venerdì, aprile 18, 2025

Parole O_Stili: “Mi baciano il cul...”

“Mi baciano il cul…”

Facciamo un test (di quelli facilissimi). 

Chi ha pronunciato questa frase in pubblico?
- Lucia, rappresentante d’Istituto a Poggibonsi
- Mario, consigliere al Circolo Pensionati “La Ginestra”
- Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America
Esatto, il Presidente Trump!

Nel corso di un discorso alla cena presidenziale del Comitato Nazionale Repubblicano del Congresso, il presidente USA ha affermato che molti Paesi lo stavano chiamando e “baciando il mio cu**” per negoziare le tariffe doganali, poco prima della loro entrata in vigore.

Poche ore dopo, in un’altra stanza della Casa Bianca, un altro membro dell’amministrazione ha scelto toni decisamente accesi. Questa volta si tratta di Elon Musk, a capo del nuovo Dipartimento per l’Efficienza Governativa. In un post pubblicato su X, Musk ha attaccato duramente Peter Navarro, economista e figura chiave nella politica dei dazi americani, definendolo — testualmente — più stupido di un sacco di mattoni (“dumber than a sack of bricks”).

L’uso dell’insulto, la riduzione eccessiva della complessità e il rifiuto delle forme linguistiche istituzionali rappresentano oggi tratti strutturali di un modello comunicativo che si dichiara apertamente anti-sistema. Si tratta di un linguaggio che rompe, in modo deliberato, con il decoro e con le convenzioni del discorso politico tradizionale.

Ma forse l’aspetto più preoccupante è un altro: ci siamo abituati. 

Abbiamo finito per normalizzare questa forma di comunicazione ostile, al punto che parole e toni che un tempo avremmo ritenuto inaccettabili, oggi vengono accolti con indifferenza o, peggio, con compiacimento.

Cosa succede quando a parlare così è il Presidente degli USA?

Quando queste pratiche linguistiche vengono adottate dal presidente degli Stati Uniti – la figura più alta e simbolica della democrazia americana e mondiale – questo tipo di linguaggio diventa modello, esempio, e viene quindi legittimato.

Quando il presidente degli Stati Uniti sceglie di usare parole offensive o divisive il rischio è di far percepire le istituzioni non come luoghi di garanzia per tutti e tutte, ma come strumenti al servizio di una parte sola. Un linguaggio basato sul “noi contro loro” alimenta la rabbia e, in un clima così, chi ha un’idea diversa non viene ascoltato ma attaccato, mentre il compromesso – che in democrazia è fondamentale – viene visto come una debolezza, non come un valore.

In questo tipo di comunicazione contano più le emozioni che la ragione. Le parole vengono scelte per colpire. E quando il linguaggio diventa un’arma, la politica smette di essere un luogo di confronto.

Anni fa, nel 2017, Parole O_Stili ha voluto dare un piccolo contributo per migliorare il confronto politico attraverso il Manifesto della comunicazione non ostile per la politica. È una bussola nata con l'obiettivo di promuovere un linguaggio rispettoso e responsabile nel dibattito politico, sia online che offline. È una delle declinazioni del Manifesto ed è pensato per chi opera nella sfera pubblica e istituzionale, in particolare per politici, giornalisti, attivisti e comunicatori politici.

giovedì, aprile 17, 2025

MUSICA: “we call it jazz” dal 12 Aprile al 18 Maggio a Milano

 

Auditorium San Fedele - Via Ulrico Hoepli, 3/b
We call it Jazz: un viaggio nel cuore di New Orleans a Milano

We call it Jazz a Milano ti aspetta per una performance di musica dal vivo che celebra le origini di questo genere musicale rivoluzionario.
Potrai goderti un mix curato di classici jazz e improvvisazioni spontanee che incarnano lo spirito libero e appassionato di questa forma d'arte.
Preparati ad un'esperienza emozionante che ti trasporterà idealmente nel cuore di New Orleans.
We call it Jazz è più di un semplice concerto, si tratta di un'esperienza immersiva ambientata in una location che evoca l'atmosfera vibrante della New Orleans degli anni '20.
Potrai immaginare di sorseggiare un cocktail mentre musicisti di talento si esibiscono sul palco, proponendo i migliori brani di "hot jazz", una fusione unica di ragtime, ottoni e blues. Goditi una serata all'insegna della passione e del ritmo.
Non perdere l'occasione di assistere a questo spettacolo unico, con un programma che include brani memorabili di grandi artisti jazz.  
Preparati a vivere un'esperienza indimenticabile nel cuore di Milano, un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta delle radici del jazz. 
Lasciati trasportare dalle note e dal ritmo di questa musica senza tempo.
 

mercoledì, aprile 16, 2025

Parole O_Stili: Parole per parlare di obesità in modo inclusivo - 02_BODY SHAMING

 
Il body shaming è un comportamento sociale che consiste nel giudicare o ridicolizzare l’aspetto fisico delle persone, spesso in modo offensivo o denigratorio. 

“Dovresti fare più sport, sei troppo grassa/o.” 
“Ma che capelli ha? Come può uscire così?” 
“Sembra uno scherzo della natura.” 

