martedì, settembre 30, 2025
lunedì, settembre 29, 2025
MOSTRA della Collezione RISSO: "1969-1979 la contestazione sui muri" dal 9 al 16 Ottobre 2025 - Paderno Dugnano
"1969-1979 la contestazione sui muri"
è fissata per il 9 ottobre alle ore 18.00
Si potrà poi visitare la mostra dal 10 al 16 Ottobre 2026 dalle 10.00 alle 12.00
La mostra, attraverso manifesti nazionali e locali, si prefigge di illustrare momenti e aspetti di un periodo storico in cui era palpabile la passione e protesta legate alla voglia di cambiare una società per molti ingiusta.
Partecipate numerosi è interessante, ve lo garantisco!
Genitori al tempo della performance
 
Tratto dall'intervista a Daniela Lucangeli sul Messaggero di Sant'Antonio di Lucia Cananzi 
Perché essere genitore è diventato così complicato? È possibile un’alternativa, che renda più leggero il compito e più efficace e serena la relazione educativa con i bambini? Ne parliamo con Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo.
C’è un modo giusto per essere genitore, per salvaguardare la crescita e la salute fisica e mentale dei propri figli? È la domanda delle domande che tormenta chiunque abbia o aspetti un figlio e che agita stuoli di esperti veri o presunti, di ricercatori, persino di influencer, tutti alla ricerca del «sacro Graal» della genitorialità perfetta. Tanto rumore per nulla direbbe Shakespeare, perché alla fine al tappeto ci finiscono proprio i genitori. Inondati da informazioni che dicono tutto e il contrario di tutto, sperimentano loro malgrado un’impreparazione al ruolo che forse neppure immaginavano. Un disorientamento che assomiglia molto a una crisi d’identità collettiva, anzi alla somma di tante crisi d’identità, che non riescono neppure a parlarsi.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, fotografato anche dall’ultima indagine Quid+, rivolta ai genitori per comprendere come si sentano nel proprio ruolo. Hanno risposto in 3mila. Il 77% si percepisce preoccupato, i più denunciano difficoltà organizzative ed economiche e scarso accesso ai servizi come gli asili nido, ma una buona fetta lamenta un disagio più esistenziale, si sente in crisi, solo, ansioso, inadeguato, sotto stress, iper-responsabilizzato; solo un esiguo 10% si dichiara adeguato e consapevole. Perché essere genitore, uno dei ruoli più fisiologici dell’esistenza, è diventato così complicato? E soprattutto, è possibile un’alternativa, che renda più leggero il compito e più efficace e serena la relazione educativa con i bambini? Abbiamo posto le questioni a Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo e neuroscienziata, che, avendo un approccio multidisciplinare a questi argomenti, riesce a cogliere sfaccettature inedite e diversi piani di senso.
La società dello stress
Già lo sguardo d’insieme al tema è una capriola: «La prima cosa da comprendere è che oggi, nella società occidentale, a sentirsi attaccati, inadeguati, stressati non sono i genitori, sono gli esseri umani – afferma Lucangeli –. Il diventare genitore si aggiunge a una serie di altri doveri, è una delle tante richieste sociali a cui assolvere. È una condizione che gli esperti chiamano “gestione performativa dell’adulto”». Ogni adulto, cioè, deve essere al massimo della performance in tutte le sfere della vita: «Non solo al lavoro, ma nella società, dove deve essere amabile, piacevole, deve avere tanti amici, magari la casa al mare. E persino nella vita privata, dove deve dimostrare grande abilità di gestione nelle relazioni d’amore, che includono anche quelle con i figli». Il problema è che in questo sistema complesso ed esigente, l’adulto non è preparato né dal punto di vista delle competenze, né da quello della gestione dello stress ad affrontare le tante e diverse sfide. È per questo che l’arrivo di un figlio aggiunge complessità a complessità: «Se non si legge la genitorialità all’interno di questo sistema – avverte Lucangeli –, difficilmente si può capire che cosa sta succedendo ai papà e alle mamme di oggi».
