C’è una domanda essenziale che ci assale quando tutto intorno crolla e il caos sembra dilagare:
Come possiamo andare avanti senza impazzire?
Questo libro non è certo un manuale di sopravvivenza per i momenti di crisi con soluzioni definitive e istruzioni chiare, ma un’indagine sullo spirito umano che ci aiuterà a scoprire le pratiche di resistenza culturale che continuano a sbocciare e crescere tra le crepe dell’apocalisse e che ci stupiscono proprio per questo.
Andrea Colamedici e Maura Gancitano ci accompagnano in un viaggio filosofico e critico che documenta i “fiori” che nascono nei posti più improbabili: dal corpo che custodisce dissolvendosi alla gioia che non spera, passando per la lettura silenziosa che genera comunità e le maschere che rivelano invece di occultare.
Pur sapendo che l’habitat è ormai compromesso e che molte di queste forme di vita culturale sono già in via d’estinzione, gli autori hanno compilato un prezioso erbario, frutto di anni di studio e di pratica del fatto che la meraviglia è in grado di germogliare dove non dovrebbe – negli interstizi tra stupore e spavento – e che è capace di prendere forme ostinate e contrarie.
A conferma che l’umano, nonostante tutto, continua a generare bellezza e senso anche quando sa che è tutto inutile.
Un libro per scoprire che l’incertezza può trasformarsi in uno strumento prezioso, che la meraviglia non è morta e che nel mondo esistono tanti giardinieri pronti a coltivarla con insensata caparbietà e gioia.
Questo non è un libro per trovare conforto.
Non ti renderà una persona migliore.
Quello che offre è un prontuario di pratiche per non impazzire mentre il mondo brucia.
Una botanica di quel che continua a crescere negli interstizi tra stupore e spavento, tra il fascino e l’orrore, tra la meraviglia che spacca e quella che salva.
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