Il mondo sulle spalle. È il peso
che Giorgio Napolitano ha spesso sentito su di sé durante la sua lunga
vita politica, piena di battaglie appassionate, cause giuste e sbagliate e
strade nuove da esplorare.
E che, insieme alla
gratificazione per l'intenso rapporto con gli italiani, ha avvertito ancor di
più quando è diventato Presidente della Repubblica e poi è stato rieletto per
un secondo mandato.
Ma una sensazione simile l'ha
talvolta provata anche il figlio Giulio, crescendo con un padre dal rigore
fuori dal comune e seguendo il suo percorso con curiosità e partecipazione,
prima da bambino e poi mentre si impegnava negli studi e nella professione.
Proprio attraverso lo sguardo di
Giulio entriamo nella casa di Monteverde in cui ha passato l'infanzia con i
genitori e il fratello maggiore Giovanni, nei corridoi di Botteghe oscure dove
il padre incontrava gli altri dirigenti del Partito comunista, nell'appartamento
al rione Monti in cui Giorgio condivideva ogni passo importante con sua moglie
Clio, nelle stanze di Montecitorio e infine in quelle del Quirinale, teatro di
giorni sereni ma anche di momenti delicati.
E riviviamo da un'angolazione
intima e inconsueta i principali tornanti della storia d'Italia dell'ultimo
cinquantennio, dal compromesso storico al terrorismo, dalla fine del PCI allo
scoppio di Tangentopoli, dalla nascita del bipolarismo fino al salvataggio
dell'Italia da una rovinosa crisi finanziaria e al tentativo di avviare un
programma di riforme.
Pagina dopo pagina, tra fatti
inediti ed episodi sorprendenti, prende forma il ritratto di un uomo e di uno
statista lucido e misurato, ironico e affabile anche se "in servizio
permanente", insieme a quello di una famiglia unita, fondata su un sodalizio
di coppia più forte di ogni differenza caratteriale.
Ed emerge il rapporto di
complicità intellettuale tra Giulio e il padre, la reciproca tenera attenzione,
ma anche, talvolta, l'inevitabile fatica del "mestiere di figlio".
Un racconto in cui il pubblico e
il privato, le vicende individuali e quelle collettive, il tono formale e
quello scherzoso si alternano e contaminano continuamente: il risultato è un
memoir di rara potenza, scritto da una prospettiva irripetibile.
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