domenica, giugno 19, 2022

 

Lo sviluppo sostenibile e il Politecnico di Milano










Post di Ottorino Pagani:


Segnaliamo una pregevole iniziativa del Politecnico che può stimolare ed aiutare ad articolare un “Dibattito pubblico a 360°” sul cambiamento individuale e collettivo che dobbiamo affrontare, che

comporta anche: una nuova acquisizione di responsabilità, comportamenti collaborativi conseguenti e forme di comunicazione veramente partecipative e non polarizzate da interessi particolari o di potere. Di seguito un estratto della presentazione del progetto:

 

“ Una guida pratica a supporto di operatori pubblici e privati.

 

Il Libro bianco SSD - Smart Sustainable Districts ha definito un modello che esplora e valorizza i multiformi aspetti della smart city e della rigenerazione urbana, dai sistemi energetici alla mobilità intelligente, dalle nuove funzioni in spazi condivisi allIoT, dal water management alleconomia circolare, dal cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi alle Nature Based Solutions. Ne descrive principi, soluzioni e strumenti, presentando un toolbox di supporto metodologico e operativo per affrontare tutte le fasi delle trasformazioni urbane a livello locale a supporto degli operatori pubblici e privati ma anche dei numerosi altri attori coinvolti in tali processi.

Il progetto raccoglie e illustra più di 200 buone pratiche di innovazione che stanno cambiando i luoghi e la vita delle persone che li abitano, oltre a presentare altrettante soluzioni operative che potrebbero essere applicate nel nostro Paese in questa fase di transizione che richiede con urgenza lapplicazione di misure legate al PNRR. In Italia stiamo vivendo una occasione unica purché, con lavvio del settennio di programmazione UE 2021-2027, sono stati finanziati strumenti di sostegno destinati agli enti locali finalizzati alla rigenerazione urbana e alla transizione ecologica a scala europea (Horizon Europe, URBACT), nazionale (PNRR e PON Metro), regionale (Programmi Regionali a valere su fondi FESR). Esiste lopportunità di muovere passi sostanziali verso un nuovo modello di sviluppo che sia sostenibile, capace di generare un positivo impatto sociale, e che sia in grado di far incontrare le soluzioni che la tecnologia mette a disposizioni con i bisogni delle persone. Lobiettivo del progetto SSD è mettere amministratori e operatori locali nelle condizioni di superare i nodi dellattuale sistema, resi ancor più evidenti dalla crisi economica e dallemergenza sanitaria tuttora in atto.

Per tutti questi motivi il Politecnico di Milano, con il coordinamento del Consorzio Poliedra, pubblica e rende disponibile il Libro bianco SSD, che raccoglie il lavoro oltre un anno di analisi e la riflessione di molti ricercatori e che vede coinvolti 10 Dipartimenti e 4 Consorzi appartenenti al suo sistema di ricerca (il Sistema Polimi). Lo fa valorizzando e integrando competenze multidisciplinari (per affrontare in modo intersettoriale il tema e la sua declinazione in chiave di innovazione tecnologica, ambientale, sociale, economica) ed esperienze di pianificazione e progettazione in contesti urbani (che puntano a contrastare il consumo di suolo e di risorse attraverso la rigenerazione dei tessuti urbani e il riequilibrio di disuguaglianze e situazioni che determinano pressioni sociali ed economiche).”

Il libro è scaricabile dal sito: https://www.poliedra.polimi.it/ssd/.

lunedì, giugno 13, 2022

 

           Architetti senza tempo: Gae Aulenti







Open House Italia la rete che apre le porte dei luoghi iconici delle principali città italiane, promuove Architetti Senza Tempo, un progetto per celebrare alcune icone dell’architettura italiana.

Gli itinerari realizzati a Milano ci guidano alla scoperta degli edifici più significativi e rappresentativi; in questo percorso non può mancare la tappa a Tilane biblioteca e centro culturale realizzato da Gae Aulenti.

