mercoledì, febbraio 01, 2012

Una vita vissuta fino in fondo, da donna

Una donna ambiziosa, decisa ad affermare la sua personalità, orgogliosa delle sue origini popolari, dei valori della sua famiglia e soprattutto di essere una donna inglese. 
Margaret Tatcher ha imparato a fare le sue scelte fin da giovanissima: le altre ragazze del quartiere deridevano la sua serietà, il suo mettere il lavoro e lo studio davanti a tutto, ma la giovane Tatcher, figlia di un droghiere di Grantham nel Lincolnshire, incoraggiata da suo padre, ha preferito dedicare la giovinezza a formarsi e a prepararsi per migliorare se stessa e l'Inghilterra. Paese che ha amato e ama perché, anche se molti la credono defunta, "la lady di ferro" che ha piegato i minatori più agguerriti d'Europa e sconfitto i generali fascisti argentini, è ancora tra noi, anche se malata di Alzheimer.
Il film che ne celebra la figura ,"Iron Lady", ancora in programma al Metropolis fino al 2 febbraio è film femminile. Interpretato da una bravissima Meryl Streep, che per questo film è stata premiata con il Golden Globe come miglior attrice ed è neocandidata ai prossimi Oscar 2012, nasce dall’incontro di 3 super donne del cinema contemporaneo: la Streep, Phyllida Lloyd (la regista di Mamma mia!) e la sceneggiatrice Aby Morgan (Shame).
Il risultato è un film malinconico, ma bellissimo che racconta la vita attuale della donna che ha cambiato il volto della politica. Una vita in cui a causa della malattia, passato e presente si confondono e si intrecciano in tempo reale nella sua mente e nel film rendendo straordinario il modo di raccontarne la storia. 
La pellicola inizia con l'anziana Tatcher che nella Londra dei nostri giorni va a comprare il latte subendo gli sgarbi e le maleducazioni di chi, a cominciare dal bottegaio, non ha tempo per accorgersi di lei e nemmeno la riconosce. Tornata a casa prepara la colazione come ha fatto per tanti anni al marito Denis con il quale chiacchiera seduta a tavola del prezzo del latte. La scena si dissolve quando nella stanza entra la governante e il fantasma di Denis, evocato dalla sua mente, scompare. Margaret eludendo la sorveglianza era infatti uscita da sola il mattino presto a fare acquisti prendendo di sorpresa i guardiani e le altre persone di servizio. 
Da quel momento il film è tutto un andare avanti e indietro nei suoi ricordi che scattano quando lei sente una parola, vede un'immagine alla televisione, un titolo su un giornale, apre un armadio o la scatola dei gioielli, parla con la figlia che è venuta a salutarla e a ricordagli un invito a cena. Bloccata dalla sua infermità, Margaret è sommersa dai ricordi. Frammenti della sua vita privata e della sua premiership si susseguono nella sua mente e li rivive in vividi dettagli. Mentre lotta per mantenere il proprio equilibrio, il fantasma buffo e divertente di Denis la prende in giro e la punzecchia. La lotta, i trionfi, i tradimenti, infine cosa ha ottenuto si chiede? Ne valeva la pena?
Il film non è un documentario, ma la storia di una donna venuta dal nulla per sfondare le barriere di classe e per farsi ascoltare in un mondo dominato dagli uomini. E' un film sul potere e sul prezzo che viene pagato per il potere. Prima donna premier di una democrazia occidentale, undici anni al numero 10 di Downing Street dal 1979 al 1990 la Thatcher è stata molto amata dalla destra conservatrice e al contempo contestata da sinistra e forze sindacali. Ma non era una retrograda: da parlamentare fu una dei pochi conservatori a votare a favore della depenalizzazione dell'omosessualità maschile e dell'aborto, e da premier s'impegnò invano per spingere il governo del Sud Africa a eliminare l'apartheid.
Nel film ci sono delle scene molto belle: la prima è quella dove si vede lei adolescente (è nata nel 1925) durante un bombardamento nel rifugio sotto il negozio di famiglia. Mentre cadono le bombe naziste il padre chiede d'improvviso: "il burro è coperto?" e lei schizza via incurante del pericolo per andare a coprirlo sul banco della drogheria con la campana di vetro. L'altra è quando entrò per la prima volta a Downing Street. Sorprendendo tutti, sulla celebre porta, recitò ai giornalisti questa preghiera di San Francesco: "Dove c'è discordia, che si possa portare armonia. Dove c'è errore, che si porti la verità. Dove c'è dubbio, si porti la fede. E dove c'è disperazione, che si possa portare la speranza"

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