«All'origine di Internet c'era un'idea, o forse
un'illusione: creare un ambiente sempre più ampio in cui gli utenti potessero
comunicare tra loro, svolgendo un ruolo attivo nella produzione e nel consumo
di contenuti [...] ogni piccolo progresso aveva lo scopo di fornire uno spazio
di discussione sempre più ampio e stratificato.»
Con la nascita dei social network, che hanno trasformato la
visibilità in una competizione continua, il confine tra pubblico e privato si è
assottigliato, e siamo finiti in un sistema che premia il contenuto più
estremo, amplifica le emozioni più forti e ci spinge a condividere sempre di
più, sempre più in fretta.
Dietro quegli schermi luminosi che catturano la nostra
attenzione si nasconde un fondale oscuro, ansioso di inghiottirci.
Non è informazione, ma manipolazione.Non è libertà, ma seduzione e assoggettamento.
Questo libro è la confessione di Serena Mazzini, una professionista della
comunicazione digitale che ha visto da vicino come funziona il gioco, e vuole
svelarne i meccanismi nascosti.
È anche un viaggio nella cruda realtà dei social network per
ripensare il nostro rapporto con essi, per immaginare insieme un futuro in cui
la tecnologia sia al servizio delle persone e non del marketing o di interessi
inconfessabili.
- Casi esemplari mostrano con chiarezza la distorsione di questo sistema:
- dalla sovraesposizione mediatica dei bambini Ferragnez a
- Ruby Franke, star dei family vlogging condannata per maltrattamenti sui suoi bambini,
- fino a MrBeast, un mercante di emozioni diventato miliardario grazie a un intrattenimento costruito sulla beneficenza.
- E poi ci sono genitori che trasformano i figli in star per trarne popolarità e profitto,
- i malati che tramutano la sofferenza in trend,
- i pedopornografi che sfruttano immagini nate per tutt'altri scopi, e
- i tecnocrati capaci di influenzare le decisioni politiche globali con il loro potere digitale.
Se non ci opponiamo, non siamo
solo vittime, ma complici.
È ora di costruire, insieme, la lotta per la
liberazione dai social.
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