Anche commenti apparentemente positivi, come “Ti vedo dimagrita/o”, possono risultare inappropriati, perché associano il dimagrimento e la magrezza al benessere fisico e alla gradevolezza estetica. 
Sebbene chiunque possa esserne vittima, alcuni gruppi sono particolarmente vulnerabili, ad esempio persone con corpi non conformi al concetto canonico di peso e magrezza e quindi considerati "grassi" (in questo caso si parla anche di fat shaming). 
Prima di esprimere un’opinione sull’aspetto di qualcuno, è importante riflettere sull’impatto che potrebbe avere. 
Fare osservazioni, anche non intenzionalmente offensive, contribuisce a rafforzare standard estetici irrealistici e può influire negativamente sulla salute mentale e fisica di chi le riceve. 

Promuovere una cultura di accettazione e rispetto per le diversità fisiche è una responsabilità collettiva. Contrastare il body shaming significa impegnarsi a costruire un ambiente in cui ogni corpo sia accolto e valorizzato per ciò che è. 

martedì, aprile 15, 2025

LIBRO: "L'algoritmo bipede" di Martina Ardizzi

 

Che cosa succede al nostro cervello quando le nostre mani iniziano a utilizzare una tecnologia inventata dalla nostra stessa mente?

Un viaggio affascinante tra neuroscienze, evoluzione e innovazione che ci racconta come siamo diventati esseri umani e come (forse) stiamo diventando qualcos'altro.

Martina Ardizzi ci guida con leggerezza e ironia attraverso i meccanismi più profondi della nostra mente, svelando come ogni nostro strumento - dal primo sasso scheggiato ai visori virtuali - non sia solo un oggetto esterno, ma una vera e propria protesi del nostro pensiero.

Un saggio che trasforma la complessità scientifica in una narrazione coinvolgente, dove scopriamo che il cervello umano non è un organo chiuso, ma un sistema dinamico che si adatta costantemente all'ambiente, incorporando tecnologie, linguaggi e nuove esperienze.

Il racconto che si dipana in queste pagine ci restituisce la meraviglia di scoprirci esseri in continua evoluzione, capaci di immaginare mondi nuovi e reinventarci senza sosta.

Un libro che non solo spiega come funzioniamo, ma ci invita a riflettere su chi siamo e chi potremo diventare.


lunedì, aprile 14, 2025

LIBRO: “Le radici del mondo. EVA, le Donne e la Bibbia" di Adriana Valerio

 

La Bibbia o, meglio, la sua interpretazione, ha esercitato un'influenza profonda sulla storia delle donne in Occidente.

Per lungo tempo, infatti, il testo sacro è stato utilizzato per definire l'identità maschile e femminile, confinando le donne in rigidi ruoli stabiliti da modelli gerarchici e patriarcali.

Ruoli di presunta inferiorità e subalternità che tuttavia le innumerevoli figure femminili presenti nella Sacra Scrittura - da Sara a Maria, da Ester alla Maddalena - così come gli studi biblici degli ultimi decenni sembrano smentire.

In questo saggio affascinante e sapiente, la storica e teologa Adriana Valerio condivide il frutto di oltre quarant'anni di lavoro proponendo una rilettura delle figure femminili della Bibbia che supera le interpretazioni tradizionali.

Andando oltre la semplice lettura del testo, smaschera i pregiudizi storici e indaga il complesso rapporto tra il sacro e le questioni di genere, con particolare riferimento alla reinterpretazione del mito di Eva.

Perché proprio Eva?

Perché «la prima donna è un archetipo dalle mille sfaccettature e dai tanti significati».

Perciò i temi che emergono in queste pagine non appartengono al passato né sono confinati a curiosità storico-accademiche, ma interrogano profondamente l'attualità: l'essere in relazione, il generare vita, la cura del creato, l'impegno per la pace, l'essere stranieri, l'esercizio del dubbio, il dolore della maternità e tanto altro ancora.

Ecco, quindi, che il mito di Eva, al pari delle vicende delle tante figure femminili che popolano il testo biblico, ha una straordinaria eco nel presente e al tempo stesso è un invito a guardare al futuro, un futuro inedito «che va atteso e costruito», e «scuote perché ci richiama nel profondo del nostro essere: alle radici del mondo e della nostra storia».

Un'analisi unica del testo sacro che saprà sorprendere e stimolare nuove riflessioni.


domenica, aprile 13, 2025

Raccolti più di 5100 voti/firme per il "PARCO BORGHETTO - Luogo del Cuore FAI"

 

Si è conclusa il 10 Aprile la Raccolta voti/firme per il "PARCO BORGHETTO - Luogo del Cuore FAI", iniziativa promossa da Restare Umani.
Possiamo ritenerci soddisfatti del risultato raggiunto !
Un ringraziamento particolare (oltre alle 18 Associazioni aderenti, e ai Negozi), va ai ragazzi delle scuole, soprattutto alla Allende, Croci e Poliestetica, che da sole hanno contribuito con più di 800 voti!!!

GRAZIE RAGAZZI !

