giovedì, ottobre 02, 2025

L’importanza della solidarietà

da L'Internazionale del 3 Ottobre 2025 - Eman Abu Zayed, Al Jazeera, Qatar

Una scrittrice e traduttrice della Striscia di Gaza ringrazia le persone che in Italia manifestano per il popolo palestinese.

Il 22 settembre ero in strada a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, in cerca del segnale internet, cosa diventata quasi impossibile nel territorio. La nostra casa era stata appena bombardata per la terza volta dall’inizio della guerra e noi eravamo stati costretti a fuggire per la decima volta. Avevo perso tutto di nuovo. Il mio cuore era pesante di dolore. 

Quando finalmente sono riuscita a connettermi il mio telefono è stato inondato di video, foto e messaggi audio dall’Italia. Ho visto folle di persone marciare nelle strade sventolando le bandiere palestinesi e intonando cori per la nostra libertà. Ho visto piazze piene di striscioni con scritto “Basta guerra” e “Palestina libera” e volti che mostravano un misto di rabbia e speranza. 

Cercavano di mandarci un messaggio: vi sentiamo, siamo con voi. Ho provato una gioia immensa. È stata la prima volta che ho visto proteste per la Palestina su scala così vasta e con un effetto così forte. I sindacati indipendenti italiani avevano indetto uno sciopero di ventiquattr’ore e la popolazione ha risposto in massa. In 70 città italiane le persone sono scese in piazza per mostrarci che ci tengono a Gaza, che sostengono la nostra causa e vogliono la fine del genocidio.

Questo non è accaduto in un paese a maggioranza araba o musulmana. È successo in un paese occidentale, il cui governo si rifiuta di riconoscere lo stato di Palestina e continua a sostenere Israele. 

Eppure, il popolo italiano ha manifestato per noi. La mobilitazione dimostra che la solidarietà con i palestinesi non è limitata a chi è più vicino a noi o a chi ha lo stesso retaggio culturale, ma si allarga a persone di tutto il mondo, anche in paesi dove le élite politiche continuano a sostenere Israele. A Gaza le scene della solidarietà in Italia si sono diffuse da un telefono all’altro, portando un barlume di speranza tra le macerie, la fame e le bombe. Le persone inoltravano i video sulle chat, Un corteo di solidarietà per la Global sumud flotilla. Roma, 9 settembre 2025 guardando sbalordite le folle italiane. 

Queste immagini hanno suscitato sorrisi, ormai rari, sui volti di tanti palestinesi. In noi si è fatta strada la sensazione di non essere stati completamente abbandonati.

Barlume di speranza

Sto seguendo con attenzione anche la Global sumud flotilla. Il governo di Roma ha fatto enormi pressioni sulla delegazione di cinquanta cittadini italiani per convincerli ad abbandonare la missione. La maggioranza di loro ha rifiutato ed è rimasta a bordo di varie imbarcazioni dirette verso Gaza. Sono riuscita a comunicare con alcuni giornalisti italiani su una delle navi, che hanno condiviso con me parole cariche di incoraggiamento e speranza, assicurandoci che c’è chi continua a combattere per noi, nonostante le distanze e le difficoltà. 

Le proteste e la flottiglia non sono stati l’unico barlume di speranza che mi è arrivato dall’Italia. A giugno dopo aver letto alcuni miei articoli mi hanno contattato due italiani, Pietro e Sara, e Fadi, un palestinese che vive in Italia. Il loro sostegno non si è limitato alle parole, è stato concreto. Mi hanno aiutata a diffondere i miei scritti e si sono sempre preoccupati di sapere come stavo. Ad agosto, con il loro aiuto, sono riuscita a pubblicare la mia storia sul quotidiano il Manifesto, condividendo la nostra sofferenza e la nostra resilienza con migliaia di lettori.

Prima della guerra non sapevo molto dell’Italia. Sapevo che era un paese bellissimo con una storia interessante e un popolo amichevole. Ma non mi sarei mai aspettata di vedere gli italiani mobilitarsi per la Palestina, scendere in piazza in massa per sostenerci. Sono ammirata e riconoscente. La loro partecipazione alle proteste, il supporto personale e il ruolo in iniziative come la Global sumud flotilla mi hanno fatto capire che persone di tutto il mondo hanno a cuore la nostra causa, che la solidarietà internazionale non è fatta solo di parole, ma di azioni reali. 

Spero di vedere proteste simili in altri paesi, di sentire che il resto del mondo vede la nostra sofferenza e sostiene il nostro diritto alla vita, alla libertà e alla dignità. 

Al popolo italiano e a tutti quelli che si mobilitano per Gaza voglio dire: vi vediamo, vi sentiamo, riempite i nostri cuori di gioia

Trump vuole sabotare l’Onu?


Le Monde, Francia

Il 23 settembre, a New York, Donald Trump ha approfittato dell’assemblea generale delle Nazioni Unite per esprimere tutto il suo disprezzo nei confronti di questa istituzione, simbolo di un multilateralismo attualmente alle prese con varie crisi. 

Il presidente statunitense ha aggiunto una nuova accusa, affermando che l’Onu alimenta un’immigrazione incontrollata. Si è poi accanito in modo particolare contro i paesi europei, accusandoli di passività di fronte ai migranti e di alimentare la sfiducia nei confronti delle energie fossili. 

Nessuno può contestare che l’Onu vive una fase di crisi, come dimostrano l’emarginazione e l’impotenza dell’organizzazione nel contesto delle guerre attuali. La frustrazione dei paesi del sud nei confronti di un’istituzione giudicata incapace di riformarsi è reale. Trump ha sottolineato il malfunzionamento di una scala mobile e del suggeritore automatico, segnale, secondo lui, dello stato di abbandono dell’istituzione. Tuttavia il presidente avrebbe anche dovuto precisare che, fin dal suo ritorno alla Casa Bianca, Washington ha sospeso il versamento all’Onu della propria quota di finanziamento.

L’attacco di Trump – sconnesso e infarcito delle sue immancabili ossessioni – segue una guerra commerciale scatenata unilateralmente da Washington contro buona parte del pianeta e la soppressione impietosa dei programmi di aiuto internazionali. Il suo ultimo voltafaccia sull’Ucraina (che ora ritiene in grado di recuperare tutti i territori occupati dalla Russia) contribuisce alla confusione generale. 

Tornato alla presidenza, Trump ha dato l’impressione imbarazzante di un passeggero arrabbiato che sbraita per la deriva di una barca dopo averne sabotato il timone e strappato le vele.

mercoledì, ottobre 01, 2025

Basta violenza online contro le donne

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Giornate FAI d'Autunno: 11 e 12 Ottobre 2025

 

Programma dell'evento Giornate FAI d’Autunno 2025

Programma Giornate FAI d'Autunno

Luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre da nord a sud della Penisola.

Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di piazza che il FAI dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere la conoscenza e l’amore verso quel mosaico di storie e civiltà, pazientemente composto e unico al mondo, che costituisce il nostro Paese.

Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione.

Tra le aperture straordinarie del 2025, ci saranno dimore e palazzi storici, ma ci sarà anche la possibilità di scoprire luoghi insoliti e curiosi disseminati in tutto il Paese. Per gli amanti delle mete all’aria aperta e del verde non mancherà l’opportunità di visitare aree naturalistiche poco conosciute.

L'elenco dei luoghi visitabili sarà online dal 2 ottobre, per il momento segnati le date e quel fine settimana non prendere altri impegni!



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