Il trattamento delle
acque reflue comprende una serie di processi di depurazione degli
scarichi civili e industriali, finalizzati a restituire all'ambiente acqua
pulita. L’acqua che utilizziamo, infatti, non si esaurisce: fa parte di un
ciclo naturale continuo che attraversa le nostre case, le industrie e
l’agricoltura. Per questo è fondamentale restituirla all’ambiente in
condizioni compatibili con l’equilibrio degli ecosistemi, così da garantire
la disponibilità di risorse idriche anche nel lungo periodo.
Secondo i dati dell'Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in Italia vengono
trattati annualmente circa 9 miliardi di metri cubi di acque reflue,
ma circa il 20% degli scarichi non riceve ancora un trattamento di smaltimento
adeguato. La Commissione Europea monitora e segnala le inadempienze degli Stati
membri in materia di depurazione dei reflui, fornendo linee guida per
migliorarne il riutilizzo, in particolare nel settore agricolo, dove
rappresentano una risorsa preziosa.
Cosa sono le acque reflue e
perché trattarle
Le acque reflue derivano
dalle attività domestiche, industriali e agricole e contengono sostanze
organiche e inorganiche potenzialmente dannose per l'ambiente e la
salute pubblica. Queste acque sporche possono contenere:
- Materiali organici biodegradabili;
- Sostanze nutritive come azoto e fosforo;
- Metalli pesanti;
- Patogeni;
- Inquinanti emergenti come farmaci e
microplastiche.
Per questo motivo non è
possibile scaricare i reflui direttamente nei fiumi, nei laghi
o nel sottosuolo senza un trattamento adeguato in grado di
eliminare i principali contaminanti. Le normative italiane e europee
definiscono standard rigorosi proprio per proteggere la qualità delle acque
superficiali e sotterranee.
Il trattamento delle
acque reflue è fondamentale per rimuovere gli inquinanti contenuti
nelle acque di scarico urbane e industriali. Questo processo tutela la
salute pubblica e l'ambiente, riducendo il rischio di contaminazione e
favorendo un ecosistema equilibrato. Purificando i reflui l'acqua viene
restituita all'ambiente in condizioni sicure, contribuendo così alla lotta
contro l'inquinamento idrico e alla gestione sostenibile delle risorse
idriche.
Fasi del processo di
depurazione delle acque reflue
Il trattamento delle
acque reflue avviene attraverso diverse fasi sequenziali, ognuna
progettata per rimuovere specifici contaminanti:
1. Trattamento
preliminare
Le acque
contaminate passano attraverso griglie che bloccano i rifiuti
solidi di diverse dimensioni (rami, plastica, stracci). Questi
materiali vengono raccolti e smaltiti correttamente in discariche o impianti di
trattamento rifiuti.
2. Trattamento
primario: dissabbiatura e disoleatura
In questa
fase, sabbie e terriccio si depositano sul fondo dei bacini di sedimentazione,
mentre oli e grassi vengono separati in superficie utilizzando sistemi di
flottazione. Questi materiali vengono poi inviati a specifici impianti di
raccolta e trattamento.
3. Trattamento
secondario (biologico)
Rappresenta il
cuore del processo di depurazione delle acque reflue. I batteri
decompositori degradano le sostanze organiche inquinanti presenti nei reflui,
facilitati dall'ossigenazione delle vasche. Questo processo biologico può
avvenire con diverse tecnologie:
- Fanghi attivi;
- Filtri percolatori;
- Dischi biologici rotanti;
- Reattori a membrana (MBR);
4. Sedimentazione
finale e trattamento terziario
I batteri si
aggregano in "fiocchi di fango attivo" che precipitano sul fondo,
mentre l'acqua depurata viene separata e sottoposta a altri
trattamenti come:
- Disinfezione (cloro, ozono, raggi UV);
- Filtrazione;
- Rimozione avanzata di nutrienti (azoto e
fosforo);
Secondo l'ISTAT, gli impianti di
trattamento idrico in Italia che includono il trattamento terziario
rappresentano circa il 40% del totale, ma trattano oltre il 60%
del carico inquinante complessivo.