Avendo raccolto più di 2.500 voti si potrà ricevere il layout di una targa celebrativa della partecipazione al censimento da poter apporre presso il PARCO BORGHETTO come segno della mobilitazione pubblica in suo favore.

Il 12 Giugno sverrà emesso dal FAI il “Bando I Luoghi del Cuore” 
I Luoghi del Cuore che avranno ricevuto almeno 2.500 voti secondo la classifica ufficiale (e noi ci siamo), attraverso i proprietari del Bene, (nel nostro caso il Comune di Paderno Dugnano), si potrà presentare al FAI una richiesta di intervento sulla base di specifici progetti di azione per la tutela o la valorizzazione del Bene.

Una commissione tecnica interna al FAI valuterà le domande pervenute e selezionerà i luoghi idonei al sostegno della Fondazione, anche con lo stanziamento di contributi economici (massimo 50.000 €). 

La manipolazione dei media. Le dieci regole per il controllo sociale di Noam Chomsky

 

Distrazione, sensibilità, senso di colpa, compiacersi della mediocrità. 
Ogni giorno siamo sottoposti a centinaia di stimoli esterni che inevitabilmente influenzano la nostra opinione. Anche la persona più obiettiva e imperturbabile inevitabilmente viene condizionata da qualcosa o qualcuno.
Che sia la stampa, la televisione, il mare magnum di internet.
Non più solo un quarto potere, ossia la capacità della stampa di orientare l’opinione pubblica, ma anche un quinto e un sesto potere.
Basti pensare al ruolo ancora dominante del piccolo schermo e quello sempre più penetrante dei social network.
Tutto parte da una domanda: e se ciò che pensiamo in realtà derivasse da quello che gli altri – il potere in primis- vogliono farci credere? 
A questo interrogativo ha risposto Noam Chomsky, linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense.
È lui a stilare le dieci regole per il controllo sociale, vale a dire le strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i mass media.
Si inizia con la strategia della distrazione, messa in atto per sviare la nostra attenzione dai veri problemi e focalizzarla su quelli che hanno meno importanza. Segue la regola basata sulla creazione di un problema, come ad esempio una crisi economica o una minaccia terroristica, a cui si offre la soluzione.
Tutto questo deve però avvenire in maniera graduale per evitare traumi e sommosse.
La decisione, poi, deve essere dolorosa e necessaria e la si dovrà spiegare alle persone come se fossero bambini, privi quindi di assoluta analisi critica facendo leva sulla emotività piuttosto che sulla riflessione. Alla base di tutto il mantenimento di un popolo mediocre e ignorante.

D’altronde, come sostiene Chomsky, i sistemi democratici, non essendo intenzionati a mantenere l’obbedienza con la forza, devono non solo controllare ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa.
Ecco perché, il filosofo ha elaborato la lista delle dieci regole per il controllo sociale.
La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.
Ma in che modo essi condizionano le nostre vite?
Vediamo nel dettaglio il decalogo per il controllo sociale.

1. La strategia della distrazione

Si tratta della prima, e più importante regola.  “Deviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli il tempo di pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali”.
L’elemento primordiale del controllo sociale è dunque distrarre la massa, sviarla dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue distrazioni e informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
Mantenere insomma l’attenzione del pubblico imprigionata da temi senza vera importanza e deviandola dai veri problemi sociali.

2. Creare il problema e poi offrire la soluzione

La seconda regola appare quanto mai attuale. Il metodo viene anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Tanti sono gli esempi: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3. La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
Offrirle al “pubblico” poco alla volta, invece, consente al potere di far accettare tali condizioni in maniera meno traumatica e come inevitabili.

4La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.
È più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. E poi, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5Rivolgersi alle persone come a dei bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende a usare un tono infantile.
Se qualcuno, infatti, si rivolge a una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà a una risposta o a una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno.

6. Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione

Far leva sull’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, o per indurre comportamenti.

7. Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità

Fare in modo che la gente sia incapace di comprendere le tecniche e i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori”.

8. Stimolare il pubblico a essere favorevole alla mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9. Rafforzare il senso di colpa

Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile delle proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.

10. Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente.
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo e un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Si può sfuggire al controllo sociale? 
La risposta è sì, abbattendo quelle stesse regole che vogliono ingabbiarci.
Puntando al sapere e all’analisi, al confronto e alla pluralità delle opinioni, tornando a essere massa critica e non accettando aprioristicamente ciò che ci viene imposto. Scavando oltre la superficie.

È questa la vera sfida che si presenta prepotente ancora oggi.

 

Alcuni libri di Noam Chomsky:


sabato, aprile 12, 2025

LIBRO: “Diversità e convivenza” di Stefano Allievi

 

Siamo nomadi in un universo mobile. Niente è statico, e tutto è in relazione con tutto. Per questo dobbiamo ripensare il nostro modo tradizionale di vedere noi stessi, la società, il mondo, la vita.