Un contesto da cui derivano una serie di conseguenze. La prima è che i tempi e i modi della genitorialità sono plasmati dal sistema sociale: «Il figlio s’inserisce nel momento in cui viene programmato come compatibile con tutte le altre richieste. Per questo arriva tardi, in genere appena prima che finisca il tempo biologico. La conseguenza, però, è che il diventare genitori si sposta verso gli anni della centralità della performance, quando l’energia è già tutta in uscita e si fa fatica a ricaricarsi». I dati confermano. L’Istat rileva che nel 2024 l’età media del primo parto è ulteriormente cresciuta e si attesta a 32,6 anni (+0,1 in decimi di anno sul 2023), era di 25 anni alla fine degli anni ’90. Ne deriva che la maggior parte delle famiglie ha un figlio unico, «se ne ha due è perché o uno è nato per un errore giovanile, o perché i genitori hanno pensato di metterne al mondo due vicinissimi prima della fine del tempo biologico. Se si arriva a tre si è una famiglia altamente numerosa. Questa è la concezione sociale dominante».
Piccoli re
«Il digital babysitting può innescare il primo grande meccanismo di “sprogrammazione” – continua Lucangeli –. Non solo il bambino è intrattenuto da uno schermo ma vede anche i genitori, che a loro volta hanno bisogno di isolarsi, perdersi nelle loro connessioni tecnologiche, ignorandoli. E così i figli sperimentano l’allontanamento dello sguardo del genitore proprio negli anni determinanti della connessione io-io e dell’attaccamento. Un meccanismo molto profondo perché è una struttura limbica, del cervello antico, un vero e proprio interruttore della salute mentale». Gli esperti chiamano questo fenomeno parental phubbing, dall’inglese phone, telefono, e snubbing, ovvero snobbare, un’assenza in presenza che destabilizza, perché i genitori in questa età sono il principale punto di riferimento. «È uno dei grandi fattori di rischio per la salute mentale – continua la neuroscienziata – perché innesca insicurezza e indebolisce l’attaccamento affettivo, tanto che alla lunga può portare a disturbi dell’umore, dalla depressione all’aggressività».
La grande contraddizione
Ed ecco che si delinea la «grande contraddizione». Da una lato genitori non più giovani, stressati e nel pieno del tempo della performance cercano di essere i genitori migliori possibili, dall’altro figli unici, super viziati, piccoli re che rischiano di essere emotivamente trascurati e addirittura ignorati pur tra mille attenzioni. Di fronte a questo corto circuito, l’atteggiamento degli esperti si divide in due partiti: da un lato c’è chi fa forza sui sensi di colpa dei genitori, sottolineandone le mancanze anche in modo aspro per ottenere una reazione che ridia slancio al loro ruolo educativo, ma con il rischio di aumentare lo stress, l’isolamento e la depressione, che sono tra i fattori alla base della crisi genitoriale, e lasciando nell’ombra le tante concause di questa situazione; dall’altro, al contrario, c’è chi tenta di penetrare la complessità dell’attuale voragine educativa, studiandone le cause e approntando percorsi di consapevolezza e accompagnamento per genitori. Una scelta, però, che è molto più complicata e lunga. «Il problema è che su questi temi di vitale importanza c’è un grande vuoto istituzionale – denuncia Lucangeli – così invece di mettersi insieme per cercare soluzioni condivise e codificate, ogni realtà educativa fa da sé e non è facile per i genitori individuare l’esperienza, e ce ne sono molte nei territori, che può davvero aiutarli».
E così capita sempre più spesso che i genitori rispondano al disagio loro e dei figli prendendo decisioni radicali, molte volte poco maturate e progettate: vanno a vivere su un monte o in campagna, oppure tolgono i figli dai sistemi sociali, optando, per esempio, per le scuole parentali, dove i genitori stessi fanno da insegnanti ed educatori. Non a caso, queste ultime sono cresciute sensibilmente negli ultimi anni soprattutto dopo il covid. Secondo dati del ministero dell’Istruzione, si è passati dai 5.126 studenti istruiti a casa del 2018 ai 15.361 del 2020-2021 e, a sentire gli esperti, la tendenza sarebbe in aumento. «Queste scelte più che risposte ai problemi sono reazioni e quando si reagisce lo si fa per impulso, non con previsione e modulazione. Queste soluzioni offrono una condizione affettiva in cui il genitore è più presente, ma isolano i bambini dai contesti sociali in cui devono imparare a stare. Con il rischio che la toppa nuova sul vestito vecchio, alla fine rompa il vestito».
