La Bibbia o, meglio, la sua interpretazione, ha esercitato
un'influenza profonda sulla storia delle donne in Occidente.
Per lungo tempo, infatti, il testo sacro è stato
utilizzato per definire l'identità maschile e femminile, confinando le donne in
rigidi ruoli stabiliti da modelli gerarchici e patriarcali.
Ruoli di presunta inferiorità e subalternità che tuttavia
le innumerevoli figure femminili presenti nella Sacra Scrittura - da Sara a
Maria, da Ester alla Maddalena - così come gli studi biblici degli ultimi
decenni sembrano smentire.
In questo saggio affascinante e sapiente, la storica e
teologa Adriana Valerio condivide il frutto di oltre quarant'anni di lavoro
proponendo una rilettura delle figure femminili della Bibbia che supera le
interpretazioni tradizionali.
Andando oltre la semplice lettura del testo, smaschera i
pregiudizi storici e indaga il complesso rapporto tra il sacro e le questioni
di genere, con particolare riferimento alla reinterpretazione del mito di Eva.
Perché proprio Eva?
Perché «la prima donna è un archetipo dalle mille
sfaccettature e dai tanti significati».
Perciò i temi che emergono in queste pagine non appartengono
al passato né sono confinati a curiosità storico-accademiche, ma interrogano
profondamente l'attualità: l'essere in relazione, il generare vita, la cura del
creato, l'impegno per la pace, l'essere stranieri, l'esercizio del dubbio, il
dolore della maternità e tanto altro ancora.
Ecco, quindi, che il mito di Eva, al pari delle vicende
delle tante figure femminili che popolano il testo biblico, ha una
straordinaria eco nel presente e al tempo stesso è un invito a guardare al
futuro, un futuro inedito «che va atteso e costruito», e «scuote perché ci
richiama nel profondo del nostro essere: alle radici del mondo e della nostra
storia».
Un'analisi unica del testo sacro che saprà sorprendere e
stimolare nuove riflessioni.
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