La tassa della discordia.
- Un incentivo per attrarre persone alto-spendenti, che possono avere un impatto sui consumi, e anche porre in essere investimenti finanziari, come era nelle intenzioni,
- o un regime troppo agevolato per super-ricchi senza apprezzabili vantaggi economici per il paese?
Stiamo parlando della «flat tax» applicabile alle persone fisiche che trasferiscono in Italia la propria residenza fiscale, finita anche nel mirino del governo francese.
Il regime fiscale, applicabile ai «neo residenti», introdotto con la Legge di Bilancio 2017 prendendo spunto dai provvedimenti già adottati in passato nel Regno Unito e in altri paesi dell’Ue, è finalizzato, infatti, ad attrarre in Italia persone con patrimoni significativi («High net worth individual», Hnwi).
Per i «neo residenti» è prevista in via opzionale l’applicazione di un’imposta sostitutiva forfettaria esclusivamente con riferimento ai redditi di fonte estera nella misura di 200.000 euro all’anno.
Mentre continuano ad applicarsi le normali aliquote Irpef per i redditi di fonte italiana:
- prelievo del 43% per i redditi superiori a 50.000 euro,
- oltre alle addizionali regionali nella misura del 3-4% circa
- e alle imposte sostitutive dal 12,5% al 26% per gli investimenti finanziari domestici.
L’opzione per la flat tax può essere esercitata con la prima dichiarazione dei redditi italiana del «neo residente» e si rinnova in via tacita annualmente per un massimo di 15 periodi d’imposta; è tuttavia possibile revocarla in qualsiasi momento.
La platea che può utilizzarla
Possono optare per la tassa piatta le persone fisiche (cittadini italiani o stranieri) che trasferiscono la propria residenza fiscale nel nostro Paese e siano stati non residenti per almeno nove dei dieci periodi d’imposta precedenti all’esercizio dell’opzione.
La flat tax è attualmente pari a 200.000 euro e deve essere corrisposta in un’unica soluzione entro il termine per il pagamento del saldo delle imposte sui redditi. L’opzione è disponibile anche per ogni famigliare del contribuente, al soddisfacimento delle medesime condizioni soggettive; in tal caso l’imposta forfettaria per ogni membro aggiuntivo della famiglia è pari a 25.000 euro all’anno (ad esempio, per due coniugi, l’imposta forfettaria complessiva annuale sarebbe pari a 225.000 euro).
La bozza della Legge di Bilancio 2026 prevede un incremento a 300.00 per il contribuente richiedente e a 50.000 euro per i famigliari.
La modifica dovrebbe applicarsi ai soggetti che hanno trasferito nel territorio dello Stato la residenza a partire dalla data di entrata in vigore della medesima Legge di Bilancio, senza dunque avere efficacia retroattiva.
A ciò si aggiunga che i contribuenti che esercitano l’opzione per la flat tax
- non sono tenuti ad indicare in dichiarazione dei redditi gli investimenti finanziari ed immobiliari detenuti all’estero (quadro RW),
- né sono tenuti al pagamento dell’Ivie (ovvero l’imposta sugli immobili detenuti all’estero)
- e dell’Ivafe (ovvero l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero).
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