Come farsi aiutare
Trovare un aiuto tra le mille proposte dei territori e i mille Soloni dell’educazione, però, è difficile. Secondo quali criteri bisogna valutare? «Innanzitutto, partire dall’idea che un problema complesso non può avere risposte semplici e veloci, né risposte che vanno bene per tutti – riassume Lucangeli –. Eviterei tutte le progettualità che si basano sulla critica dei genitori, perché rischiano di suscitare reazioni incontrollate, e tutte quelle che definiscono come debba essere un genitore e quali regole debba seguire, perché la realtà è troppo complessa per essere cristallizzata in formule. Consiglierei di cercare invece quelle esperienze che consentano innanzitutto di capire come si è adulti in questa epoca del mondo e, poi, come si è padri e madri consapevoli in questa epoca del mondo. E quindi invece di una mindfulness ci sarebbe bisogno di una parentalfullness, cioè di un percorso che consenta di diventare genitori in pienezza di sé».
Sembra più facile a dirsi che a farsi. Lo stress, la performance, le mille richieste della società, i tempi stretti non spariscono neppure con la consapevolezza. «L’ideale sarebbe iniziare a formarsi quando si decide di diventare genitori, perché è un cambiamento d’identità. Un processo che richiede pazienza e tempo e che non si risolve “in dieci semplici lezioni”. Le progettualità dei territori che fanno questo tipo di esperienze – che sono tantissime e non necessariamente cliniche – sono un accompagnamento al tempo del vivere. Non ti dicono che genitore devi essere ma ti aiutano a trovare le tue modalità di essere genitore in un dato contesto, quindi all’interno della complessità in cui viviamo oggi. Fuori da queste esperienze collettive, nessuno ti aiuta a riflettere su che madre o padre vuoi essere per questa creatura, in questo dato momento. Ci vuole una pazienza di maturazione che oggi la società non asseconda, mentre persino per far maturare le ciliegie ci vuole un anno».
Che cosa può succedere se questa maturazione genitoriale non avviene? «Faccio un esempio – risponde Lucangeli –. Dopo il periodo del figlio re, a un certo punto, il bambino delizioso a cui sei abituata, altera il suo umore, diventa uno sconosciuto che non sei più in grado di gestire. Non sai cosa fare, perché, risucchiata dalla performance fino a quel momento, non ti sei mai presa il tempo per la consapevolezza di te e per imparare a modulare il tuo di umore. E così non sai più gestire la complessità emozionale e affettiva di un altro umano. A questo punto ti dai la colpa di tutto e corri ai ripari, o almeno così pensi. E quindi cerchi le soluzioni che ti sembrano migliori, a problema scoppiato. Incominci a mettere regole e paletti mai visti prima, a inserire il latino e l’atletica, ad arginare l’arginabile. Ma il risultato è che metti sotto assedio tuo figlio, un cambiamento per lui incomprensibile, visto che è stato re fino all’altro giorno, e che lo soffoca. E così, reagendo d’emergenza, cuci la toppa sul vecchio vestito ma cucendo la toppa rompi il vestito».
Per arginare questi corto circuiti pericolosi è importante sapere come matura un bambino: «Devi conoscere cosa aspettarti da tuo figlio in ogni fase della sua vita, perché lo devi prevenire, devi comprendere i suoi tempi del cambiamento. Essere genitore di un bambino di 6 anni è totalmente diverso da esserlo di uno di 12. Ma soprattutto devi porti un obiettivo da perseguire costantemente: io da madre come voglio accompagnare questo mio figlio? Come voglio essere madre nella sua memoria? Magari posso accettare che mi trovi debole in alcune cose, per esempio non sono una grande cuoca, né posso accompagnarlo a calcio, ma voglio, invece, che viva come forza la mia attenzione a come si sente, a cosa ha bisogno in qualsiasi momento».
Per un’altra madre e un altro figlio potrebbe essere diverso: «Magari proprio il cibo, preparato con amore, diventa la cura che nutre anche la sua anima». Al fondo di tutto c’è una questione d’identità: «Sono un genitore consapevole nella misura in cui ho preso coscienza di chi sono io. È per questo che è sempre più urgente per il bene dei bambini aiutare gli adulti a capire come si è adulti in questa epoca del mondo».
domenica, settembre 28, 2025
Oggi Relax al Parco Borghetto: una mattina di sole, yoga e condivisione. Alla prossima edizione!
