Serata piena di suggestioni e spunti culturali quella del 15 dicembre ,
promossa dal Circolo Restare Umani, sulla possibilità di una riqualificazione
energetica e funzionale del Palazzo ex Inam di Paderno Dugnano.
Un appuntamento ad invito, causa restrizioni Covid, che ha visto
l’incontro di diversi interessi. L’ultra ottantenne architetto Marco Romano,
progettista del Palazzo brutalista, ha raccontato il contesto politico e
culturale della nascita di quel progetto.
Erano gli anni ‘60 e la giunta di centrosinistra guidata da Umberto Risso aveva affidato la redazione di un nuovo centro civico-direzionale per favorire l’espansione della città e la creazione di una nuova centralità urbana all’architetto Marco Romano, appartenente al Collettivo di Architettura di Milano.
L’arch. Romano ha spiegato come l’idea progettuale fosse ispirata da
un’esperienza della città scozzese di Cumbernauld e come queste ragioni
innovative (del cemento armato a vista) innervassero il dibattito, di quel
gruppo di architetti del Collettivo, che operavano in quegli anni in tutto il
milanese.
Le ragioni di questa “bellezza” architettonica hanno incuriosito
degli studenti del Liceo Boccioni che hanno cominciato a studiare le origini e
la storia di questo edifico e di questa corrente, denominata poi “brutalismo”,
e ne hanno fatto l’oggetto del loro percorso didattico sotto l’egida del
professor Gionata Tiengo.
E’ a questo punto che gli interessi degli studenti e la
curiosità di un gruppo di cittadini si sono incontrati ed è nata l’idea di uno
studio per una rigenerazione funzionale di quell’edificio. Anche per non
perdere l’occasione delle risorse del PNRR finalizzate per legge alla creazione
di una Casa della Comunità a Paderno Dugnano.
Per questo l’Associazione Restare Umani ha promosso la
presentazione di una ipotesi progettuale, delineata dall’architetto Giovanni
Maffioletti e contestualizzata dall’ing. Ottorino Pagani, e l’ha offerta alla
città. Al Sindaco e all’Asst-rhodense e a chiunque voglia cogliere queste linee
guida finalizzate a sottolineare l’opportunità e la convenienza a salvare un
bene architettonico e valorizzare, così, il nostro territorio.
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