scolastiche piene di ostacoli: leggere
un testo, svolgere una divisione, prendere appunti o restare concentrati
diventano sfide che si sommano e si amplificano a vicenda.
La visione globale del
neuro-sviluppo
Ecco perché oggi i DSA vengono
collocati all’interno dei disturbi del neuro-sviluppo: non riguardano solo la
scuola o la velocità con cui un bambino legge o scrive, ma riflettono un
funzionamento più ampio del cervello e dello sviluppo. Non ci si limita, quindi,
a osservare i sintomi scolastici – come leggere lentamente, scrivere con molti
errori o fare fatica con i calcoli – ma si considera l’intero percorso di
crescita: attenzione, memoria, emozioni, strategie di apprendimento e capacità
di affrontare le difficoltà.
Origini e fattori di rischio
Ma allora, come mai si
manifestano questi disturbi? Da dove hanno origine? Gli studiosi spiegano che
le difficoltà di apprendimento non dipendono da scarso impegno o mancanza di
intelligenza, ma da un funzionamento diverso dei processi cognitivi, radicato
nello sviluppo e nella maturazione del cervello.
“La ricerca conferma che i primi
mille giorni di vita sono decisivi per lo sviluppo del cervello e per la
costruzione delle basi emotive e cognitive – spiega Lucangeli –. In quel
periodo non contano solo i fattori genetici, ma anche quelli epigenetici: cioè
il modo in cui l’ambiente, le relazioni affettive, lo stress vissuto dalla
madre durante la gravidanza o le cure ricevute nei primi anni incidono
sull’espressione dei geni”. Tradotto nella vita reale: la genetica può
predisporre a certe fragilità, ma è l’ambiente a renderle più evidenti o più
lievi.
“La prevenzione, l’intervento
precoce, la neuroplasticità sono tutte risorse importanti: un bambino seguito
da adulti attenti, che riceve stimoli positivi e sostegno, può sviluppare
strategie efficaci nonostante le sue vulnerabilità. Al contrario, la mancanza
di diagnosi precoci, l’assenza di supporto scolastico o esperienze di stress
prolungato possono aggravare le difficoltà e renderle più stabilizzate e meno
modificabili già nei primi anni di scuola”.
Un approccio integrato
Un approccio integrato, chiarisce
Lucangeli, “ci aiuta a capire che non basta occuparsi della lettura o della
scrittura, ma bisogna guardare al percorso complessivo di crescita e
apprendimento del bambino. È questo sguardo che permette di trasformare la difficoltà
in possibilità, accompagnando lo sviluppo cognitivo ed emotivo nella sua
interezza”.
In pratica significa che non è
sufficiente allenare un bambino a leggere più velocemente o a scrivere con meno
errori. Serve capire come si sente davanti a un compito, quali strategie usa
per ricordare, quanto riesce a mantenere l’attenzione, come reagisce all’errore
e alla frustrazione. Solo così la difficoltà non resta un ostacolo, ma può
diventare l’occasione per sviluppare nuove risorse e strategie di
apprendimento.
Un’Italia a due velocità
A confermare la necessità di
questo sguardo globale sono i dati diffusi in occasione della Settimana
Nazionale della Dislessia 2025, che si è tenuta il 4 ottobre a Rende (Cosenza)
con il XIX Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Dislessia.
In quella occasione l’AID lancia
un allarme chiaro: “al Sud le diagnosi sono ancora poche e tardive. Secondo i
dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’ultimo biennio le
certificazioni nelle regioni meridionali si fermano al 2,8%, contro il 7,9% del
Nord-Ovest, il 6,7% del Nord-Est e il 6,1% del Centro”.
Se non facciamo squadra per creare la cultura giusta e sostenere la scuola pubblica con strumenti adeguati, il rischio di lasciare indietro molte persone è reale”.
Ancora più preoccupante è il ritardo nella scuola primaria.