Le migrazioni sono un fatto, che piaccia o no.
E la presenza di un numero significativo di immigrati comporta un cambiamento radicale delle società che li accolgono.
La pluralità – culturale, identitaria, religiosa – va conosciuta, indagata e affrontata.
Di più: il conflitto non va temuto. Va riconosciuto, accettato, governato.
Al di là dello schierarsi pro o contro, del sostenere l’una o l’altra posizione politica sul tema dell’accoglienza o della cittadinanza, quali sono le implicazioni delle migrazioni e della mobilità umana?
Qual è l’orizzonte verso il quale stiamo andando, quali gli scenari che si aprono, le difficoltà che dovremo affrontare, le soluzioni a disposizione?
Quel che è certo è che non possiamo permetterci di sottovalutare le conseguenze della pluralità culturale e religiosa che caratterizza aree sempre più vaste del mondo.

In questo libro, le analisi e le riflessioni di uno degli studiosi più accreditati sui temi delle migrazioni e del multiculturalismo.


venerdì, aprile 11, 2025

Design Week 2025 anche a Paderno !

 


Anche Paderno Dugnano partecipa alla Design Week, (8-13 aprile 2025) con una proposta da non perdere: una settimana dedicata al design nella biblioteca TILANE.

VISITE GUIDATE_ La visita a Tilane in programma è un percorso tra il design e la cultura, un viaggio tra gli spazi, il patrimonio e gli arredi iconici che raccontano storia, storie e il modo di Tilane di concepire e vivere la biblioteca che diventa un luogo bello dove stare, ma allo stesso tempo versatile e funzionale.

venerdì 11 aprile 2025 alle ore 17.30
prenota >>
sabato 12 aprile 2025 alle ore 10.00
prenota>>
posti limitati, prenotazione obbligatoria

INFO 

Tilane - piazza della Divina Commedia 3/5 Paderno Dugnano  | T. 02.91004 501 - www.tilane.it 



A Varedo, ancora più ricca la Design Week 2025

 

ALCOVA a Varedo si fa in quattro.
Alle due location dello scorso anno, Villa Borsani (visitabile quest’ anno su prenotazione a 25 €) e Villa Bagatti Valsecchi, vengono affiancati due spazi abbandonati, ma dal grande fascino.
Sono la ex-fabbrica SNIA, esempio di architettura razionalista, e le Serre di Pasino, confinanti con Villa Bagatti e immerse nel verde, dentro e fuori.

Quest’anno sono riuscita a visitare le Serre e la Ex-Snia senza fare lunghe code, incuriosita più dalle location che dalle installazioni, ma devo dire che sono rimasta molto soddisfatta da entrambe!

Ecco alcune foto:











Salari reali in Italia

Dal “Corriere della Sera” del 24 marzo 2025 di Enrico Marro

Salari reali, nessuno peggio dell’Italia: rispetto al 2008 perso l’8,7% del potere d’acquisto (e in Germania è salito del 15%)

I dati nel Rapporto dell’Oil, Organizzazione internazionale del lavoro 

(Rapporto mondiale sui salari 2024–25: Le tendenze dei salari e delle disuguaglianze salariali in Italia e nel mondo | International Labour Organization). 

Tra i Paesi del G20 record negativo del nostro Paese: in Francia, nello stesso periodo, c’è stato un aumento di circa il 5%, in Germania di quasi il 15%.

Negli ultimi tre anni, dopo un calo dei salari reali del 3,3% nel 2022 e del 3,2% nel 2023, nel 2024 c’è stato comunque un aumento del 2,3%, comunque insufficiente a recuperare la perdita di terreno rispetto all’inflazione, che nel 2022 aveva raggiunto il picco dell’8,7%. 

Proprio l’inflazione, che penalizza maggiormente le retribuzioni più basse, ha avuto un peso nel determinare la cattiva performance delle retribuzioni in Italia, insieme a una serie di fattori strutturali, a cominciare dal nanismo della struttura produttiva, dalla bassa produttività, in particolare nei servizi, dagli scarsi investimenti in innovazione tecnologica e formazione dei lavoratori. 

Contratti insufficienti: la produttività cresce, le retribuzioni no

Tuttavia, osserva l’Oil, negli ultimi due anni la produttività è cresciuta più dei salari e quindi, in teoria, ci sarebbe uno spazio per far salire le retribuzioni

Il fatto è, sottolineano i ricercatori, che, nonostante la diffusione dei contratti nazionali di lavoro, che in Italia coprono la quasi totalità dei lavoratori, il rinnovo degli stessi non si è dimostrato, nella media, in grado di mantenere i salari almeno in linea con l’aumento dei prezzi. 

Questo è successo anche perché il modello stesso della contrattazione appare inadeguato

  • da un lato, prendendo come riferimento un indice d’inflazione, l’Ipca, al netto dei prezzi dei beni energetici importati, non copre una delle voci che ha gravato di più sui bilanci familiari,  
  • dall’altro, demandando di norma la distribuzione dei guadagni di produttività ai contratti aziendali, offre questa possibilità solo a una minoranza di lavoratori, in genere quelli delle grandi aziende.

