L’amministrazione Trump vuole cancellare i visti a molti cinesi che studiano nelle università statunitensi. Una misura che colpirebbe i bilanci degli atenei e la competitività degli Stati Uniti.
Il 28 maggio l’amministrazione Trump ha detto che adotterà misure “aggressive” per cancellare i visti concessi per motivi di studio ai cine si, una decisione che potrebbe togliere al le università risorse economiche e giovani di talento.
Giorni prima la Casa Bianca aveva annunciato un provvedimento (in seguito bloccato da un tribunale) per impedire ad Harvard di ammettere studenti stranieri, nell’ultimo atto della guerra scatenata dal presidente contro il più prestigioso ateneo del paese.
Le università statunitensi hanno cominciato ad accogliere molti cinesi dopo la crisi finanziaria del 2008, che aveva colpito duramente i bilanci. In genere questi studenti pagano l’intera retta, quindi garantiscono una fonte di entrate fonda mentale.
Negli atenei più prestigiosi rap presentano ormai un grossa parte del corpo studentesco, e dopo la laurea molti ot tengono importanti incarichi nel settore della scienza e della tecnologia. Secondo gli esperti, il calo delle loro iscrizioni potrebbe incidere pesantemente non solo sulle risorse delle università ma anche sul la competitività degli Stati Uniti.
La pressione nei confronti degli studenti cinesi è aumentata dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. I parlamentari repubblicani hanno chiesto di non concedere altri visti e di impedire a quelli già nel paese di accedere ai laboratori dei campus per motivi di sicurezza nazionale.
Molti ragazzi e ragazze hanno già cominciato a valutare le alternative, mentre il ministero degli esteri di Pechino ha criticato Trump accusandolo di discriminare i cinesi per motivi politici. Anche se di recente è stata superata dall’India come principale paese di provenienza degli studenti internazionali, dalla Cina continua ad arrivare il maggior numero d’iscritti ai corsi di laurea, quindi il paese resta il principale acquirente dei servizi legati all’istruzione.
Nel 2023 gli studenti cinesi hanno speso 14,3 miliardi di dollari, il 21 per cento in più rispetto a quelli indiani (11,8 miliardi). Interessati alle scienze Alcune ricerche mostrano che la sospensione dei visti per gli stranieri riduce l’in novazione negli Stati Uniti.
Negli anni venti del novecento il congresso introdusse un sistema di quote che ridusse l’immigrazione dell’80 per cento. Secondo un’indagine condotta da alcuni professori della New York university, il numero di scienziati stranieri che si trasferivano nel paese diminuì drasticamente, causando un forte calo delle invenzioni.
Oggi i cinesi che arrivano negli Stati Uniti studiano soprattutto scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (le cosiddette materie stem), e sono guardati con sospetto. A gennaio Jim Risch, senatore repubblicano dell’Idaho, ha dichiarato che ogni studente stem proveniente dalla Cina è “un agente del Partito comunista”.
Le associazioni studentesche contestano la tesi secondo cui questi giovani tornerebbero subito in Cina dopo la laurea, e sottolineano invece che molti fanno il possibile per rimanere negli Stati Uniti. Nel 2023 l’83 per cento dei cinesi che avevano completato un dottorato in ambito scientifico tra il 2017 e il 2019 viveva ancora nel paese, una percentuale più alta rispetto agli altri studenti internazionali.
Durante una conferenza online ad aprile, Steven Kivelson, fisico teorico dell’università di Stanford, ha detto che la Cina è la principale fonte di talenti per gli Stati Uniti. “Ma ora questa risorsa è in grande pericolo”, ha aggiunto.
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