martedì, aprile 29, 2025

LA CONCLUSIONE DELLA VICENDA RE3


Nella recente fase finale della lunga maratona del PGT che, durante il Consiglio Comunale del 9 e 10 Aprile 2025, ha affrontato le controdeduzioni alle Osservazioni presentate, ha trovato spazio solo qualche riferimento frettoloso al “caso della Variante RE3”. Non entriamo nuovamente nei dettagli dei numerosi aspetti che la materia comporta, ma non possiamo accettare, senza commentare, la sintesi fatta nel corso della prima serata, da un esponente della minoranza quando ha affermato che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso RE3 e ha dato ragione all’Amministrazione di centro destra, giudicando corretto il procedimento attuato.

In realtà, occorre dire, in modo molto sintetico e chiaro, che non era in discussione il “giro di carte”, ma il racconto che della RE3 è stato fatto al T.A.R e in Consiglio di Stato. Per esempio, quando si è parlato di interesse pubblico e di area incolta e abbandonata.

Partiamo dal concetto tanto sbandierato di “indice di perequazione” uguale per tutto il territorio. In realtà l’art. 11 della legge Regionale n° 12/2005 afferma che “la perequazione può essere differenziata per parti di territorio comunale in relazione alle diverse tipologie di interventi previsti”.

Tradotto: se nell’area vicino alla Chiesa di Santa Maria Nascente era previsto di fare il Parco del Seveso (l’interesse pubblico), allora era consentito non aumentare e generalizzare l’indice di perequazione. Peraltro, se si fosse mantenuto l’indice invariato, si sarebbe potuto realizzare ugualmente il Parco del Seveso (sia pure con una superficie un po’ più ridotta) e si sarebbe contemporaneamente salvaguardata e mantenuta la preziosa area verde adiacente al Parco di Via Gorizia, che si è invece preferito definire “area incolta e abbandonata”.

Va ricordato che quest’area per “servizi” è frutto di compensazioni ambientali richieste per l’edificazione di abitazioni nel comparto PEEP5 (Piani Edilizia Economica Popolare nell’ambito di Via Gen. Dalla Chiesa) con il Piano di Zona “ex legge 167”, gestito negli anni ’80 dal CIMEP (Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare).

Quindi NON area incolta e abbandonata, ma un’area a “verde pubblico” della Rete ecologica comunale (VPE), non soggetta a trasformazione urbanistica e successivamente entrata nel Patrimonio indisponibile del Comune, con vincolo di destinazione d’uso trasferito tramite atto notarile dal CIMEP (in liquidazione) al Comune.

Ora invece, la costruzione di 3 nuove palazzine nell’area RE3, genererà nuovo suolo impermeabilizzato, aumento di traffico, come se non bastasse già l’attuale inquinamento locale, a cui si somma quello prodotto dalla vicina autostrada (ex Rho Monza) e dalla ulteriore edificazione residenziale prevista nell’area dismessa “ex_Scaltrini (RE11)”.

Al termine della seconda serata dedicata alle controdeduzioni, si è accennato ad una convenzione Comune/Proprietà che avrebbe impedito all’attuale Amministrazione di poter intervenire per cambiare le cose. Eppure, nella Delibera n°30 del 30/03/2023 si è affermato “ … Bisogna poi ricordare che la convenzione in essere dovrebbe essere modificata per l’avvenuta cessione, nel frattempo, da parte delle proprietà private di una porzione delle aree ad Aipo …” (Agenzia Interregionale per il fiume PO). Una situazione che avrebbe forse dovuto far sospendere la variante RE3 in “corso d’opera” per una nuova valutazione.

Un errore? Un’opzione non esplorata o priva di fondamento?

Inoltre, ci risulta che in questi ultimi anni, l’Amministrazione politica abbia provato ad esplorare altre strade: anche qui riprendiamo un altro passaggio della suddetta Delibera, che invita “…ad intraprendere tutte le vie, in primo luogo quella di favorire una soluzione, anche mediante l’individuazione di altre aree, in via concordata con tutti gli operatori privati, avendone l’Amministrazione individuate alcune molto interessanti e soprattutto per la parte preponderante dei volumi in aree di proprietà dell’Ente e inserite in comparto già urbanizzato; ciò potrebbe rivelarsi anche dal punto di vista degli operatori comunque di interesse, dovendosi aggiungere l’interesse dell’Ente ad una migliore scelta di investimento nelle urbanizzazioni”.

L’iniziativa non risulta aver avuto successo, i motivi non si conoscono e le proposte da noi fatte non sono state tenute in considerazione. Perché? L’interesse dell’Ente che fine ha fatto? Anche le Osservazioni presentate da Legambiente e Restare Umani potevano essere un’occasione per attivarsi.

In conclusione, nonostante il grande impegno profuso, la battaglia sull’ RE3 è stata persa.
Sorge a questo punto una domanda, che è anche una riflessione.
La battaglia l’hanno persa le Associazioni che si sono attivate o l’ha persa la Città di Paderno Dugnano?

E chi ci ha guadagnato? Non certamente l’interesse pubblico.

Riportiamo alcune immagini di chiarimento, a futura memoria.

Circolo Grugnotorto Legambiente Aps
Restare Umani



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