Forti diseguaglianze tra lavoratori

Completa il quadro, 

  • una situazione di forti diseguaglianze tra lavoratori italiani e stranieri, con questi ultimi relegati nelle attività meno retribuite, tanto che il loro salario mediano è del 26% inferiore a quello degli italiani che fanno lo stesso lavoro; 
  • tra donne e uomini, con le prime che hanno redditi da lavoro nettamente inferiori, anche perché costrette molto più frequentemente al part time; 
  • tra giovani e anziani, con i primi che, soprattutto se con un alto titolo di studio, ricevono stipendi medi decisamente inferiori rispetto a quelli che prenderebbero negli altri Paesi avanzati. 

Insomma, una situazione, complessa, che viene da lontano e rispetto alle quali le risposte degli attori in campo, governo, imprese e sindacati, appaiono insufficienti e non di rado è la magistratura a intervenire per tutelare i lavoratori da paghe, stabilite negli stessi contratti, che non garantiscono retribuzioni dignitose come vuole l’articolo 36 della Costituzione. 

È necessario, dice il leader della Cgil, Maurizio Landini, «aprire una vera e proprio vertenza sui salari, a partire dallo sciopero dei metalmeccanici di venerdì 28 marzo».


giovedì, aprile 10, 2025

MILANEIDE: Itinerario 10 - da Villa Mirabello a Piazza Gae Aulenti

 

Itinerario 10 - da Villa Mirabello a Piazza Gae Aulenti

Gli autori, che ringraziamo per la disponibilità, ma soprattutto bravura, sono:

Giovanni Carlo Biffi - per la fotografia
Luigi Destri - per i testi
Angelo Destri - per i disegni

Link interattivo all' Itinerario 10 - Google Map

Buona passeggiata !

Con l'Itinerario 10 si conclude MILANEIDE.

RESTARE UMANI e gli AUTORI si augurano di aver fatto cosa gradita ai lettori nel pubblicare questi percorsi inediti per MILANO



mercoledì, aprile 09, 2025

Le mostre di RESTARE UMANI sul Parco Borghetto di Palazzolo alla 44° Fiera di Primavera - edizione 2025

 

Durante la Fiera di Primavera 2025, al banchetto di Restare Umani, posizionato davanti alla camera del Lavoro, era possibile visitare la mostra curata da Patrizia Cibin "Come Eravamo", mentre all'interno della sede di SPI-CGIL era allestita la mostra di Giovanni Moretti "Il recupero della dependance del Parco Borghetto nei contesti protostorici e conurbativi"

Le mostre hanno ottenuto un discreto interesse e ci impegneremo a renderle di nuovo visitabili nei prossimi mesi

Un GRAZIE a tutti i soci dell'Associazione per l'impegno nell'organizzazione della manifestazione e a tutte le Associazioni aderenti







Parole O_Stili: Parole per parlare di obesità in modo inclusivo - 01_OBESITA'


L’obesità è definita dall’OMS come una malattia cronica complessa caratterizzata da un deposito eccessivo di grasso che può compromettere la salute e danneggiare la qualità della vita. 
Tuttavia, questo termine viene spesso impiegato in modo inappropriato o con connotazioni negative, contribuendo ad alimentare pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle persone con corpi grassi. 
È importante sottolineare che non tutti i corpi grassi rientrano nella definizione di obesità e che questa condizione può essere accertata esclusivamente da un/a professionista sanitario qualificato. 
Si può usare il termine “obeso”? 
La scelta delle parole dipende dal contesto e dalle preferenze individuali. 
Esistono due principali approcci linguistici: 
 • Approccio person first: privilegia espressioni come “persona con obesità”, mettendo al centro la persona piuttosto che la condizione. 
 • Approccio identity first: predilige termini come “persona obesa”, in cui l’identità viene riconosciuta come parte integrante della persona. 

In conclusione, nel dialogo con la community o con singoli individui, è fondamentale rispettare le preferenze personali e chiedere sempre come desiderano essere descritti. 
Il linguaggio inclusivo non è solo una questione di parole: è uno strumento per ascoltare, accogliere e dare dignità alle esperienze di ciascuno.

martedì, aprile 08, 2025

LIBRO: “C’era la luna” di Serena Dandini

 

«Volevamo essere avventati e liberi di sbagliare, sì, soprattutto di sbagliare».

L’educazione sentimentale, politica, sessuale di un’adolescente nella seconda metà degli anni Sessanta, tra feste e proteste, risate e pianti, sogni arditi e drammatici risvegli.

Un romanzo che trascina dentro la magia e il mistero della giovinezza.

Roma, 1967. Sara Mei è stanca di essere una bambina. La terra di mezzo del ginnasio, su cui è appena approdata, già non le basta più. Il suo sguardo punta dritto ai piani superiori della scuola, dove ci sono le classi del liceo. Ad affascinarla è soprattutto un gruppo di ragazze spavalde, portatrici di una femminilità che ancora non conosceva: una femminilità “non” rassicurante.

Una di loro ha un fratello, Saverio. È bello, colto, impegnato: impossibile non innamorarsene, anche se lui sembra sempre perso in pensieri immensi, o sospeso fra le note del suo pianoforte.

Coraggiosa, piena di ironia, Sara si butta senza rete nel vortice di cambiamento che travolge la società. Passa senza sosta dal “Piper” ai cineforum, dalle prime impacciate esperienze con i maschi ai contrasti familiari, soffre e gioisce insieme alle amiche.