Impianti di depurazione e
tecnologie avanzate
Gli impianti
di depurazione sono progettati per eliminare le sostanze
nocive presenti nei reflui attraverso le diverse fasi di
trattamento descritte. I fanghi residui possono essere:
- Smaltiti in discarica;
- Utilizzati in agricoltura come fertilizzanti dopo
adeguati trattamenti;
- Inviati a impianti di compostaggio;
- Trattati per la produzione di biogas.
La progettazione e la gestione di
questi impianti devono rispettare le normative vigenti (D.Lgs.
152/2006 e successive modifiche) per garantire un trattamento efficace e
sicuro.
Un aspetto interessante riguarda il ruolo delle tecnologie avanzate nei
moderni impianti di purificazione reflui. Grazie a innovazioni come
i sistemi di filtrazione a membrana, il trattamento UV e i reattori
biologici avanzati, l'efficienza della depurazione è migliorata
significativamente. Secondo dati del Servizio Idrico Integrato, gli impianti
che utilizzano tecnologie avanzate riescono a rimuovere fino al 99% dei
contaminanti, comprese sostanze emergenti come residui farmaceutici e
microplastiche.
Differenze tra acque reflue
domestiche e industriali
Acque reflue domestiche
Le acque reflue
domestiche derivano dalle attività quotidiane, come cucina e igiene, e
contengono principalmente materiale organico biodegradabile. Devono essere
trattate regolarmente per mantenere efficienti i sistemi di depurazione. Un
metodo efficace è la bio-depurazione, che sfrutta i microrganismi
per degradare le sostanze organiche.
Il carico inquinante viene misurato in 'abitanti equivalenti' (AE), che
corrispondono al carico organico biodegradabile di una persona. In Italia, gli
impianti di trattamento delle acque reflue urbane servono circa 70 milioni di
AE, secondo i dati ISTAT.
Acque reflue industriali
Le acque reflue
industriali contengono sostanze più pericolose e necessitano di
trattamenti specifici per ridurre il rischio di contaminazione ambientale.
Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, il settore industriale è responsabile
di circa il 20% dell'inquinamento idrico totale in Europa.
Alcuni settori industriali, come quello chimico, tessile e farmaceutico,
generano acque di scarico con sostanze particolarmente difficili da trattare.
In questi casi, si utilizzano tecnologie di trattamento avanzate, come:
- Filtrazione a osmosi inversa;
- Reattori chimici specializzati;
- Processi di ossidazione avanzata;
- Adsorbimento su carbone attivo;
Le normative europee, recepite in
Italia con il Testo Unico Ambientale, stabiliscono gli standard per il corretto
trattamento dei reflui industriali, proteggendo la salute pubblica e
l'ecosistema.
La situazione in Italia:
normative e adempimenti
In Italia il trattamento
delle acque reflue è regolato principalmente dal Decreto Legislativo
152/2006 (Testo Unico Ambientale) e dalle sue modifiche, che recepisce la
Direttiva Europea 91/271/CEE, che stabilisce le norme per il trattamento delle
acque reflue urbane.
Nonostante i progressi, l'Italia ha ricevuto diverse multe dall'UE per non aver
rispettato le normative sulla depurazione. Secondo l'ultimo rapporto della
Commissione Europea, circa il 12% degli agglomerati italiani non rispetta
ancora gli standard richiesti per la depurazione dei reflui.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto circa 4 miliardi
di euro per interventi nel settore idrico, con l'obiettivo di risolvere
le infrazioni europee entro il 2026.
Economia circolare: recupero e
riutilizzo
Il trattamento delle
acque reflue non è solo essenziale per l'ambiente, ma rappresenta
anche un'opportunità nell'ambito dell'economia circolare. In molte
città e settori industriali, l'acqua depurata viene riutilizzata per i seguenti
scopi:
- Irrigazione agricola;
- Raffreddamento degli impianti industriali;
- Lavaggio strade e usi civili non potabili;
- Ricarica delle falde acquifere;
Questo non solo aiuta a preservare
le risorse idriche, ma riduce anche la necessità di prelevare acqua dolce
da fiumi e laghi, un aspetto particolarmente cruciale in un paese come
l'Italia, che soffre di stress idrico.
