da L'Internazionale del 3 Ottobre 2025 - Eman Abu Zayed, Al Jazeera, Qatar
Una scrittrice e traduttrice della Striscia di Gaza ringrazia le persone che in Italia manifestano per il popolo palestinese.
Il 22 settembre ero in strada a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, in cerca del segnale internet, cosa diventata quasi impossibile nel territorio. La nostra casa era stata appena bombardata per la terza volta dall’inizio della guerra e noi eravamo stati costretti a fuggire per la decima volta. Avevo perso tutto di nuovo. Il mio cuore era pesante di dolore.
Quando finalmente sono riuscita a connettermi il mio telefono è stato inondato di video, foto e messaggi audio dall’Italia. Ho visto folle di persone marciare nelle strade sventolando le bandiere palestinesi e intonando cori per la nostra libertà. Ho visto piazze piene di striscioni con scritto “Basta guerra” e “Palestina libera” e volti che mostravano un misto di rabbia e speranza.
Cercavano di mandarci un messaggio: vi sentiamo, siamo con voi. Ho provato una gioia immensa. È stata la prima volta che ho visto proteste per la Palestina su scala così vasta e con un effetto così forte. I sindacati indipendenti italiani avevano indetto uno sciopero di ventiquattr’ore e la popolazione ha risposto in massa. In 70 città italiane le persone sono scese in piazza per mostrarci che ci tengono a Gaza, che sostengono la nostra causa e vogliono la fine del genocidio.
Questo non è accaduto in un paese a maggioranza araba o musulmana. È successo in un paese occidentale, il cui governo si rifiuta di riconoscere lo stato di Palestina e continua a sostenere Israele.
Eppure, il popolo italiano ha manifestato per noi. La mobilitazione dimostra che la solidarietà con i palestinesi non è limitata a chi è più vicino a noi o a chi ha lo stesso retaggio culturale, ma si allarga a persone di tutto il mondo, anche in paesi dove le élite politiche continuano a sostenere Israele. A Gaza le scene della solidarietà in Italia si sono diffuse da un telefono all’altro, portando un barlume di speranza tra le macerie, la fame e le bombe. Le persone inoltravano i video sulle chat, Un corteo di solidarietà per la Global sumud flotilla. Roma, 9 settembre 2025 guardando sbalordite le folle italiane.
Queste immagini hanno suscitato sorrisi, ormai rari, sui volti di tanti palestinesi. In noi si è fatta strada la sensazione di non essere stati completamente abbandonati.
Barlume di speranza
Sto seguendo con attenzione anche la Global sumud flotilla. Il governo di Roma ha fatto enormi pressioni sulla delegazione di cinquanta cittadini italiani per convincerli ad abbandonare la missione. La maggioranza di loro ha rifiutato ed è rimasta a bordo di varie imbarcazioni dirette verso Gaza. Sono riuscita a comunicare con alcuni giornalisti italiani su una delle navi, che hanno condiviso con me parole cariche di incoraggiamento e speranza, assicurandoci che c’è chi continua a combattere per noi, nonostante le distanze e le difficoltà.
Le proteste e la flottiglia non sono stati l’unico barlume di speranza che mi è arrivato dall’Italia. A giugno dopo aver letto alcuni miei articoli mi hanno contattato due italiani, Pietro e Sara, e Fadi, un palestinese che vive in Italia. Il loro sostegno non si è limitato alle parole, è stato concreto. Mi hanno aiutata a diffondere i miei scritti e si sono sempre preoccupati di sapere come stavo. Ad agosto, con il loro aiuto, sono riuscita a pubblicare la mia storia sul quotidiano il Manifesto, condividendo la nostra sofferenza e la nostra resilienza con migliaia di lettori.
Prima della guerra non sapevo molto dell’Italia. Sapevo che era un paese bellissimo con una storia interessante e un popolo amichevole. Ma non mi sarei mai aspettata di vedere gli italiani mobilitarsi per la Palestina, scendere in piazza in massa per sostenerci. Sono ammirata e riconoscente. La loro partecipazione alle proteste, il supporto personale e il ruolo in iniziative come la Global sumud flotilla mi hanno fatto capire che persone di tutto il mondo hanno a cuore la nostra causa, che la solidarietà internazionale non è fatta solo di parole, ma di azioni reali.
Spero di vedere proteste simili in altri paesi, di sentire che il resto del mondo vede la nostra sofferenza e sostiene il nostro diritto alla vita, alla libertà e alla dignità.
Al popolo italiano e a tutti quelli che si mobilitano per Gaza voglio dire: vi vediamo, vi sentiamo, riempite i nostri cuori di gioia
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