TAVOLATA LETTERARIA
promossa dall'Assessore al Commercio MARCO COLORETTI
e patrocinata dal Comune di Paderno Dugnano
con l'intento di promuovere la CULTURA e la RISTORAZIONE LOCALE
L'imam di Torino e cittadino
egiziano Mohamed Shahin ha ricevuto un ordine di espulsione dall'Italia verso
l'Egitto perché è un presunto fondamentalista antisemita che, secondo il
decreto emesso mercoledì dal ministero dell'interno, avrebbe legittimato lo
sterminio del popolo israeliano.
Un mese fa, l'Onorevole Augusta Montaruli,
di Fratelli d'Italia (FdI), aveva chiesto la sua espulsione con una domanda parlamentare,
a seguito di un discorso dell'imam del 7 ottobre.
Il decreto di espulsione per
Shahin, l'imam della Moschea San Salvario di Torino, è stato firmato dal
Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
Il decreto si basa su una
dichiarazione pubblica interpretata come una difesa degli attacchi di Hamas del
7 ottobre 2023. Il decreto sottolinea che le parole dell'imam hanno ricevuto
ampia copertura mediatica e affermano che hanno causato "disagio"
anche all'interno della comunità Pro Pal.
Apparentemente, l'unico aspetto
penale del caso è una denuncia presentata dalla polizia presso la procura di
Torino, ma solo per il reato di ostruzione di una strada: l'incidente risale al
17 maggio ed è avvenuto durante una manifestazione.
L'opposizione di centro-sinistra ha chiesto la sospensione immediata dell'ordine perché Shahin sarebbe in pericolo estremo e rischierebbe persino la vita, essendo noto oppositore del regime del presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi.6
Il decreto afferma che Shahin è
un sostenitore di ideologie fondamentaliste e "antisemita", si dice
sia in contatto con ambienti legati all'Islam radicale, e che ha
"legittimato lo sterminio degli israeliani", ha comunicato ANSA.
Il Partito Democratico (PD) di
centro-sinistra, il Movimento a 5 Stelle (M5S) e l'Alleanza Verdi-Sinistra
(AVS) hanno presentato un ricorso contro il decreto di espulsione alla Camera mercoledì,
affermando che la sicurezza e persino la vita di Shahin sono a rischio se venisse
estradato nell’ Egitto di Sisi.
AVS, l'M5S e il PD hanno
presentato una domanda scritta al Ministro dell'Interno nella Camera dei
Deputati, chiedendo "la sospensione immediata dell'ordine di espulsione
contro Mohamed Shanin, cittadino egiziano che vive in Italia da quasi vent'anni
ed è un noto oppositore del regime di al-Sisi."
I deputati hanno sottolineato che
il ministero gli ha revocato il permesso di soggiorno e ordinato il suo
rimpatrio, ignorando il fatto che Shanin aveva presentato una nuova richiesta
di asilo, che per legge sospende qualsiasi espulsione. Nonostante ciò, il
giudice ha convalidato l'ordine ed è stato trasferito al CPR di Caltanissetta,
separato dalla moglie e dai due figli minorenni. Se rimpatriato, rischia
l'arresto e la tortura nella stessa prigione dove lo studente italiano Giulio
Regeni è stato torturato a morte tra gennaio e febbraio 2016.
I farmaci a Rna consentono di tenere sotto controllo il colesterolo in modo efficace e sicuro, segnando la strada per le terapie di domani.
I farmaci a Rna sono una vera e propria rivoluzione, che cambierà la medicina come e probabilmente più della scoperta degli antibiotici.
E già oggi stanno riscrivendo le terapie contro il colesterolo alto, come hanno raccontato durante un incontro de «Il Tempo della Salute» Alberto Corsini, docente di farmacologia del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano, e Mario Crisci, cardiologo dell’UOC di Cardiologia e Utic dell’Ospedale Monaldi di Napoli.