Secondo i dati AID, solo 49.418 alla primaria, contro 112.210 alle medie e
192.941 alle superiori (a.s. 2022/2023). “Questo significa che molti bambini
vivono anni di difficoltà senza una spiegazione, accumulando frustrazione e
senso di inadeguatezza”.
mercoledì, ottobre 22, 2025
LIBRO: "Una sanità uguale per tutti" di Rosy Bindi
«La salute degli italiani oggi è fra le migliori del mondo.»
E c’è un motivo preciso, secondo Rosy Bindi, che si chiama “Servizio sanitario nazionale”.
Ma oggi questo bene di tutti è a rischio. Per non perderlo occorre reagire e invertire la rotta innescata dalla cronica mancanza di risorse, da una progressiva privatizzazione e dall’autonomia differenziata delle regioni.
Il nostro sistema resta un presidio di civiltà fondamentale, che possiamo ancora permetterci e sul quale vale la pena investire, correggendo le disfunzioni che conosciamo e fermando i tentativi in atto di puntare su un modello assicurativo più iniquo e costoso.
A venticinque anni dalla riforma che porta il suo nome, l’autrice sgombra il campo dalle ricostruzioni di parte e dalle polemiche inutili e avanza proposte, chiare e coraggiose, volte a promuovere la rinascita di un servizio basato su equità, solidarietà e trasparenza.
Con un’analisi lucida e senza sconti per nessuno smaschera le contraddizioni di una trasformazione piegata alla logica del profitto. E ricorda che tutti possono e devono battersi per difendere il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione.
martedì, ottobre 21, 2025
Concorso FAI per le SCUOLE anno 2025/2026: "Decoro urbano: diamo tutti una mano"
Per l'anno scolastico 2025-26 il FAI propone alle scuole di ogni ordine e grado il concorso gratuito Decoro urbano: diamo tutti una mano, che invita gli studenti, con il supporto dei loro docenti, ad approfondire le tematiche legate a decoro e qualità dei loro luoghi di vita e a proporre un progetto di rigenerazione urbana.
Da sempre i concorsi nazionali hanno due obiettivi:
Sono più di venti le edizioni dei concorsi nazionali che negli anni il FAI ha proposto alle scuole di ogni ordine e grado: un vero e proprio “compito di realtà” per scoprire e valorizzare il territorio, che può essere realizzato all’interno delle ore di Educazione Civica e rilascia un attestato di partecipazione, sia per la classe che per i docenti.
- stimolare gli studenti alla scoperta attiva delle caratteristiche storiche, artistiche, geografiche e culturali del paesaggio italiano;
- coinvolgere gli studenti in attività dinamiche condotte in gruppo, caratterizzate da momenti di ricerca, esplorazione, progettazione e legate ad esperienze concrete.
LIBRO: "Economia canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale" di Loretta Napoleoni
Le dinamiche economiche sono quelle che ci influenzano di più, ma che conosciamo di meno. Orientano le nostre vite, ma i loro processi più oscuri sfuggono alla nostra comprensione. Spesso, generando mostri.
Ciascuno di noi, infatti, vive due identità a volte conflittuali tra loro: quella di cittadino e quella di consumatore.
Illusi dalle pubblicità e spesso ingannati dai media, partecipiamo in modo inconsapevole al grande gioco dell’economia globale, che muta con sconcertante intensità e rapidità e dove quasi tutti barano. Ci troviamo così intrappolati nella rete dell’economia canaglia, una forza indomabile in mano a sempre nuove generazioni di spregiudicati imprenditori e finanzieri. E dalle schiavitù contemporanee alle moderne piraterie, attraverso il traffico di dati, di organi, di persone, alimentiamo un subdolo meccanismo che ci danneggia.
Ma non essere complici è possibile: per capire come difenderci, dobbiamo imparare a guardare più lontano, nel tempo e nello spazio. Inoltrarci in luoghi sconosciuti ed equivoci come il «Mercato Arizona» delle schiave bianche. Analizzare la mentalità cinese partendo dal grande furto dei tombini del 2004. Seguire da un porto all’altro del mondo i mille modi in cui i falsi – che possono essere borse, abiti, ma anche farmaci – invadono il nostro mercato.