Purtroppo nessun bimbo, anche se avevamo predisposto una location veramente accogliente.
Non preoccupatevi, avrete la possibilità di partecipare a questo bell'evento alla prossima edizione di "Relax al Borghetto", presumibilmente il 23 e 24 Maggio 2026.
In attesa della prossima primavera, NAMASTE' a tutti!
LIBRO: "La luce e l'onda. Cosa significa insegnare?" di Massimo Recalcati
sabato, settembre 27, 2025
Alla scoperta del Parco BALOSSA: Domenica 28 settembre - ore 15.00
 Prenotazione obbligatoria tramite il link nel sito del Parco o scansionando il codice QR
 Prenotazione obbligatoria tramite il link nel sito del Parco o scansionando il codice QRLezioni di cinema: "le case che parlano" 12 Ottobre e "Come il grande schermo seduce con i profumi" - 17 Ottobre - Pronotatevi!
Il cinema, come forma d'arte, spesso ci invita a riflettere sui nostri spazi di vita e sui modi in cui li rendiamo belli e accoglienti. Il critico cinematografico Andrea Chimento ci aiuterà in questa analisi.
protezione e identità.
Nata nel 2018 come cinema di quartiere, Il Cinemino è subito diventata un punto di riferimento per tanti appassionati alla ricerca di film, documentari e cortometraggi che non trovano una distribuzione nelle altre sale.
venerdì, settembre 26, 2025
RELAX al PARCO BORGHETTO: Sessione di Yoga ANNULLATA Sabato 27/9 - CONFERMATA Domenica 28/9
RELAX al PARCO BORGHETTO: Sessioni di Yoga per donne, uomini e bimbi - 27 e 28 settembre 2025 - Parco Borghetto da Piazza Addolorata a Palazzolo Milanese
Prenotatevi via email scrivendo a RestareUmani2011@gmail.com
sarete avvisati in caso di cambio di programma.
INCONTRO: "I falsi ricordi: quello che ti ricordi tu non è sempre la vera storia" 27 settembre 2025 - Refettorio Ambrosiano - Milano
giovedì, settembre 25, 2025
LIBRO: "SUDARI - Elegia per Gaza" di Paola Caridi
mercoledì, settembre 24, 2025
L’odio online contro le donne
da L'Internazionale del 5 Settembre 2025
“Mia moglie”, il gruppo Facebook italiano che aveva quasi trentaduemila iscritti, “aveva un nome relativamente innocuo”, scrive Michael Braun, corrispondete in Italia del quotidiano berlinese Die Tageszeitung. “Gli uomini che ne facevano parte però non condividevano esperienze e problemi coniugali, ma pubblicavano le foto di mogli, fidanzate ed ex, a volte in biancheria intima, in bikini o nude. Facevano anche delle domande agli altri utenti: ‘Cosa ne pensi?’, o ‘cosa le faresti?’. Le risposte andavano da ‘Se non la scopi, lo faccio io’, a ‘la stuprerei’. Il gruppo, aperto a tutti, era attivo dal 2019”. Oltre agli insulti sessisti erano pubblicate foto di donne senza che avessero dato il loro consenso.
Meta, l’azienda proprietaria di Facebook, non aveva mai chiuso la pagina perché sosteneva che non commetteva nessun reato. “Un’infermiera toscana aveva segnalato il contenuto alla polizia postale, che però non si era attivata. Solo quando la scrittrice Carolina Capria ha denunciato la vicenda su Instagram, facendo scoppiare lo scandalo, Facebook ha chiuso il gruppo, affermando che violava le norme interne contro lo sfruttamento sessuale”, spiega il quotidiano tedesco.
A questa vicenda ne è seguita una molto simile che ha coinvolto il sito Phica.net, chiuso il 28 agosto dopo una serie di proteste e denunce. “Il sito pubblicava foto e video non autorizzati”, scrive Giada Zampano sull’agenzia di stampa Associated Press, “di centinaia di personaggi pubblici. Tra loro la presidente del consiglio Giorgia Meloni, la parlamentare europea Alessandra Moretti, ma anche attrici, influencer e donne comuni. Tutte ignare. Le immagini erano spesso tratte da siti di emittenti televisive o dai social media. Inoltre, c’erano messaggi che idealizzavano la violenza contro le donne. Il forum online esisteva da almeno vent’anni, ma ha attirato l’attenzione nazionale solo dopo che Moretti, avendo scoperto che una sua foto era stata pubblicata senza il suo permesso, lo ha denunciato alla polizia”.
