Ci sono storie di donne che
spesso si perdono nel tempo, schiacciate dagli eventi e dalla società che
cambia inesorabilmente.
Questa è la vita di Gualberta
Alaide Beccari, giornalista, scrittrice, femminista ante litteram, che
all’interno della cultura veneta si è perduta nella memoria comune,
appartenendo a un passato del quale si sono smarrite le tracce. Per il suo
impegno nella lotta per l’affermazione della dignità e dei diritti delle donne
si può considerare all’avanguardia rispetto al periodo storico in cui è
vissuta.
Il libro non vuole essere un inno
alla nascita del femminismo in Italia quanto piuttosto un omaggio alla
sensibilità e all’intelligenza di Gualberta che volle intraprendere un cammino
nuovo nei confronti di una società che stentava a riconoscere il ruolo della
donna nel consorzio umano.
Il testo si sofferma sugli
aspetti della sua complessa personalità che, attraverso sofferenze fisiche e
psicologiche, intraprese un percorso esistenziale “difficile”, vissuto con
estrema lucidità e con grande forza d’animo.
Sullo sfondo del nostro
Risorgimento si staglia la figura di Gualberta che, riaffiorata dalle stanze
della memoria, rivive quale concreta espressione dell’universo femminile
proiettato, da sempre, nel processo evolutivo della storia.
Gualberta Alaide è un nome
francamente ridicolo, eppure Gualberta Alaide Beccari, a dispetto del nome, è
stata una ragazza a modo suo rivoluzionaria nell'Italia dell'800.
Oggi però è praticamente
dimenticata dalle stesse italiane.
Fondò con coraggio a 26 anni
una rivista intitolata LA DONNA, che per i tempi era eccezionale: era
infatti un quindicinale non solo diretto da una donna, ma in cui tutte le
collaboratrici erano donne.
Pubblicavano scritti di argomento
vario, che spaziavano un po’ in tutti gli ambiti e generi: dal lavoro femminile
alla famiglia, dalla pedagogia alle lettere di viaggio.
Riprendeva e sviluppava per
esempio gli scritti dell'inglese Josephine Butler che lottava contro la
prostituzione minorile e femminile. Una rivista che portava avanti una visione
laica e completa della vita.
Alaide Beccari era il simbolo di
quanto una donna possa essere uguale all’uomo in quello che fa, pensa e dice
quando dotata di preparazione culturale e forza di volontà.
Certo, una rivista notevole per
il 1868. E quando nella rivista si accenna alle ragazze degli anni ‘60, è del
1860 che si parla!
“Volevamo
tutte liberarci dai ruoli che tanti definivano ‘naturali’: maritarsi,
procreare, badare alla famiglia, al massimo dedicarsi ad attività caritatevoli.
Un nuovo tipo di donna stava emergendo, che lavorava per raggiungere
l’autonomia."
Impensabile allora che una donna
si potesse occupare di questioni serie. E lei come giornalista fece il
possibile per cambiare questo pregiudizio.
Morì a Bologna, malata e sola nel
1906 ed è sepolta nella Certosa. La sua rivista le sopravvisse ma successe
qualcosa di poco bello. Entrarono dei giornalisti e capi redattori uomini, che
lentamente virarono la rivista su temi di moda e mondanità. La Beccari si stava
rivoltando nella tomba. Non durò a lungo, il periodico chiuse i battenti nel
1933.
La memoria di Gualberta è fioca
ma ha resistito, se l'emancipazione femminile -sempre osteggiata- esiste in
Italia a lei deve molto.
Gualberta Alaide Beccari: Indice, Prefazione, Introduzione
AUTRICE:
Carmen Rita Pantano, siciliana d’origine, laureata in Filosofia, vive e lavora
a Padova.
Da sempre interessata alle
problematiche femminili, ha pubblicato articoli di critica letteraria sul
quotidiano «La Sicilia» e per alcuni anni ha collaborato con la rivista
culturale «Leggere Donna». Con il racconto Ritorno alle radici ha vinto il
secondo premio del Concorso letterario “Città di Noto”, prima edizione
1990/1991. Nel 2008 è stata finalista al Concorso “Marguerite Yourcenar”,
sezione narrativa, con il racconto breve Incontro con la vita.
Pubblicazioni: Storia di un gentiluomo d’altri tempi (Siracusa, 2007), Parole allo specchio (Ferrara, 2007), Adelia. Una donna nell’arte e nella vita (Siracusa, 2011), Il Grand Tour al femminile. Emma Mahul. Viaggiatrice oubliée in Sicilia (Siracusa, 2016).
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