In questo libro-miniera scintillante di fatti e aneddoti, interviste e analisi, Loretta Napoleoni descrive un processo lungo decenni, dalla caduta del Muro di Berlino alla costruzione dell’impero economico cinese e di quello finanziario islamico, fino alle criptovalute. Un saggio unico ed esplosivo, aggiornato a una contemporaneità in cui l’economia canaglia trionfa e ci minaccia più che mai.
lunedì, ottobre 20, 2025
SPORTELLO SALUTE: il nuovo servizio di SPI-CGIL - Visite ed esami medici si POSSONO FARE nel rispetto dei tempi previsti dalla tua ricetta
CHIAMA il numero 320 01 90 831
e PRENOTA il tuo APPUNTAMENTO
presso SPI-CGIL di Paderno Dugnano - Via Roma, 68
Ti AIUTEREMO a FAR VALERE i tuoi DIRITTI
prenotando una visita o un esame nel rispetto
dei tempi previsti dalla tua ricetta
SERVIZIO GRATUITO per TUTTI - anche non iscritti
Non è mai troppo tardi: Le lezioni del Corriere della Sera
e molto altro...
RESTARE UMANI all'Ecofesta 2025
- La raccolta firme FAI per il Parco Borghetto che ha permesso di assegnare al parco di Palazzolo la targa di Luogo del Cuore FAI
- La Festa al Parco Borghetto del 21 Giugno 2025
- Con le 5072 firme raccolte abbiamo potuto partecipare al bando FAI con un progetto che insieme al Comune prevede l'organizzazione di molti eventi durante il 2026/2027
- La presentazione di un Patto di Collaborazione e l'impegno da parte dell'Amministrazione Comunale per sistemare l'area verde del Parco Borghetto in modo da renderlo più bello, ma anche più adatto all'organizzazione degli eventi, in attesa che venga ristrutturata la Dependance e la Serra
- L'organizzazione delle collezioni di manifesti provenienti dalla Collezione RISSO:
- I colori dell'8 Marzo
- Dalla Cina arte e propaganda
- 1969-1979 la contestazione sui muri
- Flash Mob Pro-Palestina: "Il loro grido è la mia voce- Poesia e Musica da GAZA" del 19/09/2025
- La Partecipazione alla Festa dell'Addolorata di Palazzolo del 21 Settembre
- "Relax al Borghetto del 27-28 Settembre: sessioni separate di Yoga per Donne, Uomini e Bambini, che verrà replicata a Maggio 2026
10° EVENTO di Global Thinking Foundation: 12 Novembre 2025 - Palazzo Marini - Milano
Salute finanziaria, contratto sociale e Green Jobs:
Donne che trasformano il Mondo
Nel suo decimo anniversario, Global Thinking Foundation propone un evento di visione e cambiamento, dedicato al ruolo trasformativo delle donne in un nuovo contratto sociale. Al centro del dibattito: salute finanziaria, sostenibilità e lavoro.
La salute finanziaria, come strumento di benessere e prevenzione, si intreccia con la sfida della longevità, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro femminile e le opportunità offerte dai Green Jobs.
Due i panel tematici: “Green Jobs: non è roba da Donne?”, per abbattere gli stereotipi nella transizione ecologica, e “Salute finanziaria e salute pubblica”, per un approccio integrato al benessere psico-economico.
Con il patrocinio di Parlamento Europeo, Comitato EDUFIN 2025, Comune di Milano, Regione Lombardia, Unesco, Commissione Europea, AssoFitnech, Rai Per la Sostenibilità, No Women No Panel, ASVIS, Fondazione Pubblicità Progresso, Forum per la Finanza Sostenibile
Le donne, con competenze e visione, saranno protagoniste del cambiamento. Questo evento ne è catalizzatore.