È servita una pandemia per accendere i riflettori sull’ Rna, ma oggi dopo decenni di ricerche condotte senza troppi clamori queste molecole sono protagoniste di una svolta epocale non solo perché sono state fondamentali nello sviluppo dei vaccini per SARS-CoV-2, ma perché sono e saranno sempre di più la chiave per curare innumerevoli malattie, anche quelle per cui oggi non abbiamo armi efficaci.
Scegliendo l’Rna ‘giusto’ e utilizzandolo in maniera opportuna si possono infatti far produrre alle cellule le proteine mancanti, per esempio in caso di malattie genetiche, o bloccare al contrario le proteine responsabili di patologie.
Un approccio rivoluzionario perché, anziché prendere un farmaco che è pur sempre una molecola ‘estranea’, «si sfrutta la biologia dell’organismo per creare ciò di cui abbiamo bisogno o per cambiare alcune funzionalità cellulari a nostro vantaggio», ha spiegato Corsini.
«Le possibilità di intervento sono sterminate: grazie all’uso di particolari tipi di Rna, gli Rna messaggeri fondamentali per la sintesi delle proteine, è per esempio possibile far produrre all’organismo proteine presenti su germi o cellule tumorali da attaccare ed eliminare, ottenendo vaccini all’avanguardia; oppure, usandoli come stampo, si possono produrre proteine mancanti o carenti».
Ed è già realtà anche l’impiego della tecnologia dell’ Rna interference, o interferenza dell’Rna: figlia di ricerche «che hanno portato a ben sei premi Nobel per la medicina nel corso degli ultimi decenni, consiste nel creare piccoli Rna di sintesi che vanno a ‘incastrarsi’ con precisione su specifici Rna cellulari silenziandoli, ovvero impedendo che vengano tradotti in proteine».
Il risultato è lo ‘spegnimento’ di geni che se espressi porterebbero a conseguenze dannose, risolvendo di fatto parecchi guai alla radice perché, anziché affrontare i problemi dovuti a proteine anomale, si impedisce che vengano prodotte.
Esistono già farmaci che agiscono in questo modo, approvati per alcune malattie rare e soprattutto per controllare in maniera molto efficace il colesterolo alto, una delle maggiori minacce per la salute cardiovascolare.
«Il colesterolo ‘cattivo’ Ldl elevato non è più considerato un fattore di rischio per infarti e ictus, ma una causa diretta di eventi cardiovascolari», ha spiegato Crisci.
«Non c’è però un valore soglia valido per tutti, ognuno deve mirare a un obiettivo differente in base al proprio livello di rischio cardiovascolare complessivo: un livello che per una persona sana e senza fattori di rischio è tollerabile può essere pericoloso in chi è ad alto rischio».
Oggi è possibile ridurre il colesterolo Ldl proprio con i farmaci a Rna: uno è già disponibile in clinica e utilizzato ormai per più di 7-8mila persone in tutto il Paese, «è un farmaco molto efficace, perché riduce del 60 per cento il colesterolo dopo le prime tre dosi e porta all’obiettivo oltre l’85 per cento dei pazienti», dice Crisci.
«Questo lo abbiamo verificato in un grande studio in ‘real life’, che cioè include le persone che seguiamo nei nostri ambulatori e non per le sperimentazioni cliniche; il farmaco viene somministrato attraverso un’iniezione sottocutanea due volte l’anno e questo porta l’aderenza alla terapia a più del 95 per cento.
In più, è anche un farmaco molto sicuro».
Una vera rivoluzione insomma, che promette di allargarsi anche ad altre malattie e non deve fare paura perché, come ha concluso Corsini, «con i farmaci a Rna basta conoscere il bersaglio giusto per intervenire con una terapia mirata e sicura, che utilizza i sistemi biologici che ogni cellula utilizza continuamente.
E non bisogna temere ‘modifiche genetiche’, perché non sono farmaci che interferiscono con il genoma».