Vive una stagione irripetibile, diverte, si diverte, sboccia.

E arriva il 1969. Un anno incredibile, il 1969.

Per il mondo è l’anno dello sbarco sulla luna, per Sara quello in cui si scopre grande, per una generazione, la sua, quello in cui le illusioni si sbriciolano nel fragore di una bomba.

«Ci vuole una discreta tempra e tanto coraggio per fare una rivoluzione e io, per quanto mi fingessi spavalda, non mi sentivo all’altezza. Ero un po’ vigliacca e molto ignorante, ma almeno non ero più sola. Lola mi stava abbracciando e il suo profumo che sapeva di spezie orientali (mi pare si chiamasse patchouli) lentamente mi rianimava.

L’amicizia è più potente dell’amore. L’amicizia guarisce e salva e ti assegna un posto nel mondo. E anche se io ero stonata come una campana non se ne sarebbe accorto nessuno perché le mie amiche avrebbero cantato in coro con me. Non c’erano più solo loro adesso, eravamo diventate noi».


lunedì, aprile 07, 2025

LIBRO: “Collasso” di Jared Diamond

 

Sono molte le civiltà del passato che parevano solide e che invece sono scomparse.

E se è successo nel passato, perché non potrebbe accadere anche a noi?

Diamond si lancia in un ampio giro del mondo alla ricerca di casi esemplari con i quali mettere alla prova le sue teorie.

Osserva somiglianze e differenze, storie e destini di antiche civiltà (i Maya, i Vichinghi, l'Isola di Pasqua), di società appartenenti al Terzo Mondo (Ruanda, Haiti, Repubblica Dominicana) o che nel giro di un solo secolo si sono impoverite, e individua le cause principali che stanno dietro al collasso: degrado ambientale, cambiamento climatico, crollo dei commerci, avversità dei popoli vicini, incapacità culturali e politiche di affrontare i problemi.


domenica, aprile 06, 2025

Alla Fiera di Primavera raccolte più di 400 firme per il "Parco Borghetto - Luogo del Cuore FAI"

Oggi, alla Fiera di Primavera, abbiamo superato il già grande successo di raccolta firme di Domenica scorsa al Parco Lago Nord. 
Raccolte più 430 firme! 
E ci sono ancora un po' di moduli da recuperare...
Se Associazioni, scuole, negozi e cittadini hanno dei moduli con delle firme, sono pregati di contattare 
Restare Umani (email: restareumani2011@gmail.com ) per concordare la consegna.

TUTTE le firme devono essere inviate al FAI entro le 23.59 di Giovedì 10 Aprile.

Molto interesse hanno suscitato tra i cittadini le mostre fotografiche allestite di 
Giovanni Moretti: Storico/Archeologica  "Il recupero della dependance del Parco Borghetto nei contesti protostorici e conurbativi" 
Patrizia Cibin: Storico/Culturale  "Come Eravamo"  
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Grande curiosità tra i cittadini per conoscere le ristrutturazioni possibili/fattibili.

L'idea di ristrutturare la Dependance e la Serra in un Caffè Letterario 
con apertura pedonale sul sentiero del Lungo Seveso, 
sembra piacere molto !
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Parole O_Stili: Oggi pubblichi sui social e domani non ti danno il mutuo

 

Ultimamente sui social sta spopolando un trend che merita una riflessione. Molti utenti, spesso giovanissimi, pubblicano video in cui si vantano di non saldare i debiti accumulati con il pagamento a rate tramite Klarna. È il cosiddetto “trucco della prima rata”, che consiste nel versare solo la prima quota di un acquisto e ignorare le successive, spesso utilizzando carte senza fondi.

Ma andiamo per ordine, cos’è Klarna?

Klarna è un’app svedese di servizi finanziari che anticipa il costo di un acquisto, permettendo di ricevere subito il prodotto o il servizio e di rimborsare l’importo in tre rate senza interessi. Il primo pagamento avviene al momento dell’acquisto, il secondo dopo 30 giorni e il terzo dopo 60 giorni, senza costi aggiuntivi. Il servizio è disponibile in molti e-commerce e negozi fisici ed è diventato, in poco tempo, una delle maggiori banche europee, attiva in 45 Paesi.

E cosa suggeriscono alcuni utenti sui social?

Di pagare la prima rata con una carta prepagata quasi vuota e poi far perdere le proprie tracce. Un comportamento doppiamente irresponsabile: da un lato, si tratta a tutti gli effetti di un furto; dall’altro, si ignorano le conseguenze a lungo termine che possono compromettere la propria stabilità finanziaria.

Già, perché cosa succede se non si pagano le rate di un finanziamento?

Anche per importi piccoli, i mancati pagamenti ripetuti possono portare alla segnalazione alle agenzie di credito, influenzando negativamente il punteggio creditizio e la possibilità di ottenere prestiti o finanziamenti in futuro. E se, a 30 anni, ci si vedesse negare un mutuo per la prima casa a causa di scelte avventate fatte da giovanissimi?

