Da Corriere Cultura Milano
di Silvia Calvi del 12/01/2025
Le storie e le persone dietro gli oggetti da ufficio che
sono entrati per sempre nel nostro immaginario
La mostra “Olivetti. Uomini, progetti e prodotti” presso ADI
– Design Museum – Piazza Compasso d’Oro, 1 – dal 14 gennaio all’8 febbraio 2025
Per info: www.adidesignmuseum.org
È un viaggio alle radici di una
delle più innovative e influenti aziende italiane del dopoguerra, la Olivetti
di Ivrea (così visionaria da battere sul tempo perfino dinamiche realtà
d’oltreoceano come la Texas Instruments) la mostra che inaugura martedì 14
gennaio alle all’ADI Design Museum.
Una rassegna «poco pop e di
molta sostanza», anticipa il curatore Massimo Navone designer e
fondatore dello Studio Navone Associati.
«Per capirlo basta scomporre il
titolo: “Olivetti. Uomini progetti e prodotti”. Protagonista
naturalmente è la Olivetti di Adriano ma anche quella di Carlo de Benedetti,
realtà che ho conosciuto da vicino per aver lavorato dieci anni negli uffici
Corporate Identity. Un’azienda profondamente meritocratica, con una visione
internazionale e assolutamente fuori dagli schemi per l’Italia dell’epoca e
perfino per quella di oggi».
E gli uomini del titolo? «Una
delle caratteristiche dell’approccio di Olivetti nel processo progettuale è
sempre stata la centralità dell’essere umano, dunque la mostra non poteva
prescindere dai protagonisti di quella che è stata un’autentica fucina di
creatività. Ecco allora gli uomini a partire dall’operaio (e futuro AD, oltre
che firmatario di 20 brevetti internazionali) Natale Capellaro, gli
ingegneri come Giorgio Perotto e Gastone Garziera e i designer come Ettore
Sottsass e Albert Leclerc.
Uomini che hanno creato
dispositivi diventati iconici, come la macchina da scrivere portatile
Valentine, disegnata nel 1968 da Sottsass, il primo pc da tavolo P101 (nella
foto), la calcolatrice Divisumma 18 e la Serie 45, pensata per l’ufficio. Un
pioneristico progetto modulare composto da tavoli, scrivanie, sedie impilabili,
cassettiere e da un assortimento di accessori che andavano dal portaombrelli ai
supporti per il telefono».
La mostra all’ADI mette in
risalto alcuni di questi oggetti raccontandone la storia offrendo ai visitatori
diverse chiavi di lettura della «filosofia» Olivetti.
E lo fa con rigore filologico,
tanto da aver scelto di rieditare il modulo espositivo semplicissimo (un
parallelepipedo in cartone con base a trapezio) ideato da Hans von Klier per
una storica mostra Olivetti che nel 1978 girò l’Europa.
Nello spazio «Restart»
dell’allestimento, infine, le riedizioni di quattro progetti simbolo del design
olivettiano: dall’agenda progettata da Enzo Mari e con le illustrazioni
di Diego Perrone al posacenere di Giorgio Soavi (ma con la scritta più
contemporanea che ricorda che fumare fa male); dalla lampada della serie
Spazio di BBPR a una cassettiera della Serie 45.
«I visitatori ne saranno stupiti:
il tratto comune che unisce questi progetti è la capacità di attraversare il
tempo. Forse anche perché, dietro le quinte, tra designer e ingegneri c’erano
stima e rispetto reciproco, era sempre un vero lavoro di squadra. Rieditare
questi oggetti in occasione della mostra ci ha permesso di tenere vivi pensieri
e qualità del secolo scorso.
Un amico mi ha detto: “dobbiamo
liberarci da questo gusto”. Ma perché? Era un gusto meraviglioso. Riferito a
qualità etiche e creative delle quali ci siamo scordati».
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