Giovedì 27 novembre, alle ore 18:30, a Casa Manzoni, incontro sul tema Amore: prigione o libertà? Ma può davvero convivere l’amore con la libertà?
Partendo dal mito platonico della metà perduta, e facendo ricorso a romanzieri contemporanei come Eshkol Nevo e Sally Rooney, Pietro Del Soldà, autore del saggio Amore e libertà. Per una filosofia del desiderio (Feltrinelli, 2025), affronterà questa domanda contemporanea, dai risvolti talora tragici.
Alberto Riva, giornalista e scrittore, introdurrà il nostro ospite.
L’incontro si terrà in presenza, a ingresso libero fino a esaurimento posti, e sarà trasmesso in diretta streaming sul nostro canale YouTube.
I volontari di Non Uno Di Meno, che da qualche settimana tengono un Corso di Alfabetizzazione di Italiano alla Scuola Gramsci a supporto dei ragazzi stranieri arrivati da poco tempo in Italia, sono stati invitati alla rappresentazione organizzata per la Giornata Contro la Violenza sulla Donna
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’obiettivo, da quando l’Onu la
istituì nel 1999, è quindi “l’eliminazione”.
L’eliminazione dalle giornate
delle donne di tutto il mondo della paura di essere picchiate e uccise,
sottomesse e sottovalutate, non rispettate nella propria identità e
libertà.
La violenza è fisica,
psicologica, economica: è pervasiva, si infila nel linguaggio, nelle
consuetudini, nell’inerzia dei privilegi che diventano “norma”, nelle case e
negli uffici, lungo le strade, nei conti in banca.
In una parola, la
violenza di genere è strutturale.
Non un’emergenza, non un’onda
anomala che passa e magari non torna più.
I dati, anche quelli italiani, ci
dicono – ci gridano – che torna. Puntuale e feroce.
Nel nostro Paese diminuiscono gli
omicidi, non i femminicidi.
Che cosa possiamo fare allora quando si alza la marea? Molte cose.
Per esempio educare ragazzi e
ragazze a comprendere e gestire in modo adeguato il fenomeno…
Uno spettacolo molto bello, in
cui ragazze e ragazzi hanno potuto esprimere le loro competenze, cantando,
ballando, recitando, suonando, disegnando.
BRAVI DAVVERO!
La violenza fisica può assumere
livelli via via più gravi, ne sono stati descritti 30 gradi, fino ad arrivare a
quello estremo, il femminicidio.
Circa il 30 % delle donne
dipendono economicamente dal partner o da un altro familiare.
Per questo la violenza economica
si verifica più spesso nella sfera familiare e avviene quando vengono messi
in atto comportamenti che impediscono e/o ostacolano la sua indipendenza
economica, fino a controllare e a danneggiare la donna.
Ogni donna dovrebbe poter
lavorare.
Ogni donna dovrebbe
poter gestire i soldi che guadagna, senza chiedere il permesso a
nessuno.
Perché gestire in autonomia le
finanze è importante per rafforzare l’indipendenza e la sicurezza
economica delle donne.
Se le donne non lavorano o sono
sottoccupate, sottopagate o finanziariamente sfruttate (gender gap), la
dipendenza economica nei confronti del marito o del compagno si può trasformare
in una particolare forma di violenza psicologica, più subdola, perché meno
visibile della violenza fisica o sessuale:
La violenza economica,
che si realizza attraverso forme di controllo finanziario, raggiunge circa
il 30% tra le varie forme di violenza esercitata sulle donne.
Una donna che subisce una
violenza economica è impedita od ostacolata all’accesso al reddito e ai conti
familiari, alla ricerca e il mantenimento di un lavoro, a disporre di denaro
proprio.
Il Report GENDER GLOBAL GAP misura annualmente lo stato attuale e l’evoluzione della parità di genere a livello mondiale, considerando 4 parametri chiave
Globalmente, su 147 paesi
analizzati, l’Italia risulta al 87° posto !