Sono in programma visite guidate a Tilane a cura di Open House e lo staff di Tilane.

venerdì 17/06 il pomeriggio dalle 15 alle 18
 1 turno ogni ora, ogni visita dura circa 40 minuti

sabato 18/06 tutto il giorno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
 1 turno ogni ora, ogni visita dura circa 40 minuti

Posti limitati, prenotazione obbligatoria. Per prenotare clicca qui



venerdì, giugno 10, 2022

                  

                    Incontro con Meri Gorni

                   giovedì 16 giugno alla Fondazione Mudima 

                         di via Tadino a Milano, alle ore 18.




sabato, aprile 23, 2022

                      La cultura della pace

                                                                 di Ottorino Pagani





 

In contrapposizione al bombardamento mediatico sui temi della “guerra in Ucraina”, la marcia Perugia - Assisi di domenica prossima ripropone simboli, colori e parole dei movimenti pacifisti europei che si sono affermati dopo la seconda guerra mondiale: la bandiera di Aldo Capitini confezionata per la prima edizione della marcia nel 1961; il simbolo della pace di Gerald Holtom che richiama il disarmo nucleare; la colomba della pace di Picasso disegnata per il primo congresso del “Movimento dei Partigiani della Pace” a Parigi nell’aprile 1949 e le parole del comitato organizzatore della prossima marcia:
Impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!”. Lappello che Papa Francesco ha rivolto a tutti, nella domenica di Pasqua è stato raccolto da decine di migliaia di persone di ogni fede e orientamento culturale e politico che domenica prossima, 24 aprile, marceranno insieme per la pace da Perugia ad Assisi.
Dopo quasi due mesi di bombe, uccisioni, sofferenze e devastazioni, allarmati per le pesanti conseguenze sociali di questa nuova guerra è tempo di ridare spazio e voce alla pace e per farlo è necessaria la mobilitazione di tutte le donne e uomini di buona volontà.
La Marcia, eccezionalmente convocata in meno di un mese, intende rilanciare il grido di Papa Francesco Fermatevi! La guerra è una follia” e la proposta di intervenire a difesa dellUcraina imboccando la via della pace.
La preoccupazione è rivolta alla drammatica escalation della guerra in Ucraina ma anche alla necessità di un forte intervento della comunità internazionale per fermare la terza guerra mondiale a pezzi che continua in Yemen, Libia, Siria, Palestina, Israele, Sahel, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Iraq, Somalia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana,
Alla vigilia della Festa della Liberazione, ci ritroveremo per dare nuovo slancio allimpegno per la pace camminando assieme sulla via della non violenza e del disarmo sui passi di San Francesco, di Aldo Capitini, di Giorgio La Pira, ….” di Emilio Sereni, di Salvatore Quasimodo, di Elio Vittorini, di Renato Guttuso, di Sibilla Aleramo, etc. …
“Per aiutare tutte e tutti, e in particolare le giovani generazioni, ad aprire gli occhi sul pericolo che incombe e a reagire finché si è in tempo. Lescalation della guerra non è inevitabile. Lalternativa esiste ed è un serio negoziato politico. Bisogna solo volerlo. Per questo invitiamo tutti a partecipare alla marcia Perugia-Assisi per dare voce al bisogno di pace degli ucraini, che è anche il nostro e di tutti i popoli martoriati dalle guerre nel mondo. Non ci dobbiamo limitare a chiedere pace. Dobbiamo essere disponibili a farla. Ogni giorno. Tutti i giorni. Prendendoci cura gli uni degli altri e del mondo in cui viviamo. L
arcobaleno, questa volta, lo vogliamo prima della tempesta, non dopo. La pace deve precedere, impedire la guerra, per non essere soltanto un doloroso bilancio di rovine.” (Gianni Rodari).”



























