L’Umanità naturale di Herta Muller
SIAMO STATI PROFUGHI ANCHE NOI
LA LEZIONE DELLA STORIA
PROFUGHI:
solo dalla Germania centinaia di migliaia di persone sono dovute fuggire
durante il nazismo. Dove? Verso tutto il mondo. Nessuna strada era troppo lunga.
Se ne ricorda oggi la Germania? E com'era nelle dittature dell'est europeo fino
al 1989? Per decenni è fuggito un numero infinito di persone. Anche dalla Ddr.
Anch'io ero
una profuga, dalla Romania. In quel paese si parlava di «malattia della fuga».
Più persone
venivano uccise alla frontiera durante la fuga, più persone decidevano di darsi
comunque alla fuga.
E quale era
il motivo? La disperazione, la paura di morire e la mancanza di prospettive.
E per
salvare la propria vita, si era disposti a rischiare la propria vita mentre si
era in fuga.
Questa non
era una contraddizione sotto i nazisti, non era una contraddizione sotto le
dittature comuniste, e non è
una
contraddizione oggi nella fuga dalla guerra in Siria o dalla terribile
dittatura in Eritrea.
Chiunque sia
scappato dai nazisti verso l'esilio era salvo. Doveva la vita al paese che
l'aveva accolto.
La Germania
dovrebbe fare quello che altri paesi hanno fatto in passato per i tedeschi.
Abbiamo una
responsabilità rispetto alla nostra storia. Ma oltre a questo, la
partecipazione e l'empatia sono un
dato di umanità naturale. Chi questo non lo sa
più, ha la stessa nozione abbrutita di patria che un tempo ha
spinto tanti
tedeschi fuori dalla Germania.
© Herta
Müller, La Repubblica,2 settembre
* * * *
Herta Muller, premio Nobel per la
Letteratura 2009, è nata nel 1953 in un villaggio rumeno di lingua tedesca. Dopo
aver rifiutato di collaborare con la polizia segreta di Ceausescu, perse il
lavoro e le fu impedito di pubblicare. Nel 1987 riuscì ad emigrare in Germania.
Il suo libro più importante è “il paese delle prugne verdi”.
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