Le donne sono più laureate e in genere più
brave degli uomini, ma nel mondo del lavoro risultano meno pagate, almeno il
10% in meno (e il gap aumenta con inquadramenti più alti).
La violenza economica colpisce
circa il 25% delle donne, arrivando persino al 40% in alcune regioni
italiane. E’ un abuso meno evidente, che troppe volte passa inosservato e
stenta ad essere percepito ma, non per questo, è meno grave degli altri.
Si tratta di una violenza
meschina, nascosta, che può sfociare in violenza psicologica e spesso anche
fisica.
Nella mostra vengono riportate Le
BUONE REGOLE ( 11 ) da seguire per ridurre la DIPENDENZA ECONOMICA e
contrastare la VIOLENZA ECONOMICA DI GENERE.
Consiglio a tutte /tutti di
leggerle e di farle proprie
Perché questi reati, non
dimentichiamolo mai, li compiono gli uomini!
Mupa. Il Museo del Patriarcato | ActionAid
Immagina di camminare in un museo del futuro, in un tempo in cui il patriarcato è ormai solo una pagina di storia.
È da qui che nasce il MUPA: un’esposizione che, come un archivio speculativo, mette in scena il 2025 come se fosse un’epoca lontana. Attraverso opere, reperti e testimonianze, la mostra ci invita a osservare con sguardo critico i comportamenti, le abitudini e le narrazioni che ancora oggi alimentano la violenza maschile sulle donne e sulle soggettività marginalizzate per la propria identità di genere.
Il MUPA ci spinge a interrogarci sul ruolo che giochiamo nel mantenere, trasformare o sfidare le strutture di potere che ci circondano. Guardare il presente come se fosse già passato diventa così un gesto politico e poetico insieme: un modo per immaginare un futuro in cui la violenza di genere e il patriarcato siano davvero solo un ricordo del passato.
Buste paga di colori diversi per uomini e donne (vedi foto sopra), ante segnate da pugni, specchi che restituiscono frasi di uomini paternalistici mentre spiegano alle donne cosa possono o non posso fare.
Sono alcune delle opere esposte al Mupa - Museo del Patriarcato, inaugurato a Roma (in via Flaminia 122) in anteprima mondiale da ActionAid in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Ad accompagnare l'apertura ufficiale l'attrice Violante Placido: "Il patriarcato ha tante sfaccettature, certo nel tempo alcuni aspetti sono stati superati ma non ancora del tutto, qualunque negazione della sua esistenza è frutto della paura di nuovi equilibri. La libertà della donna nella società al pari di un uomo fa sì che certi privilegi a cui l'uomo è abituato vengano meno, ma al tempo stesso si può costruire insieme un cammino più vero e sono certa anche più complice".
Da qui prenderà il via il viaggio immersivo del Mupa che proietta i visitatori nel 2148, anno in cui - secondo l'ultimo Global Gender Gap Report - sarà finalmente raggiunta l'uguaglianza di genere.
In questo futuro desiderabile, il pubblico è chiamato a interrogarsi su credenze, comportamenti e stereotipi che nel XX e XXI secolo hanno alimentato la disparità e la violenza di genere esplorando alcune delle più emblematiche "reliquie" di un mondo che non c'è più. Il museo nasce dalla consapevolezza che il patriarcato, invece, appartiene ancora al presente.
"Con il Mupa vogliamo offrire uno spazio di riflessione e di azione collettiva, per immaginare insieme un futuro in cui la parità non sia più un obiettivo, ma una realtà".
Il Mupa sarà aperto dal 20 al 25 novembre, con l'unica eccezione di sabato 22, giornata di chiusura per sostenere la partecipazione collettiva alla manifestazione nazionale di Non Una di Meno.
Oltre all'esposizione, il programma propone talk, workshop, laboratori e performance dal vivo, in collaborazione con centri antiviolenza, reti e realtà femministe di tutta Italia.
