giovedì, settembre 26, 2024

Inaugurazione della Mostra RISSO: Vietnam e Cile - realtà dell'imperialismo


La mostra, la cui inaugurazione si è svolta il 24 Settembre 2024, è stata illustrata dall’autore Sergio Risso, in presenza della Sindaca Anna Varisco e del rappresentante dell’Associazione Restare Umani  Gianfranco Massetti e di molti interessati cittadini.

Un ringraziamento particolare a Giuseppe Paolin per il prezioso contributo

La collezione Risso propone due serie di manifesti relativi a due avvenimenti storici del decennio della contestazione 69-79 che vedevano il Vietnam ‘aperto’ e il Cile ‘chiuso’.

La mostra si è volutamente aprire nel mese di Settembre, anniversario del cinquantunesimo colpo di stato di Pinochet.

In Cile, l’11 settembre del  1975, parte dell’esercito e della polizia nazionale rovesciavano il governo socialista della Unitad Popular di Salvador Allende, vincitore delle elezioni del 1970. La violenza di quell’intervento militare, espressione non tanto velata della CIA, e la successiva spietata repressione a danno di protagonisti e simpatizzanti di quell’esperienza, si presentavano come un’avvisaglia della fine di una stagione politica internazionale. Questi fatti hanno dato vita ad una miriadi di iniziative e manifestazioni progressiste che portavano a sperare in un reale e generalizzato miglioramento di condizioni politiche , economiche e sociali di popoli e classi sociali fino ad allora oppressi e emarginati.

In Vietnam il colonialismo francese, sconfitto da Dien Bien Phu, veniva sostituito dall’imperialismo americano, deciso ad impedire che la parte Sud si riunificasse con la parte Nord della repubblica democratica guidata da Ho Chi Minh. Dal 1955 al 1975 gli americani avevano imposto un governo fantoccio, sostenendolo inizialmente con aiuti economici e militari e poi con un vero e proprio esercito e da un apparato logistico molto efficiente.

I manifesti evidenziano che metodi ed effetti dell’imperialismo non avevano niente da invidiare alla brutalità del vecchio colonialismo o addirittura agli spettri del nazismo: bombardamenti indiscriminati, napalm, sterminio, desertificazione.

In Italia tutti i settori sensibili della società esprimevano apertamente l’orrore per le stragi e si sentivano pienamente solidali con le vittime di quella mostruosa ingiustizia. Inoltre, si avanzavano riserve verso gli USA (che si vantavano di essere l’espressione più compiuta della civiltà occidentale) e simpatizzavano con i diversi fronti di liberazione dei popoli di Asia, Africa e America Latina, denunciando le numerose espressioni dell’imperialismo, dall’apartheid al sionismo, sviluppando anche la consapevolezza degli aspetti autoritari, discriminatori e repressivi ancora radicati nel nostro Paese.

Il Vietnam nel 1975 vinceva e l’esercito americano lasciava precipitosamente Saigon, permettendo la riunificazione del paese. La lotta titanica sostenuta con successo dai vietnamiti avrebbe dovuto alimentare l’attenzione internazionale sulla successiva costruzione di una società nuova e giusta, come faro per l’autodeterminazione dei popoli, della partecipazione collettiva alle decisioni, dell’eguaglianza politica e sociale. Ma le difficoltà del dopoguerra, il venir meno degli aiuti dall’estero, l’acuirsi di altre tensioni fra i due blocchi ancora nel clima della guerra fredda, e  soprattutto il tempo, ne hanno offuscato il ricordo e distolto l’interesse sulle particolarità di quell’esperienza: il Vietnam veniva preso in considerazione sullo stesso piano degli altri Paesi della penisola indocinese.

Il Cile, solo dopo diversi anni, nel 1990 è riuscito a liberarsi dalla dittatura di Pinochet, che una volta dimessosi è rimasto in Cile fino al 1998, quando è stato arrestato a Londra per crimini contro l’umanità, estradato e sottoposto a giudizio, ma deceduto prima della sentenza. Il Cile ha continuato ad essere governato da forze conservatrici e solo ultimamente è riuscito a darsi un governo progressista, che comunque fa ancora fatica a liberarsi dei residui della dittatura.

Che senso ha oggi, dopo mezzo secolo e più, rievocare quella stagione seppur attraverso manifesti che ne rendono vivo e palpitante il ricordo?

Oggi, ci sono due guerre in corso, in Ucraina e Gaza/Libano che per garantire la vittoria a chi, forse più nel male che nel bene, ha sempre vinto, ancora oggi nega il diritto alla vita e alla pace, minando l’equilibrio fra Stati che la vita e la pace dovrebbero assicurare.

I manifesti proposti nella presente mostra sono una riproposizione di pezzi che in buona parte sono presenti in un libro dal titolo ‘SUI MURI’, stampato in proprio da Sergio RISSO, dove le raccolte di Cile e Vietnam aprono e chiudono le altre dieci collezioni riportate nel libro.

Se nel libro sono presenti solo manifesti prodotti da Movimenti e Gruppi NON istituzionali, in questa mostra sono esposti, oltre a questi, anche i manifesti prodotti da Partiti della sinistra parlamentare, dai Sindacati ufficiali e da raggruppamenti culturali e sociali ad essi collegati.

Alcuni fogli si presentano intonsi in termini di stampa tipografica, mentre altri, a causa del prelievo diretto dalle affissioni, risultano usurati dai fenomeni atmosferici. Di tutti è possibile apprezzare fascino, vivacità e potenza del messaggio veicolato dai materiali usati, carta, colori, grafica, e dimensioni di mezzo secolo fa.

Ricordiamo che la mostra si potrà visitare da mercoledì  25 settembre a venerdì 27 settembre, dalle 10.00 alle 12.00

Inoltre, la mostra resterà aperta anche domenica 13 ottobre in occasione della festa di Dugnan, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00

 

Di seguito riportiamo le immagini di alcuni manifesti:

CILE












VIETNAM



















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