«Dario Fabbri racconta una geopolitica intessuta di discipline quali l’antropologia e la psicologia collettiva, sorretta da profondità storica, etnografia e linguistica.» Almanacco delle Scienze – Consiglio Nazionale delle Ricerche
Restare Umani
Circolo Culturale di Paderno Dugnano
domenica, novembre 16, 2025
LIBRO: "Il Destino dei Popoli: Come l'umanità ha fatto la storia e creato il nostro tempo" di Dario Fabbri
«Dario Fabbri racconta una geopolitica intessuta di discipline quali l’antropologia e la psicologia collettiva, sorretta da profondità storica, etnografia e linguistica.» Almanacco delle Scienze – Consiglio Nazionale delle Ricerche
sabato, novembre 15, 2025
LIBRO: "Qualcosa è andato storto. Come i social network e l'intelligenza artificiale ci hanno rubato il futuro" di Riccardo Luna
Dovevano servire ad «abbattere muri e costruire ponti», motivo per cui si iniziò a parlare di «tech democracy», di una nuova stagione della democrazia potenziata proprio da internet, aperta alla partecipazione diretta dei cittadini e al loro controllo.
Era la nuova terra promessa, quella in cui saremmo stati tutti felici, finalmente.
E invece, ormai è chiaro, la rete si è trasformata nel più insidioso strumento per picconare le democrazie.
In vent’anni di vita social ci siamo persi per strada un’idea condivisa di futuro, inteso come un mondo migliore dove arrivare tutti assieme.
Quando i bambini hanno smesso di sognare di essere astronauti e hanno iniziato a voler diventare influencer e creator?
E perché?
Ci siamo illusi o qualcuno ha truccato le carte del mazzo con cui stavamo giocando?
Riccardo Luna pone queste e altre domande sull’identità del web oggi, e lo fa andando a ritroso fino alla sua nascita, quando non era ancora compromesso dall’eccesso di narcisismo alimentato dalla digital economy; e quando gli algoritmi non favorivano le fake news «perché fanno più traffico».
Un viaggio che ricostruisce l’epopea della Silicon Valley, da quando gli imprenditori tecnologici sembravano tutti buoni fino al patto di Big Tech con la Casa Bianca di Donald Trump e alla tragica vicenda di Gaza, in cui l’uso dei social dal basso ha consentito di sconfiggere la censura e avviare una mobilitazione globale.
Un segnale, forse, che nulla è del tutto compromesso e che siamo ancora in tempo per cambiare il futuro.
venerdì, novembre 14, 2025
LIBRO: "Cartelli di sangue: Le rotte del narcotraffico e le crisi che lo alimentano" di Nicola Gratteri
giovedì, novembre 13, 2025
NON UNO DI MENO: CORSI di recupero e ri-motivazione per tutti gli studenti e inoltre alfabetizzazione di italiano L2 per alunni stranieri
I corsi si svolgono il martedì e il giovedì, dalle 10.30 alle 12.00, presso la scuola A. Gramsci, per alunni della scuola secondaria di primo grado.
Gli insegnanti sono tutti volontari della Scuola Popolare NON UNO DI MENO, che si impegnano per contrastare la povertà educativa e ridurre l'abbandono scolastico.
L’iniziativa affronta i problemi di recupero di singole discipline e di insegnare un metodo di studio, favorendo il processo di autostima di ragazze e ragazzi con carenze formative. Studenti e studentesse vengono aiutati e si aiutano a vicenda in piccoli gruppi (2 o 3 alunni max).
Le famiglie sono invitate a firmare un patto di responsabilità educativa.
Il progetto è in convenzione triennale con l’Istituto Comprensivo “De Marchi”, in via Ugo La Malfa, 7 a Paderno Dugnano ed ha ricevuto il patrocinio del Comune di Paderno Dugnano. Comune di Paderno Dugnano : Corsi di recupero e ri-motivazione
I corsi presso la SMS “Gramsci” sono iniziati martedì 11 novembre 2025, ma è ancora possibile partecipare.
Corsi analoghi sono stati organizzati in alcuni dei Comuni limitrofi a Paderno
Per informazioni e contatti: info@nonunodimeno.net – tel. 327 22 79 371.
