Sabato sera a Senago, al Centro Sportivo, era stato
organizzato un incontro con Don Gallo, per parlare del lavoro: Lavorare per
vivere e non per morire.
Per problemi di traffico in tangenziale l’incontro è
iniziato con un’ora di ritardo, ma quando è entrato tutti in piedi per una
grande ovazione e lui, questo ragazzo di 84 anni ha iniziato a modo suo,
ringraziandoci per essere venuti li nonostante il brutto tempo a sentirlo, lui
che ogni anno fa 300.000 km per girare in lungo e in largo, ma penso che ne
faccia un’altra buona dose a piedi camminando in lungo e in largo, come ieri
sera in 2 ore senza mai fermarsi né di parlare, né di camminare avanti e
indietro a destra e a sinistra raccogliendo applausi in continuazione. Ne ha avuto per tutti, politici, clero. E’ stato
un fiume in piena, ha raccontato aneddoti di Don Milani, di sua mamma quando è
diventato Don, dei suoi continui battibecchi con i vari cardinali succedutisi
nella sua diocesi. Dei politici che sperperano denaro e che ricevono a “propria
insaputa” case e denaro, delle olgettine etc. etc.
Ha parlato del G8 di Genova, della rivoluzione del ’68 iniziata con la strage di circa 250
persone a Città del Messico e continuata poi in tutto in mondo, di M. L. King, della
marcia pacifica del Subcomandante Marcos con i suoi zapatisti giunti disarmati a
Città del Messico. Di Padre Zanotelli, di Don Bizzotto e dei Beato Costruttori
di Pace e ha ricordato Vik Arrigoni e il suo motto ‘ Restare Umani’
Ha ricordato di come un giorno ad una domanda di un
cardinale sui Vangeli, gli ha risposto che lui ne seguiva 5 e il 5’ non erano
quelli apocrifi come credeva lui, ma quello secondo De Andre.
Ma ha parlato, in bene, degli emarginati, degli immigrati,
di chi non ha il lavoro o di chi l’ha perso per colpa di industriali
(industriali?) che impongono il voto ai referendum nelle proprie fabbriche.
Dopo un’ora e mezza ha cominciato a dire che raccontava
un’ultima cosa e cosi via per un’altra mezz’ora che è volata via. Al termine ha
salutato tutti ballando con la bandiera della Pace. Possiamo dire due ore di grande cabaret
intelligente e che lascia il segno, raccontato come solo lui sa fare.
Alla serata era presente anche il Comitato per i
famigliari delle vittime dell’Eureco con un banchetto.
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