L'ingresso all'esposizione e agli eventi è gratuito, il programma si trova al link: Mupa. Il Museo del Patriarcato | ActionAid.
In particolare il programma del 25 Novembre è il seguente:
10:00 – 11:30
PODCAST LIVE | SCANNER al MUPA: media, parole, potere e responsabilità
Con: Valerio Nicolosi, Giulia Paganelli, Simonetta Sciandivasci, Natascia Grbic
Una puntata speciale – registrata negli spazi del MUPA e aperta al pubblico – di Scanner, il podcast quotidiano di Valerio Nicolosi per Fanpage.it, da anni una finestra sul mondo per capire cosa accade davvero.
In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Valerio Nicolosi insieme alle ospiti Giulia Paganelli, Simonetta Sciandivasci e Natascia Grbic, analizzeranno come i media italiani raccontano la violenza maschile contro le donne. Un momento di riflessione condivisa sul ruolo dei media: strumenti che possono contribuire a perpetuare stereotipi e distorsioni culturali, oppure diventare alleati nel contrasto alla violenza, promuovendo una comunicazione responsabile e una cultura del rispetto.
Per partecipare registrarsi su eventbrite
15:00 – 18:00
LABORATORIO | IL CERCHIO DELLA NARRAZIONE
Con: Federica Scrollini, operatrice antiviolenza e vicepresidente BeFree Cop Soc
Un laboratorio esperienziale che intreccia movimento, ascolto e racconto personale. Attraverso semplici pratiche corporee e momenti di condivisione, il gruppo costruisce una narrazione collettiva a partire da esperienze individuali. Un percorso che favorisce l’ascolto reciproco, la consapevolezza e la trasformazione delle emozioni. Per poter costruire uno spazio sicuro per le partecipanti, il laboratorio è riservato a femmine, lesbiche, intersessuali, non binarie, trans e agender.
N.B.: si consiglia abbigliamento comodo. Il laboratorio sarà uno spazio protetto.
Per partecipare registrarsi su eventbrite
18:30 – 20:00
TALK | NORMALIZZARE LA VIOLENZA: media, cultura, responsabilità
Con: Cecilia D’Elia, Giulia Blasi, Karen Ricci di Caraseimaschilista, Modera: Natascia Grbic.
Dalle molestie sul lavoro al controllo economico, dalla violenza verbale e psicologica ai commenti che circolano sotto le notizie di un femminicidio: ogni giorno la cultura patriarcale trova nuovi modi per legittimare la violenza e renderla “normale”.
Con Cecilia D’Elia, Giulia Blasi, Karen Ricci (Caraseimaschilista) e la moderazione di Natascia Grbic, il MUPA propone una riflessione collettiva su come linguaggio, media, politica e relazioni sociali contribuiscano a costruire e giustificare la violenza maschile contro le donne.
Un talk per riconoscere i meccanismi culturali che la alimentano e ribaltare la narrazione, trasformando la consapevolezza in azione politica e sociale.
Per partecipare registrarsi su eventbrite
21:30 – 23:30
CLUB ARCILIUTO – Piazza di Montevecchio, 5, 00186 Roma RM (zona piazza Navona)
MUSICA LIVE | VOCI LIBERE: cantautrici per MUPA
Serata in collaborazione con il format “Per chi suona la campana” e club Arciliuto.
Per la sua serata conclusiva, il MUPA, Museo del Patriarcato di ActionAid approda nella cornice intima e affascinante del Teatro Arciliuto.
Valentina Polinori, Elisa Benetti, Cecilia Baliva, Alessandra Rugger (dal collettivo artistico femminile Lunatika), Alessandra Nazzaro, Alice Caronna uniscono le loro voci per trasformare la loro musica in un atto di libertà, con la conduzione di Camilla Puja (attrice e presentatrice).
La serata, prende il via dal format “Per chi suona la campana”, e porta sul palco parole e musica per la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne.
Accesso libero con registrazione su eventbrite