“L’Italia ha difficoltà a prevenire e affrontare la violenza di genere”, scrive Zampano, “visto che i femminicidi (l’uccisione di donne motivata dal genere) sono un problema sistemico profondamente radicato nella cultura patriarcale italiana. Una serie di episodi di violenza ha riacceso il dibattito nazionale su come affrontare questi crimini”.
Su Le Monde il corrispondente
Allan Kaval osserva: “A quasi due anni dal femminicidio di Giulia
Cecchettin, la studentessa ventiduenne accoltellata dal suo ex compagno,
una vicenda che ha sconvolto l’opinione pubblica e riaperto il
dibattito sulla violenza contro le donne, la società italiana si trova ad
affrontare un nuovo momento di riflessione. 
Personaggi pubblici denunciano sempre più spesso la diffusione online di immagini degradanti e sessualmente esplicite, tra cui fotomontaggi osceni che prendono di mira centinaia di donne”. Il quotidiano francese riporta l’opinione della filosofa Giorgia Serughetti:
“La violenza è un linguaggio tra uomini prima di essere un atto diretto contro una donna”
“Anche se il revenge porn è un reato in Italia dal 2019”, continua il quotidiano francese,
“Serughetti
denuncia l’ipocrisia del governo, che condanna la violenza ma
ostacola gli sforzi per avere dei percorsi educativi alle questioni
di genere e all’affettività, respinti dai settori conservatori del suo
elettorato”.
“Uno studio del 2019
condotto dall’Università degli studi di Milano”, scrive Angela
Giuffrida, corrispondente dall’Italia del Guardian, “ha rilevato che
il 20 per cento delle italiane ha subìto una qualche forma di condivisione
non consensuale di foto intime” 
RE-PLANT: il riciclo del verde
 
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Porta una pianta da salvare e regala/regalati una pianta recuperata!
martedì, settembre 23, 2025
Parco Fluviale e Territoriale del Seveso: incontro il 27 Settembre alle 15.30 alla Cassina Anna nel Parco Nord
lunedì, settembre 22, 2025
22 Settembre 2025: Esondazione del Seveso a Palazzolo
il gazebo di RESTARE UMANI alla Festa di Palazzolo dell'Addolorata - 21 Settembre
- della proposta di riqualificazione del Parco Borghetto, dopo che è diventato Luogo del Cuore FAI
- del nuovo evento che stiamo organizzando per il 27e 28 Settembre "Relax al Borghetto - Sessioni di Yoga per Donne, Uomini e Bambini" - tempo permettendo!
MUSICA: "Come si ascolta la musica classica?" 23 settembre 2025 - Webinar gratuito
con un Webinar di GUIDA ALL' ASCOLTO - 23 Settembre - ore 21.00
 Comprendere il linguaggio e la struttura dei grandi capolavori.
 Comprendere il linguaggio e la struttura dei grandi capolavori. Affinare la tua percezione per cogliere dettagli che prima ti sfuggivano.
 Affinare la tua percezione per cogliere dettagli che prima ti sfuggivano. Allenare il tuo orecchio a un ascolto più attivo e profondo.
 Allenare il tuo orecchio a un ascolto più attivo e profondo. Non sono necessarie conoscenze di base.
 Non sono necessarie conoscenze di base. Martedì 23 Settembre alle 21:00.
 Martedì 23 Settembre alle 21:00.domenica, settembre 21, 2025
RESTARE UMANI alla Festa di PALAZZOLO - Domenica 21 Settembre - nei pressi del passaggio a livello
L'Associazione Culturale RESTARE UMANI
sarà presente alla Festa di Palazzolo - Festa dell'Addolorata
troverete il gazebo nei pressi del passaggio a livello
DOMENICA 21 settembre 2025
dalle 10.00 alle 18.00
Venite a trovarci se volete avere informazioni sulle nostre iniziative, passate, in corso, e future !