Riciclo e produzione di
energia dai fanghi di depurazione
I fanghi derivati dal
trattamento delle acque reflue possono essere:
- Trasformati in fertilizzanti attraverso processi di
disidratazione e stabilizzazione;
- Utilizzati per produrre biogas tramite la
digestione anaerobica, un processo biologico che avviene senza ossigeno.
Il biogas prodotto
viene impiegato per generare energia elettrica e termica nei depuratori, contribuendo
alla sostenibilità ambientale e riducendo la dipendenza dalle fonti
fossili. Secondo i dati ENEA, in Italia si producono circa 4 milioni di
tonnellate di fanghi all'anno, di cui solo il 30% viene valorizzato
energeticamente, con un potenziale energetico stimato di circa 200 GWh/anno.
Un ulteriore sviluppo del settore
è l'integrazione di impianti fotovoltaici e sistemi di recupero del calore nei
depuratori, che riducono il consumo energetico e aumentano l'efficienza
complessiva degli impianti.
Come possiamo contribuire
quotidianamente alla tutela dell'acqua
Oltre ai trattamenti depurativi,
è essenziale adottare comportamenti responsabili per ridurre
l'inquinamento delle acque:
- Non gettare cotton fioc, mozziconi di sigaretta,
plastica e altri rifiuti solidi nei WC;
- Raccogliere oli e grassi di cottura negli appositi
contenitori invece di versarli nello scarico (1 litro di olio può
inquinare fino a 1.000 litri di acqua);
- Limitare l'uso eccessivo di detergenti per la
pulizia domestica e personale;
- Preferire detergenti biodegradabili e prodotti
ecologici;
- Smaltire correttamente farmaci scaduti e prodotti
chimici presso gli appositi centri di raccolta;
- Installare riduttori di flusso e sistemi di
risparmio idrico.
La lotta contro
l'inquinamento coinvolge tutti noi e le buone abitudini nelle singole
case possono fare la differenza per l’ecosistema. Solo così possiamo preservare
l'acqua potabile, fondamentale per molteplici usi, dalla
preparazione dei cibi alla gestione delle piscine.
Qual è la differenza tra acque reflue e acque nere?
Le acque
nere sono un sottotipo di acque reflue che provengono
specificamente dai servizi igienici e contengono materiale fecale. Le acque
reflue in generale comprendono anche le acque grigie (provenienti
da lavabi, docce, lavatrici) e le acque industriali, che possono contenere
contaminanti di diversa natura.
Quanto costa mediamente il
trattamento delle acque reflue?
Il costo del trattamento delle
acque reflue in Italia varia considerevolmente in base alla regione, ma
mediamente rappresenta circa il 40% della bolletta
dell’acqua. Secondo l'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e
Ambiente), il costo medio è di circa 0,5-0,7 euro per metro cubo di acqua
trattata.
Quali sono le tecnologie più
promettenti per il futuro del trattamento acque reflue?
Le tecnologie più promettenti
includono sistemi biologici avanzati a basso consumo energetico, membrane
ceramiche, processi di ossidazione avanzata e sistemi di recupero di energia e
nutrienti dalle acque contaminate.
Conclusione
Abbiamo visto che il trattamento
delle acque reflue, insieme a un comportamento responsabile da parte del
cittadino, rappresenta una garanzia importante per contribuire a mantenere
pulito l'ecosistema in cui viviamo. Gli impianti di depurazione svolgono un
ruolo cruciale nel ciclo integrato dell'acqua, trasformando un potenziale
problema in una risorsa attraverso processi sempre più efficienti e
sostenibili.
La sfida per il futuro sarà
quella di migliorare ulteriormente l'efficienza della depurazione acque
reflue, riducendo i consumi energetici e aumentando il recupero di
risorse, in un'ottica di economia circolare che vede nei reflui non più un
rifiuto ma una materia prima secondaria da valorizzare.
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