IL VIAGGIO VERSO DOVE TUTTO È COMINCIATO
(il viaggio verso il luogo dove sono nata)
Largo
Ferrandina, 1 80100 Napoli. “Caserma della cavalleria secolo XVIII, già villa
di Don Garcia di Toledo”. La casa dove sono nata è monumento nazionale, ma tra
i due fatti non c’è nessun nesso causa-effetto.
Lì
tutto è cominciato, dietro la penultima finestra a destra, ultimo piano, con
tre dolori forti, nel liquido amniotico e nel sangue, sono uscita dal corpo di
mia madre. Dietro l’ultima finestra a destra, ultimo piano, qualche giorno
prima, ha cacciato l’ultimo respiro mio nonno che, così, non ho mai conosciuto.
Da quei vetri sottili e vibranti al sole, alla pioggia e al vento, la sua anima
è uscita e la mia è arrivata.
Napoli
è città solare solo nel suo paravento esterno, prospiciente il grande mare e il
respiro vulcanico del Vesuvio, ma la sua vera essenza è oscura e sotterranea. E’
la realtà delle strade che, anche quando qua le consideriamo larghe, sono
strette e il cielo è compresso in alto sopra le vecchie case che, per guardarlo,
ti viene il torcicollo.
Tornare
a Napoli, per me, è calarmi nelle grotte di tufo che stanno sotto l’impiantito,
lucido alla pioggia e secco all’aria, delle strade. In quel sotterraneo c’è il
mio Centauro personale (chi non ha letto
Caduto fuori dal tempo di David Grossman lo faccia subito, per favore!)
che, mezzo uomo e mezzo cattedra, sta scrivendo la mia storia.
Sta
lì, scrive e mi aspetta. Se voglio sapere come va a finire, devo avere il
coraggio di avvicinarmi a lui, mettere la mia testa accanto alla sua,
spaventosa, e chinarmi a leggere la riga dopo.
(8 dicembre 2012)
Letto
da: Daniela Camorali
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