Abbiamo chiesto una riflessione sul tema giovani generazioni e educazione finanziaria a Michela Calculli, blogger e divulgatrice, specializzata in economia, finanza e fisco.

La Generazione Z ha una relazione sempre più stretta con i soldi virtuali, come criptovalute e valute digitali. Credi che questi strumenti stiano plasmando in modo positivo o negativo la loro educazione finanziaria? 

Le criptovalute stanno sicuramente avendo un impatto sull’educazione finanziaria della Generazione Z. Se questo impatto sia positivo o negativo è difficile dirlo in modo netto. Da un lato, molti giovani vedono in questi strumenti un’opportunità per generare valore rapidamente, con l’idea che investire poco possa portare a guadagni elevati. Questo li attrae perché le criptovalute appaiono come qualcosa di innovativo e redditizio.

D’altro canto, è fondamentale che acquisiscano una comprensione più approfondita di questi strumenti, che sono estremamente complessi e richiedono conoscenze giuridiche, tecnologiche, finanziarie e persino filosofiche, soprattutto se consideriamo anche la politica monetaria.

Se ben guidati, i ragazzi possono trarre beneficio da questo interesse, perché le valute virtuali li spingono ad approfondire non solo temi legati alla finanza, ma anche alla politica monetaria. Tuttavia, c’è un aspetto da non sottovalutare: i dati mostrano che le ragazze sono meno coinvolte in questo ambito, il che evidenzia una disparità di genere che andrebbe affrontata.

Quali sono i rischi principali per la Generazione Z quando si tratta di gestire la propria identità digitale finanziaria? 

Uno dei rischi più grandi è la giovane età. Molti ragazzi, spesso anche minorenni, finiscono vittime di truffe finanziarie come schemi Ponzi e piattaforme fraudolente, attratti da promesse di guadagni spropositati.

Va notato che il problema riguarda soprattutto i ragazzi, perché le statistiche mostrano che la presenza maschile nel mondo delle criptovalute e delle finanze digitali è molto più alta rispetto a quella femminile. Paradossalmente, questa minore partecipazione delle ragazze le protegge in parte da truffe e investimenti rischiosi, ma allo stesso tempo le espone a una minore possibilità di guadagno e indipendenza finanziaria in futuro.

In generale, il rischio maggiore nel digitale è quello di imbattersi in piattaforme fasulle, catene fraudolente e realtà inesistenti che sottraggono valore senza offrire nulla in cambio. La mancanza di consapevolezza e strumenti adeguati per riconoscere queste truffe è una delle sfide più urgenti da affrontare.

Quanto è importante oggi educare le persone all’uso responsabile del denaro e alla pianificazione finanziaria, considerando la loro inclinazione verso l’instant gratification e la condivisione digitale della propria vita? 

L’educazione finanziaria è più importante che mai, proprio per questi motivi. Da un lato, la Generazione Z ha accesso a una quantità enorme di informazioni, spesso anche molto specifiche e dettagliate. Tuttavia, il problema è un altro: manca un supporto che aiuti a mettere ordine tra tutte queste nozioni. L’iper-connessione e la ricerca della gratificazione istantanea portano i ragazzi ad acquisire conoscenze in modo rapido, ma trasformarle in competenze richiede un percorso più strutturato. Per questo è essenziale fornire loro strumenti educativi, momenti di confronto e spazi di discussione per approfondire i concetti finanziari. Fermarsi a riflettere e condividere esperienze può fare la differenza tra un’informazione superficiale e una consapevolezza reale e duratura.

Essere consapevoli delle "impronte digitali" che lasciamo in Rete è fondamentale. Prima di pubblicare, chiediamoci sempre se quel contenuto rappresenta davvero chi siamo e chi vogliamo essere. Perché la Rete dimentica molto meno di quanto pensiamo.

Una parola: DOOMSPENDING 

È lo shopping compulsivo motivato dalla paura di un futuro incerto.

Il termine nasce dalla fusione di doom (rovina) e spending (spesa) e descrive un comportamento sempre più diffuso, soprattutto tra Millennials e Gen Z.

Le crisi economiche, il cambiamento climatico e l’instabilità globale generano ansia e un senso di impotenza.

La risposta? Cercare conforto negli acquisti impulsivi, anche a scapito del risparmio.

Un fenomeno simile si era già visto nel 1929, durante la Grande Depressione, quando le vendite di rossetti aumentarono nonostante la crisi: un piccolo lusso accessibile per sentirsi meglio.

Oggi, però, il doomspending è amplificato dai social media e dalla facilità degli acquisti online.

Il rischio? Entrare in un circolo vizioso di spese e debiti senza rendersi conto delle conseguenze. Il punto non è demonizzare gli acquisti, ma prendere consapevolezza.