venerdì, aprile 22, 2022

                 Intervista a Leonardo Caffo







Per chi volesse conoscere meglio il pensiero del filosofo Leonardo Caffo:

 

"I dati di per sé non significano nulla se non c'è qualcuno in grado di interpretarli. La scienza produce tonnellate di dati, ma gli interpreti dei dati sono gli umanisti". Non ha dubbi Leonardo Caffo, filosofo, pensatore e autore di diversi libri che toccano argomenti relativi all'ambiente e alla sostenibilità, quando gli domandiamo se c'è ancora posto per i filosofi come lui in un momento in cui la parola d'ordine sia, da Greta in giù, in ambito ambientale, ma anche nel settore sanitario è "dobbiamo fidarci della scienza”.

Sembra che solo gli scienziati siano titolati a parlare e a indirizzare i comportamenti collettivi. Che la nostra salvezza come singoli e come specie sia nelle mani dei tecnici. Che ruolo può avere un filosofo su questi temi, quale contributo può dare?

"Sono completamente contrario a questa visione. In realtà il cambiamento generale delle cose non è in mano alla scienza, ma è in mano alla scienza alleata alle discipline umanistiche. Nello specifico, nella questione ecologica, gli interpreti dei dati sono i filosofi, soprattutto quelli specializzati nelle questioni morali, politiche o di sociologia generale. Il fatto che noi sappiamo quanti e quali processi siano più inquinanti, meno inquinanti, o da dove derivino le emissioni non ci dice niente su cosa significa interpretare i cambiamenti.

È chiaro che poi bisognerebbe mettersi d'accordo su che cosa significa filosofia. Se la filosofia è dire quello che ti passa per la testa allora no, ma ci sono fior fiore di filosofi che hanno trasmesso l'importanza dell'etica normativa, della filosofia morale, dell'altruismo efficace. È a loro che dobbiamo guardare nel momento in cui la scienza ci dà dei numeri. I numeri non sono nient'altro che numeri, sono le immagini che abbiamo dei numeri che diventano interessanti per noi”.

Recentemente ha scritto una Lettera al futuro, chiamata ''L'anno che vorrei, l'anno che verrà'', in cui scrive tra l'altro: "Vorrei un anno senza emissioni, avremo un anno con migliaia di tonnellate di CO2 emesse". Introduce il tema dalla distanza tra quello che sappiamo di dover fare e quello che in realtà facciamo. Che cosa si porta dietro dal 2021 e quali sono le speranze per il prossimo anno?

"Mi porto dietro da un lato la sempre più urgente possibilità di mettere le questioni climatiche nell'agenda. Dall'altro però una scarsissima capacità di comunicarle con la dovuta urgenza concettuale. Per esempio, saper vendere la complessità della questione, le interrelazioni il fatto che anche cose che ci sembrano spuntate dal nulla come la pandemia derivano dal nostro cattivo rapporto con gli altri animali, da come non riusciamo a ridimensionare le infrastrutture.

Mi porto dietro un po' di tristezza perché mi sembra che siamo ancora qui a discutere di evidenze ovvie, come se mettere o no tasse sulla plastica, o sulla produzione di inquinanti da parte di aziende non ecologiche. Penso che molti dei risultati dell'ultima conferenza sul clima siano stati estremamente deludenti, e d'altro canto tutto quello che dovremmo fare per cambiare riguardo agli indicatori dello stato di salute del pianeta rispetto alla nostra coesistenza è evidente, dal cambiamento della nostra alimentazione verso una dieta vegetale, alla fine della produzione di combustibili fossili, al cambiamento radicale della nostra capacità di movimento attraverso aeroplani…

Quindi se di positivo c'è l'urgenza oggi più chiara per cui nessuno fa niente se non è in una cornice climatica, dall'altro lato c'è ancora troppa retorica, troppa poca presa sul serio sul fatto che l'ecologia è un pensiero estremamente radicale e rivoluzionario e noi dovremmo cambiare sostanzialmente il 100% delle nostre azioni, e non agire in un generale greenwashing.

