mercoledì, ottobre 16, 2024

PAROLE O_STILI: Le chat di classe


 

Le CHAT DI CLASSE, diciamolo: non piacciono a nessuno, però tutti le utilizzano (spesso a sproposito). Per rendere le chat meno moleste, l’Accademia Italiana Galateo ha stilato le buone regole del bon ton digitale che dice:

  • Solo questioni scolasticheLa chat deve essere utilizzata esclusivamente per comunicazioni rilevanti per la classe, evitando domande personali o generiche.
  • Niente saluti inutili. Evitare i saluti collettivi superflui e inviare i messaggi in un unico invio per non intasare la chat.
  • Vietati i messaggi vocali. Privilegiare i messaggi scritti, per rispetto di chi potrebbe non poter ascoltare audio in quel momento.
  • Rileggere sempre i messaggi. Prima di premere “invia”, verificare il contenuto per evitare errori grammaticali o di battitura, mantenendo chiarezza e concisione.
  • No alle polemiche. Le lamentele o le discussioni accese vanno affrontate in altri contesti, non in chat.
  • Limite di età. Le chat dei genitori dovrebbero essere limitate alle scuole elementari e medie.
  • No alle foto private. Vietato condividere foto individuali dei figli, a meno che non si tratti di scatti di gruppo in occasioni specifiche e con il consenso di tutti. Niente solleciti. Evitare di richiedere risposte immediate o sollecitare gli altri utenti, a meno che non si tratti di comunicazioni urgenti.
  • Cancellarsi è lecito. Se la chat diventa ingestibile o fonte di stress, è preferibile cancellarsi piuttosto che silenziarla. Le comunicazioni importanti devono avvenire attraverso canali ufficiali.

SCUOLA

E se parliamo di chat e di chat di classe non possiamo non citare le due attività didattiche gratuite presenti sulla nostra piattaforma Ancheioinsegno.it

Per la Primaria e la Secondaria di 1° Grado

La classe è su WhatsApp. E in chat le regole le scriviamo noi!

Per la Secondaria 2° grado

Per fare una chat di gruppo serve un regolamento.

 

Nei giorni scorsi PAROLE O_STILI ha attivato una nuova iniziativa, insieme a Ipsos e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo per Fondazione Cariplo, realizzando un’indagine statistica per approfondire e studiare la relazione tra le nuove generazioni e il mondo digitale, con un focus particolare sull’utilizzo dei social media.

Cosa puoi fare per partecipare?

📝 | Chiedi alla tua classe di compilare il questionario, ci vorranno solo pochi minuti. È un'opportunità per far sentire la loro voce e aiutarci a comprendere meglio le dinamiche del mondo digitale che vivono ogni giorno.

🔒 | È tutto anonimo: non sappiamo chi compila il questionario né quali risposte lascia, quindi possono esprimersi liberamente.

👩‍🎓👨‍🎓 | È aperto a ragazzi e ragazze dagli 11 ai 19 anni: più ne partecipano, più avremo un quadro chiaro e completo. Se come insegnante vuoi avere la sicurezza che non ci siano domande inappropriate ti diamo la possibilità di leggere tutto qui.

📱 | Fallo compilare con i loro dispositivi: quindi, ogni persona deve utilizzare il proprio computer, tablet, smartphone…

Il link al Questionario

EMOJI

Quella più utilizzata di sempre è questa tanto che nel 2015 l’Oxford Dictionary la scelse come parola dell’anno. La storia delle emoji ha origini particolari e arriva dal Giappone. Secondo le fonti più accreditate, nel 1999 l’operatore telefonico giapponese NTT DOCOMO introdusse per i suoi clienti un set di 176 icone (grandi 12x12 pixel), create da un team di designer guidato da Shigetaka Kurita. Queste emoji riscossero subito grande successo in Giappone e, ben presto, anche le altre compagnie telefoniche giapponesi iniziarono a utilizzarle. La diffusione globale, però, arrivò solo alcuni anni più tardi, in particolare con l’adozione delle emoji sui dispositivi iOS di Apple nel 2008. Oggi, grazie al consorzio Unicode, un’organizzazione no-profit che mantiene lo standard globale per i caratteri nei sistemi informatici, esistono oltre 1800 emoji ufficialmente approvate.

Oggi le emoji non sono soltanto un modo molto utile per comunicare emozioni in modo immediato e meno ambiguo, ma sono anche simboli generazionali. Un esempio immediato?

Se utilizzi questa emoji per dire “morte” allora appartieni alla generazione dei Millennial, alla Gen X o addirittura ai boomer. Se invece la utilizzi per dire “muoio dal ridere”, allora appartieni alla Generazione Z. 

Grazie a Bee social, qui trovi una piccola guida per “tradurre” il linguaggio dei tuoi alunni, figlie e figlie…

Emoji come sono infatti bandite dal registro comunicativo dei giovanissimi. 

Via libera invece ad emoji come , ma solo se usate in tono ironico.

Altre emoji “permesse” dalla Gen Z

 si usa quando si vuole fare un complimento, es. “sei stupenda ”. utilizzata sia per esprimere qualcosa di triste, sia quando si vuole fare un complimento, es. “sei bellissimo”.

 per fare complimenti, es. “che bella che sei ”.

 per simboleggiare quando “ti sciogli”, es. “io sono cotta di lui ”. per ringraziare quando ti dicono qualcosa di carino, es. “grazie mille ”.

 usato molto, per tutto.

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