Lidia Poet: la prima avvocata italiana
Lidia Poët fu la prima donna a ottenere, nel Regno d’Italia, l’iscrizione nell’albo degli avvocati, nel 1883, venendone tuttavia cancellata subito dopo in seguito all’accoglimento di una richiesta presentata al tribunale d’appello di Torino dal procuratore generale del re, secondo il quale sarebbe stato alquanto «disdicevole e brutto veder le donne discendere nella forense palestra, agitarsi in mezzo allo strepito dei pubblici giudizi, accalorarsi in discussioni che facilmente trasmodano, e nelle quali anche, loro malgrado, potrebbero esser tratte oltre ai limiti che al sesso più gentile si conviene di osservare: costrette talvolta a trattare ex professo argomenti dei quali le buone regole della vita civile interdicono agli stessi uomini di fare motto alla presenza di donne oneste».
Poët era nata a Perrero (Torino)
da una famiglia valdese, si era laureata due anni prima a pieni voti con una
tesi dal titolo “Studio sulla condizione della donna rispetto al diritto
costituzionale e al diritto amministrativo nelle elezioni” e aveva poi
svolto il praticantato a Pinerolo, presso lo studio del senatore Cesare Bertea,
evidentemente di vedute progressiste.
La sua cancellazione dall’albo,
confermata poi anche dalla Cassazione
a cui essa era ricorsa, suscitò, come prima la sua iscrizione, ampie
polemiche e un vasto dibattito, ma non ci fu nulla da fare contro il radicato
pregiudizio dell’infirmitas sexus: se per lo Statuto Albertino, art. 24,
tutti i regnicoli erano uguali dinanzi alla legge, ciò però non risolveva il
problema della “minorità naturale” femminile.
D’altronde, come ancora notava il
procuratore generale, quale immenso pericolo avrebbe corso la magistratura
«ogni qualvolta la bilancia della giustizia» avesse dato ragione alla parte
perorata da «un’avvocatessa leggiadra»?
Alla Cassazione non rimase che
equiparare l’avvocatura a una carica pubblica, il cui esercizio per legge era
precluso alle donne, e chiudere così per parecchi decenni l’incresciosa
questione.
Poët non era sola: numerose altre
donne, verso la fine dell’Ottocento e nei primi del secolo successivo, in tutta
Europa e in America, stavano percorrendo la stessa sua strada, con esiti più o
meno fortunati.
In Canada lo sarebbe divenuta nel 1897 Clara Brett Martin;
In Belgio ci provò senza riuscirci Marie Popelin nel 1888;
In Germania si laureò per prima in legge nel 1897 Anita Augspurg, anche lei senza poter però esercitare;
In Francia, Olga Petit e Jeanne Chauvin divennero avvocatesse entrambe nel 1900; e ancora numerose altre.
Si trattava quindi di un
movimento piuttosto vasto, femminista, coniugato a quello per il suffragio
universale, che riceveva anche un certo sostegno da parte dell’opinione
pubblica, ma che avrebbe iniziato a raccogliere i suoi frutti solo nel corso
della prima metà del Novecento.
Poët continuò di fatto a
esercitare la professione nello studio del fratello, che sempre l’aveva
appoggiata, senza ovviamente firmare gli atti;
Prese parte nel 1883 al primo
Congresso penitenziario internazionale, divenendone delegata nel 1890 a
Pietroburgo; continuò inoltre a battersi per la causa femminile e il voto.
Quando, poi, finalmente nel 1919
venne emanata la cosiddetta legge Sacchi (Norme circa la capacità giuridica
della donna), grazie alla quale le donne venivano ammesse a esercitare
tutte le professioni e a coprire (quasi) tutti gli impieghi pubblici,
ultrasessantenne, Poët poté finalmente riscriversi all’albo assieme alla più
giovane e altrettanto combattiva Teresa Labriola.
Morì, all’età di 94 anni, tre anni più tardi.
Ma nel 1957, Eutimio Ranelletti, presidente onorario della Cassazione, nel suo libro "La donna giudice, ovverosia la grazia contro la giustizia" scriveva ahimè ancora così:
«La donna è fatua, è leggera, è superficiale, emotiva, passionale, impulsiva, testardetta anzichenò, approssimativa sempre, negata quasi sempre alla logica e quindi inadatta a valutare obiettivamente, serenamente saggiamente, nella loro giusta portata, i delitti e i delinquenti»