Se desiderate partecipare alla realizzazione delle iniziative future
iscrivetevi all'Associazione RESTARE UMANI!
sabato, settembre 20, 2025
Le immagini del Flash Mob pro-Palestina di ieri 19 settembre davanti alla Camera del Lavoro
Venerdì 19 settembre, davanti alla Camera del Lavoro, si è svolto il Flash Mob pro-Palestina, organizzato dall'Associazione Restare Umani, Anpi, Spi-Cgil, Emergency a cui hanno aderito molte Associazioni, Partiti e Liste Civiche locali
(per l'elenco vedi Restare Umani: OGGI: Venerdì 19/9 ore 17.30 - Flash Mob pro-PALESTINA organizzato da RESTARE UMANI presso la sede SPI-CGIL, via Roma 68 - Paderno Dugnano)
Riportiamo il discorso tenuto da Patrizia Cibin, Presidente dell'Associazione Culturale Restare Umani
"Oggi,
avremmo voluto non essere qui. 
Avremmo
voluto non dover organizzare questo Flash Mob per la Palestina e per Gaza. 
Dietro
di me sono appesi alcuni dei manifesti gentilmente concessi dalla Collezione
Risso, che provengono dalla mostra organizzata dall’Associazione Culturale  Restare Umani nel Marzo 2024 dal titolo: “Con
la Palestina nel cuore”.
Come
potete vedere, la guerra in Palestina non è iniziata il 7 ottobre di due anni
fa, ma si trascina da almeno 50 anni, a più riprese, con alti e bassi. 
Purtroppo,
questo è un progetto che è stato ideato da tempo, a cui molti nel mondo hanno
contribuito, con i loro denari, con le loro armi, con i loro silenzi.
Probabilmente
anche noi, con i nostri silenzi e la nostra disattenzione, abbiamo contribuito
ad arrivare a questo punto.
In
questi giorni, le barche della Global Sumud Flotilla (ricordo che Sumud
significa Resistenza) si stanno raggruppando per portare viveri e beni di prima
necessità a Gaza, nella speranza che riescano a spezzare il blocco navale
illegale imposto da Israele e ad aprire un corridoio umanitario.
A
Gaza, la fame è reale. Il genocidio è reale. Lo sentiamo e vediamo tutti i
giorni, anche se i giornalisti che riescono a far trapelare le informazioni
sono sempre di meno.
Queste
barche stanno sfidando l’indifferenza e il silenzio dei governi. Mentre i
governi tacciono e distolgono lo sguardo, sono le persone comuni a navigare su
queste barche.
L'Associazione
Culturale Restare Umani deve il suo nome al ricordo di Vittorio Arrigoni,
un giovane attivista e giornalista che nel 2011 è stato ucciso a Gaza in
situazioni ancora non del tutto chiarite.
Ringraziamo
Egidia Beretta, presidente della Fondazione Vittorio Arrigoni, madre di
Vittorio, per l’adesione a questo evento, con cui vogliamo rompere il silenzio,
insieme a tante altre voci che nel mondo si stanno levando. Ci rifiutiamo di
voltarci dall’altra parte.
Mi
auguro di cuore che qualcuno ascolti tutte queste voci, che i popoli restino
umani, che i potenti del mondo diventino più umani, che le guerre attualmente
in corso, quasi 60, finiscano! e che non se ne scatenino delle altre.
Mi
auguro che tutti, tutte le persone, tutti noi, nella vita di tutti i giorni, si
diventi più umani."
Rita Magnani, Presidente di ANPI Paderno Dugnano.
Giancarlo Toppi, Segretario di SPI- CGIL Paderno Dugnano.
Il Flash Mob è iniziato con la lettura di una poesia del 2015 di VERA SEREGNI, insegnante di Paderno Dugnano. Leggerà la poesia "FAME", la figlia Sara.
Poi Piera Saita e Luigi Destri hanno letto alcune poesie in italiano e in
arabo tratte anche dal libro “Il loro grido è la mia voce”  di autrici e autori Palestinesi.
Per
ogni copia venduta, Emergency donerà 5 Euro all’assistenza a Gaza. 
Copie dell'opuscolo con le poesie lette sarà disponibile nei prossimi giorni presso la Camera del Lavoro.
A
conclusione dell'evento è stato srotolato dal balcone della Camera del Lavoro, lo
striscione di Emergency “R1PUD1A la guerra” che resterà esposto.
Grazie a tutti i presenti !!!