Per il 2022, quindi, spero che si prenda un po' più sul serio la riflessione filosofica e scientifica sull'ecologia e un po' meno quella normativa, che ci prende un po' in giro perché la transizione ecologica è impossibile per esempio insieme alla transizione digitale: il digitale è uno degli strumenti più inquinanti di cui disponiamo, ma di questo si parla ancora pochissimo. Delle vere, grandi cause di inquinamento climatico, il digitale, la carne ecc. si parla troppo poco. Dobbiamo migliorare”.

Ha una figlia piccola. Come pensa che sarà il mondo quando lei avrà la tua età, tra una trentina d'anni? Cosa vorrebbe lasciarle?

"Mia figlia ha quasi due anni e non metterei la mano sul fuoco che tra trent'anni il mondo assomigli a quello che pensiamo noi. Ci sono stati dati 20 anni per invertire la rotta, ma abbiamo dati prescrittivi e descrittivi che vanno in collisione, in altre parole sappiamo che cosa dovremmo fare ma sappiamo anche che cosa faremo, e le due cose sono in contraddizione. E non si tratta di contraddizioni 'facili', ma contraddizioni appunto ancora una volta normative. Cioè non c'è nessun accordo su 'ciò che si deve' e 'ciò che si fa'. E come se sapessimo che dobbiamo somministrare una terapia al paziente ma non gliela facciamo, anzi gli facciamo la terapia opposta.

Penso che mia figlia come tutti i piccolissimi sia davanti a un bivio: questo sistema così come lo abbiamo pensato deve collassare, prima collassa meglio sarà per loro. È paradossale, radicale, ma d'altronde un filosofo non è un politico, non è uno scienziato e talvolta ha il lusso della verità”.

Ha scritto molti libri che toccano temi di ambiente ed ecologia. L'ultimo, "Quattro capanne", tratta di semplicità, di ritorno a una vita più semplice. Questo contrasta con il modello che ci viene proposto tutti i giorni. Posto che tornare 'nella capanna' è una cosa che non tutti possono permettersi, quale può essere una semplicità 'sostenibile', sia in senso ambientale sia in senso di 'sopportabile' per le nostre abitudini e la nostra cultura?

"Ovviamente la capanna è una metafora, anche se quelle di cui parlo nel libro sono realmente esistite. Ha a che fare con l'idea che purtroppo il futuro non sarà solo il tanto simpatico less is more, a cui ci ha abituato la speculazione architettonica, ma che togliere sarà molto più importante che riempire e saremo più felici, più ricchi e avremo progresso sulla base di quante saranno le cose di cui riusciremo a fare a meno, e non sulla base di quante cose avremo. Perché il sistema sta collassando da un pezzo, basta guardare al costo dei materiali, al prezzo di una risma di carta, a come sono aumentati i costi della materie prime.

"È tutto già qui. La semplicità è la semplificazione della filosofia, cioè di quante e quali cose abbiamo davvero bisogno. Anche dei bisogni secondari, non parlo solo di bisogni primari. Una cultura che riuscirà a insegnare il minimalismo a tutto tondo sarà una cultura in totale accordo col progresso, anche tecnologico. Non c'è uno iato tra queste due cose, ma l'idea dell'accumulo è finita. Lo abbiamo già visto con lo sharing, per cui la proprietà privata è passata in secondo piano, è iniziata la proprietà collettiva e di condivisione. La semplicità è il paradigma essenziale per cercare di portare avanti l'ecologia. Perché l'ecologia oggi non significa soltanto rispettare l'ambiente, ecologia significa anche avere meno cose, una lista limitata di beni essenziali, avere la capacità di stare nel proprio ambiente senza spostarsi in continuazione, è un programma di ricerca”.

Un filosofo da leggere per il 2022

"Graham Priest, per imparare a ragionare”.


sabato, aprile 16, 2022