giovedì, dicembre 04, 2025

Vicenda Carrefour: nuovo approccio con i fornitori parte di NewPrinces - Gs

 

Il gruppo NewPrinces, neoproprietario della catena di supermercati, da quando ha ricevuto il via libera dall’Unione Europea per l’acquisto di Carrefour Italia, e guidato da Angelo Mastrolìa ha già inviato una lettera ai fornitori dei supermercati che nel giro di tre anni torneranno a esporre la storica insegna Gs.

La missiva chiede ai fornitori di presentare entro il 15 dicembre – cioè, nel giro di due settimane -le «proposte commerciali per il 2026, includendo i nuovi prezzi coerenti con lo scenario attuale».

La richiesta di prezzi più bassi con il «prezzo netto pulito»

La prima richiesta di NewPrinces ai fornitori è quella di abbassare i costi delle merci che finiranno sugli scaffali, tenendo conto della discesa dei prezzi negli ultimi mesi. 

«In un contesto di forte deflazione, riteniamo fondamentale lavorare insieme per mantenere competitività e costruire nuove opportunità di crescita - si legge nella lettera - per questo motivo sarà necessario aggiornare le condizioni economiche sin da subito, così da poter potenziare la collaborazione e generare ulteriori volumi». 

La comunicazione di NewPrinces si segnala però anche per un’altra novità che ha destato sorpresa fra alcuni fornitori, se non altro per la rapidità della svolta e, quindi, dell’adattamento richiesto alle aziende produttrici di beni di largo consumo.

«Per rendere i processi più semplici, trasparenti ed efficaci per entrambe le parti, a partire dal 1° gennaio 2026 adotteremo un sistema di fatturazione net-net», spiega il gruppo.

Fuori dal gergo della grande distribuzione, ciò significa che la nuova gestione di Carrefour intende adottare la politica del «prezzo netto-netto», in base alla quale la catena di supermercati chiederà di concordare con i fornitori un prezzo iniziale «fisso» sul quale applicherà, oltre l’Iva, un ricarico, per arrivare al prezzo finale per i consumatori. 

Questo sistema semplifica molto la gestione dei contratti per l’operatore della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), ma limita molto la possibilità di fare sconti e campagne promozionali durante l’anno.

Vantaggi e svantaggi del “prezzo netto pulito”

Si tratta di una strategia già adottata da diverse catene inglesi e dai discount, ma che si distingue da quella generalmente utilizzata dai supermercati italiani. 

Di norma, infatti, le catene della grande distribuzione concordano con i fornitori prezzi base per i loro prodotti (i cosiddetti listini), stabilendo però una serie di clausole contrattuali legate alla performance di attività che verranno svolte nel corso dell’anno, come la quantità di attività promozionali, il raggiungimento di target di volumi, sconti logistici, sconti finanziari, premi di fine anno e via dicendo. 

In questo modo, il margine effettivo dell’operatore della GDO e del fornitore sarà determinato solo alla fine dell’anno. 


Con l’acquisizione di Carrefour Italia, il gruppo italiano NewPrinces diventa quindi il secondo gruppo italiano dell’agroalimentare per fatturato: accordo che supera il miliardo di euro e interessa mille punti vendita. E in tre anni tornerà in Italia lo storico marchio Gs, voluto da Angelo Mastrolia, proprietario e presidente esecutivo di NewPrinces.

Il gruppo, in fase di espansione, ha in pancia più di 30 marchi alimentari, tra cui Delverde, Plasmon e Centrale del Latte.

Conta 13 mila dipendenti in Italia, più di 18 mila nel mondo, e prevede di chiudere l’esercizio del 2025 con un utile netto superiore ai 700 milioni di euro

Spiega Mastrolia in una nota: «Con l’ingresso di Carrefour Italia, NewPrinces Group raggiunge una dimensione senza precedenti, con ricavi consolidati pari a circa 7 miliardi di euro e un profilo patrimoniale che, entro fine anno, prevediamo superiore a 1,1 miliardi». 

E aggiunge: «L’integrazione di Carrefour Italia rappresenta per noi anche un’opportunità concreta per rafforzare un elemento fondamentale della nostra identità: il rapporto tra industria e retail. La nostra storia nasce dall’industria alimentare e conosciamo in profondità le esigenze di chi produce. 
Per questo ci impegneremo a garantire un approccio equo, trasparente e collaborativo con tutti i fornitori di Carrefour Italia, valorizzando il lavoro delle filiere e assicurando stabilità, correttezza e partnership di lungo periodo».

Il marchio storico Gs

La scelta del marchio Gs è di fatto un ritorno alle origini. Gs, sigla che sta per Generale Supermercati, è la celebre catena lanciata negli anni Sessanta da Marco Brunelli e Guido Caprotti a Roma e diventata un punto di riferimento per gli italiani. 

Tra il 1966 e il 1975 passò alla Sme, che riuniva le attività agro-alimentari controllate dall’Iri, fino ad entrare nel 1995 nella Schemaventuno delle famiglie Benetton e Del Vecchio.

Solo nel 2000 venne venduta alla francese Carrefour per 5 mila miliardi di lire.

Cosa cambia per i lavoratori

In attesa del rilancio del marchio che richiederà tempo, le insegne Carrefour saranno mantenute per un periodo massimo di tre anni.

Resta ancora da sciogliere il nodo dell’occupazione con i sindacati preoccupati per possibili riduzioni del personale.

In Italia Carrefour impiega ad oggi circa 24 mila lavoratrici e lavoratori.

Dopo l’incontro del 30 luglio scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno a più riprese sollecitato la ripresa del confronto con la direzione aziendale francese e con la nuova proprietà.

Obiettivo: conoscere i contenuti del piano di rilancio per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, la continuità delle attività e la corretta applicazione delle normative contrattuali.

Mastrolia ha dichiarato: «Nessuna cassa integrazione, ma un rilancio con il marchio Gs. E a breve il progetto per la quotazione alla Borsa di Londra» e intende rilanciare gli oltre mille supermercati italiani di Carrefour, con un investimento di 200 milioni destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento dell’offerta.

Da parte sua il gruppo francese fornirà come previsto dagli accordi un contributo di 237,5 milioni a sostegno del rilancio della catena e della continuità operativa.
Il gruppo francese, ha deciso di ritirare la cassa integrazione, programmata prima dell’accordo con NewPrinces, che avrebbe coinvolto 170 dipendenti della rete di supermercati.

Mentre sui mercati aziende come Nestlé riducono in modo massiccio gli organici, Mastrolia sembra rilanciare. «La scelta è stata fatta grazie al nostro supporto perché prima di prendere qualunque decisione vogliamo capire le competenze di ogni lavoratore — dice Mastrolia —. Poi presenteremo il piano, a inizio 2026: un progetto di rilancio con il marchio storico GS».

La rete vede 385 negozi in franchising e gli altri 642 di proprietà. «Stiamo già esercitando l’opzione di acquisto della proprietà immobiliare dei negozi — aggiunge l’imprenditore — che sotto le insegne di GS sarà presidente esecutivo. «Non ci sarà un amministratore delegato — aggiunge — l’80% del mio tempo sarà impiegato sul gruppo dei supermercati».

Storia diversa dalla vicenda Auchan dove la vendita del gruppo francese, che abbandonato il mercato italiano della grande distribuzione, era finita con uno spezzatino, poiché nessuno dei player italiani voleva l’intero perimetro, e i concorrenti ambivano solo alla rete di supermercati o a pezzi di essa, forse per motivi Antitrust o perché non potevano farsi carico anche della sede». 

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