Lo scenario globale è attraversato da una dura guerra finanziaria in grado di mettere in crisi il sistema capitalistico.
Da un lato del fronte troviamo i grandi fondi finanziari come Black Rock, Vanguard e State Street, i padroni del mondo, capaci finora di determinare il corso del mercato azionario.Dall’altro lato c’è invece il mondo delle criptovalute e degli hedge fund, i fondi più speculativi.
Con questi ultimi si è schierato il presidente Trump con la sua amministrazione, sicuro che le criptovalute e i dazi siano l’unico modo per difendere il predominio del dollaro sull’economia mondiale.
Immediatamente questa guerra ha coinvolto l’Europa, vera e propria preda ambita per la sua forte liquidità nell’ambito del risparmio, che si trova dilaniata nella scelta tra un forte riarmo che mette in discussione la spesa sociale e il welfare e il rischio di perdere l’ombrello protettivo della Nato.
I paesi emergenti, raccolti nella rete dei Brics, hanno reagito cercando forme alternative alla dipendenza dal dollaro e dalla finanza occidentale.
Ciò cui stiamo assistendo è un conflitto interno al capitalismo, scoppiato negli Stati Uniti e giunto in Europa, che può travolgerlo, lasciando spazio a nuovi modelli oggi sconosciuti.
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