Altri content creator che parlano di Educazione finanziaria:

Pecuniami
Starting Finanz
Finanz
Rame


sabato, aprile 05, 2025

LIBRO: “Adolescenti interrotti. Intercettare il disagio prima che sia tardi”

 

di Stefano Vicari

Da sempre ci ripetiamo che l’adolescenza è un’età critica, ma ci sentiamo confortati all’idea che sia solo una fase di passaggio da sopportare e supportare, quindi destinata a finire e a consegnarci individui maturi e pronti alla vita adulta.
E se invece non fosse così?
Se la famosa crisi adolescenziale non fosse una semplice crisi?
Stefano Vicari lancia un allarme chiamandoci alla presa in carico di un problema: gli accessi al pronto soccorso ci parlano di una generazione di bambini e adolescenti che, come mai in passato e già prima del Covid, sta manifestando un grave malessere psichico che sfocia con crescente frequenza in atti violenti contro sé stessi o contro gli altri, crisi depressive, isolamento, ansie, dipendenze e disturbi alimentari di vario genere.
Un malessere che spesso non si supera con l’età, ma anzi rischia di esacerbarsi e cronicizzarsi, degenerando in vere e proprie malattie psichiatriche, che fanno la differenza tra vite aperte al futuro e vite “interrotte”.
Ma dove nasce e da cosa dipende la salute mentale?
Cosa possiamo fare per promuoverla?
Noi adulti abbiamo la possibilità formidabile di trasformare il preoccupante stato attuale delle cose e migliorare la qualità di vita dei nostri ragazzi, anche dei più fragili.
Permetterci di coglierla è lo scopo di questo libro.
Nel disegnare una traiettoria verso il benessere psichico che ha origine nell’infanzia, Stefano Vicari ci offre chiavi di comprensione di ciò che alimenta il disagio mentale nei bambini e negli adolescenti, mette a fuoco i segnali d’allarme dei disturbi più diffusi e i modi per intervenire tempestivamente, senza sottovalutare i sintomi.

Infine, guida genitori e insegnanti alla riscoperta della loro vocazione educativa per aiutare figli e studenti a crescere emotivamente stabili, curiosi di conoscere, ricchi di relazioni positive per affrontare in autonomia e serenità le sfide del diventare grandi.


venerdì, aprile 04, 2025

Domenica 6 Aprile raccolta firme alla FIERA di PRIMAVERA per l'iniziativa "PARCO BORGHETTO - Luogo del Cuore FAI"

 

Domenica 6 Aprile, Restare Umani sarà presente 
con un gazebo alla FIERA di PRIMAVERA 
in Via Roma, 68  - dalle 9.30 alle 18.00
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Sarà possibile visitare 2 mostre:

 Storico/Archeologica - Fotografica "Il recupero della dependance del Parco Borghetto nei contesti protostorici e conurbativi" curata da Giovanni Moretti
 
 Storico/Culturale - Fotografica "Come Eravamo" allestita da Patrizia Cibin
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Si potrà  firmare per il 'Parco Borghetto -Luogo del Cuore FAI'
Ricordo anche che è possibile votare online al seguente link:

https://fondoambiente.it/luoghi/parco-borghetto-di-palazzolo-milanese?ldc

giovedì, aprile 03, 2025

MILANEIDE: Itinerario 9 - dal Castello alla prima casa di Giò Ponti

Itinerario 9 - dal Castello alla prima casa di Giò Ponti

Gli autori, che ringraziamo per la disponibilità, ma soprattutto bravura, sono:

Giovanni Carlo Biffi - per la fotografia
Luigi Destri - per i testi
Angelo Destri - per i disegni


Link interattivo all' Itinerario 9 - Google Map

Buona passeggiata !

 

mercoledì, aprile 02, 2025

LIBRO: “Il lavoro delle donne? Una questione redistributiva” di Luisa Corazza

I dati empirici indicano il persistere della penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro remunerato.

Indagando le cause e l'esatta distribuzione di questa diseguaglianza, è possibile proporre un nuovo programma, che affianchi al diritto antidiscriminatorio policies in grado di superare il gender gap.

Promuovere il lavoro delle donne non significa accettare la mera annessione delle donne a un mondo del lavoro costruito intorno al soggetto maschile né rimuovere il carattere plurale che si nasconde dietro all'universo femminile.

È fondamentale riflettere e proporre una nuova prospettiva, finalmente attenta ai bisogni della società contemporanea, alla redistribuzione del lavoro di cura e alle differenze che attraversano lo stesso mondo delle donne.

Grazie alle acquisizioni del pensiero femminista contemporaneo, è possibile mettere a fuoco la diversificazione dell'universo femminile: le donne non sono tutte eguali.

La discussione deve essere dunque spostata all'interno di quest'ambito problematico.

I dati sul lavoro delle donne in Italia certificano, infatti, tutti i limiti di interventi che finiscono per riprodurre nel rapporto "tra" le donne quel gap che ancora divide profondamente uomini e donne di fronte al grande tema del lavoro.

Tale finalità richiede che l'approccio classico con il quale viene affrontato il problema del lavoro delle donne, e cioè la lotta alle discriminazioni, venga integrato con l'attenzione alle più complesse questioni redistributive.

Dal pensiero della differenza all'analisi intersezionale, si propone qui una rilettura critica degli strumenti giuridici e delle politiche pubbliche che mirano a promuovere il lavoro delle donne, per comprendere dove si annidano le radici redistributive delle diseguaglianze di genere e valutarne le azioni di contrasto. Prefazione di Silvana Sciarra.